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Indice
Valentina Mastrobuono et al aprono questo numero con un contributo dedicato alla rivisitazione e approfondimento del concetto di One Health in una visione planetaria Planetary Health che sviluppi l’integrazione tra sistemi sanitari globali e quelli preposti alla valutazione ambientale per il controllo delle malattie: alla luce dell’attuale emergenza COVID-19, riunisce esperienze internazionali e nazionali per indirizzare l’organizzazione di servizi di prevenzione, ma anche e soprattutto la politica, verso una reale consapevolezza della complessità dei rischi globali a cui occorre fare fronte. Si ribadisce come la pressione dell’attività umana sull’ambiente abbia incrementato il rischio di spillover zoonotici, l’abbattimento delle foreste abbia ridotto la biodiversità e ricordata la problematica della antimicrobico-resistenza.
La specifica modalità di azione degli interferenti endocrini (EDCs) rispetto a quanto finora conosciuto nel campo delle relazioni patogenetiche tra fattori di rischio ed effetti biologici è argomento drammaticamente rilevante, cardine del lavoro di Carlo Romagnoli. L’Autore passa in rassegna le evidenze sui rischi per la salute derivanti dall’esposizione: interazioni epigenetiche pre, intra e post natali in definiti periodi finestra, non monotonicità delle relazioni dosi risposta, modifiche della suscettibilità a sviluppare patologie nel corso della vita, latenza di lungo periodo e/o transgenerazionale tra esposizione e danno. Viene messa in discussione la validità generale dei modelli causali lineari, che vedono restringersi il loro potenziale esplicativo ad un sempre più ristretto spettro di eventi biologici, mentre assumono rilievo esplicativo maggiore i modelli sistemici. L’analisi fornisce ulteriore evidenze a favore della centralità della prevenzione primaria ambientale e del passaggio all’economia circolare per ridurre il carico di malattia determinato dagli inqui- nanti ambientali, di cui gli EDCs sono solo una parte. In questa prospettiva, divenendo i determinanti delle crisi ambientale e climatica sempre più evidenti e minacciosi, promozione ed educazione alla salute esondano dai contesti istituzionali, investono i corpi sociali e producono nuovi percorsi per superare la disgiunzione tra sapere e potere.
Il contributo di Stefania Bernacchi illustra buone pratiche di lavoro con i genitori di un pediatra di base finalizzate a tutelare la salute del bambino da sostanze nocive derivanti da inquinamento indoor e outdoor. I bilanci di salute offrono dunque la possibilità di azioni di prevenzione primaria su temi riconducibili al nesso ambiente-salute del bambino, ampliando l’orizzonte culturale ai temi della sostenibilità e dell’economia circolare.
Giancarlo Pocetta e Barbara Broccucci propongono una ricerca che utilizza la teoria salutogenica di Antonovsky e i suoi due costrutti principali: le Risorse Generali di Resistenza e il Senso di Coerenza (SOC) per lo studio delle condizioni “ambientali” in cui si svolge il lavoro di caregiving familiare. Una lettura della pandemia COVID 19 nella quale, superata la fase emergenziale, in una visione di medio lungo periodo si evidenzia la possibilità anche di un approccio promozionale. Lo studio ha preso in esame un campione di caregiver familiari sottoposti a intervista individuale con somministrazione del Orientation to Life Questionnaire (OtLq) per la rilevazione del Senso di Coerenza (SOC) e del Chronic Burden Inventory (Cbi) per il Burden of Care. Gli esiti della ricerca suggeriscono possibili sviluppi sia sul versante metodologico, dove si evidenzia la necessità di seguire indirizzi multi-metodo per approfondire l’esperienza vitale dei caregiver, sia nei contenuti quali ad esempio: i profili di rischio dei caregiver, i fattori che determinano le disuguaglianze socio economiche, la valutazione economica per approfondire i costi dell’intervento di caregiving, l’uso dei servizi e l’effectiveness degli interventi e dei modelli organizzativi, l’uso e l’impatto di tecnologie innovative nella comunicazione e nella domotica.
Erio Ziglio e Marco Rigo mettono assieme le loro esperienze di professionisti entrambi coinvolti, con ruoli diversi, nel campo della salute pubblica. L’articolo propone significative riflessioni sulla cura, sulla prevenzione nonché sulla promozione della salute e individua alcune aree di ricerca per una modernizzazione della pratica e del miglioramento degli interventi di salute pubblica. Il contributo si focalizza su un elemento spesso trascurato sia nelle pratiche di assistenza sanitaria che nell’approccio alla salute pubblica: la resilienza. Strumento della promozione della salute in grado di migliorare gli outcome e ridurre le iniquità di salute. Viene preso come esempio contingente la pandemia da Covid-19.
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La catastrofe imminente e come lottare contro di essa: sulle innovazioni necessarie nella promozione della salute
Fighting impending Catastrophe: needed Innovations in Health Promotion
Carlo Romagnoli
DOI: 10.48291/SISA.65.2.1
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La catastrofe imminente e come lottare contro di essa: sulle innovazioni necessarie nella promozione della salute – Fighting impending Catastrophe: needed Innovations in Health Promotion
Carlo Romagnoli
DOI: 10.48291/SISA.65.2.1
La promozione della salute che serve oggi dovrebbe puntare a rafforzare e diffondere, partendo dai territori:
– modelli di prevenzione primaria territoriale condivisi, basati su approcci sistemici e capaci di abbattere rischi, spossessamenti ed esternalizzazioni di costi dai produttori di rischio alla società;
– alleanze tra esposti, lavoratori cognitivi di università, servizio sanitario, sistema nazionale di prevenzione ambientale, delle sempre più numerose branche di saperi indocili, istituzioni locali e settori della magistratura;
– lotte per rendere accessibili alla critica sociale i luoghi in cui sono prese le decisioni che contano, sia nelle istituzioni che nel nuovo potere strumentalizzante, facendo emergere conflitti di interesse, inadeguatezza degli approcci metodologici, pochezza delle strategie di chi oggi si arroga il potere di decidere, inadeguatezza dei modelli organizzativi centrati su gestioni proprietarie e dei manager che sono formati con queste logiche e che obbediscono ad esse;
– curricula formativi, approcci narrativi e modelli di comunicazione che mettano in risalto la pochezza e distruttività della ideologia neoliberista e tesi a valorizzare gli interventi efficaci per sviluppare appropriatamente i determinanti di salute, prossimali e distali attraverso le indispensabili interazioni sociali;
– molte altre proposte che verranno dai tavoli di condivisione e che arricchiranno saperi e pratiche.
……
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Health Pandemics and strategies on Environmental Health issues: One health, Global Health and Planetary health
Valentina Mastrobuono, Aldo Di Benedetto, Luigia Scimonelli, Antonio Lauriola, Laura De Gara, Francesca Calvetti, Pasqualino Rossi, Agostino Macri, Paolo Lauriola
DOI: 10.48291/SISA.65.2.2
Pandemie e strategie ambiente e salute: One Health, Global Health e Planetary Health
Pandemics and strategies on Environmental Health issues: One health, Global Health and Planetary health
DOI: 10.48291/SISA.65.2.2
Valentina Mastrobuono 1, Aldo Di Benedetto 2, Luigia Scimonelli 2, Antonio Lauriola 3, Laura De Gara1, Francesca Calvetti 2, Pasqualino Rossi 2, Agostino Macri 1, Paolo Lauriola 4,5
1. Facoltà Dipartimentale di Scienze e Tecnologie per l’Uomo e l’Ambiente, Campus Bio-Medico, Roma
2. Ministero della Salute, Roma
3. Azienda USL Modena, Modena
4. International Society Doctors for the Environment (ISDE), Modena
5. Rete Italiana Medici Sentinella (RIMSA)
Parole chiave: ambiente e salute, antimicrobico-resistenza, pandemia COVID-19, cambiamento climatico, spillover
RIASSUNTO
Introduzione: negli ultimi anni si è progressivamente affermata una maggiore consapevolezza della necessità di un approccio olistico per far fronte ai rischi per la salute in termini globali. Con la definizione “One Health” si riconosce che la salute degli esseri umani è legata alla salute degli animali e dell’ambiente. Tuttavia, questo approccio è stato criticato per la mancata integrazione delle scienze sociali, politiche ed economiche che regolano gli effetti sulla salute.
Obiettivi: partendo da queste considerazioni generali l’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) ha indicato raccomandazioni generali per rafforzare il concetto di One Health. Questo articolo cerca di specificare come nel contesto nazionale italiano queste indicazioni potrebbero essere applicate. La rivisitazione del concetto di One Health in una visione planetaria contribuirà a migliorare l’integrazione degli sforzi dei sistemi sanitari globali e quelli preposti alla valutazione ambientale per il controllo delle malattie, rendendo possibile il monitoraggio degli ecosistemi aprendo la strada verso misure di equità e sostenibilità.
Metodi: l’articolo, anche alla luce dell’attuale emergenza COVID-19, raccoglie esperienze internazionali e nazionali per indirizzare l’organizzazione di servizi di prevenzione, ma anche e soprattutto la politica, verso una reale consapevolezza della complessità e dei rischi globali a cui occorre fare fronte anche nel contesto locale.
Risultati: si è così evidenziato che la pressione dell’attività umana sull’ambiente ha incrementato il rischio di spillover zoonotici. L’abbattimento delle foreste per la costruzione di infrastrutture, riducendo la biodiversità, ha rappresentato una delle cause principali dell’attuale pandemia da COVID-19. Viene inoltre fornito un cenno anche sul tema della antimicrobico-resistenza per l’importanza e la complessità di questa sfida che dovrà essere affrontata nei prossimi anni.
Conclusioni: su tali basi vengono fornite indicazioni per il Sistema sanitario nazionale (SSN) e il Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA), per quanto riguarda l’integrazione dei sistemi informativi, l’ottimizzazione della comunicazione tra le catene di comando, la preparedness e la risposta alle epidemie, la formazione, la comunicazione e la ricerca.
Key words: Environment and Health, Antimicrobial Resistance, COVID-19 pandemic, Climate Change, spillover
SUMMARY
Introduction: in the last decades, there has been an increasing awareness of the need for a holistic approach to far-reaching health risks in global terms. With the definition “One Health”, it is recognized that human beings’ health is linked to animals and the environment. However, this approach has been criticized for the lack of integration of the social, political and economic sciences, which regulate health effects.
Objectives: starting from these general considerations, the ECDC has indicated general recommendations for strengthening One health. This article tries to specify how such issues could be implemented and adequately developed in the Italian national context.The revision of the One Health concept in a planetary vision contributes to improving the integration of health systems and those responsible for environmental assessment for disease control, making it possible to monitor ecosystems, paving the way for equity sustainability.
Methods: in the light of the current COVID-19 emergency, this article collects international and national experiences to urge the reorganization of prevention services and, above all, politics, towards a real awareness of the complexity of the global risks also to be done in the local context.
Results: the ecological pressure of human activity has increased the risk of zoonotic spillover. Deforestations reduce biodiversity and have been one of the main reasons for the current COVID-19 pandemic. A mention is also given on antimicrobial resistance (AMR) due to the importance and complexity of such a challenge that will have to be faced in the coming years.
Conclusions: some propositions are provided in particular to deeply involve the National Health System (SSN) and the National Environmental Protection System (SNPA) by integrating the information systems, the communication of chains of command, preparedness, and epidemic response training, communication and research. All such cues should be implemented and developed.
Autore per corrispondenza: paolo.lauriola@gmail.com
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Preventing health impacts of endocrine disruptors
Carlo Romagnoli
DOI: 10.48291/SISA.65.2.3
Prevenire gli impatti sulla salute degli interferenti endocrini – Preventing health impacts of endocrine disruptors
DOI: 10.48291/SISA.65.2.3
Carlo Romagnoli
Medico specialista in Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica, Presidente ISDE Umbria
Parole chiave: EDCs, biomonitoraggi, frazione attribuibile, raccomandazioni per la prevenzione primaria, politiche dei produttori di rischio
RIASSUNTO
Problematiche affrontate: gli interferenti endocrini (EDCs) sono sostanze chimiche di ampio uso capaci di alterare il fisiologico funzionamento del sistema endocrino, con modalità di azione peculiari, impatti sulla salute umana e animale tanto ampi quanto complessi e difficoltà nel misurarli sulla base di canonici approcci tossicologici ed epidemiologici. Preoccupazioni per la salute degli esposti involontari derivano dai biomonitoraggi su bambini ed adulti che documentano la compresenza di numerosi EDCs nei liquidi biologici.
Obiettivi: ci si propone di raccogliere le raccomandazioni per la prevenzione ambientale dei danni da EDCs e comprendere i motivi di ritardi e carenze nelle misure di sanità pubblica per prevenire le esposizioni a rischio.
Materiali e metodi: overview delle raccomandazioni per la prevenzione primaria contenute nelle principali revisioni di revisioni sugli EDCs, analizzandole alla luce anche dei conflitti di interesse dichiarati dagli autori.
Risultati: a) principali raccomandazioni per la prevenzione emerse in letteratura nel loro sviluppo temporale dal 1991 al oggi; b) frazioni attribuibili del carico di specifiche patologie e connessi costi della mancata prevenzione; c) misure relative agli EDCs nella nuova UE Chemical Strategy.
Discussione: a) aspetti di metodo: nuovo modello patogenetico per le malattie cronico degenerative; natura aperta della conoscenza tra evoluzione dei criteri di Bradfor Hill e ingresso della endocrinologia nel campo dei saperi indocili; tecniche di negazione e confondimento adottate dai produttori di rischio e connessi effetti incrementali sulle esternalità negative degli EDCs; la difficile vita del sapere sociale nei luoghi in cui vengono prese le decisioni; b) aspetti di merito: scarto tra evidenza, raccomandazioni ed effettive misure preventive adottate.
Conclusioni: promozione ed educazione alla salute, divenendo i determinanti delle crisi ambientale e climatica sempre più evidenti e minacciosi, esondano dai contesti istituzionali, investono i corpi sociali e producono nuovi percorsi per superare la disgiunzione tra sapere e potere, in un conflitto con i produttori di rischio sui cui esiti peserà la capacità degli esposti involontari di essere efficacemente presenti nei luoghi in cui vengono prese le decisioni.
SUMMARY
Introduction: endocrine disruptors (EDCs) are widely used chemicals capable of altering the physiological functioning of the endocrine system, with peculiar modes of action, wide and complex impacts on human and animal health and difficulties in measuring them on the basis of canonical toxicological and epidemiological approaches. Concerns for the health of unintentionally exposed people derive from biomonitoring of children and adults documenting the presence of numerous EDCs in biological fluids.
Objectives: the study aim to collect recommendations for environmental prevention of EDCs damage and to understand the reasons for delays and gaps in public health measures to prevent risk exposures. Materials and methods: overview of the recommendations for primary prevention contained in the main reviews on EDCs, analyzing them also in the light of the conflicts of interest declared by the authors.
Results: a) main recommendations for prevention emerged in the literature in their temporal development from 1991 to the present; b) attributable fractions of the burden of specific diseases and related costs of non-prevention; c) measures related to EDCs in the new EU Chemical Strategy.
Discussion: a) methodological aspects: new pathogenetic model for chronic degenerative diseases; open nature of knowledge between the evolution of Bradfor Hill criteria and the entry of endocrinology in the field of undocile knowledge; denial and confounding techniques adopted by risk producers and related incremental effects on the negative externalities of EDCs; the of social knowledgès difficult life in the places where decisions are taken; b) substantive matters: gap between evidence, recommendations and actual preventive measures adopted.
Conclusions: health promotion and health education, becoming the determinants of environmental and climate crises more and more evident and threatening, overflow from institutional contexts, invest the social bodies and produce new paths to overcome the disjunction between knowledge and power, in a conflict with the producers of risk on whose outcomes will weigh the ability of the involuntary exposed to be effectively present in the places where decisions are taken.
Autore per corrispondenza: surfcasting.dakhla@gmail.com
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Good practices proposed in the paediatric outpatient clinic. Reducing children's exposure to environmental toxins
Stefania Bernacchi
DOI: 10.48291/SISA.65.2.4
Ridurre l’esposizione dei bambini ai tossici ambientali. Buone pratiche proposte nell’ambulatorio pediatrico
Good practices proposed in the paediatric outpatient clinic. Reducing children’s exposure to environmental toxins
DOI: 10.48291/SISA.65.2.4
Stefania Bernacchi
Pediatra di Base, ASL 1 Umbria; socia ISDE
Parole chiave: prevenzione primaria, contaminanti del cibo, microbiota, neurosviluppo, interferenti endocrini, detergenti
RIASSUNTO
Obiettivi: l’articolo illustra buone pratiche proposte nell’ambulatorio di un pediatra di base finalizzate a diminuire le esposizioni dei bambini alle sostanze nocive, che derivano dall’inquinamento dell’ambiente. Proporre modifiche degli stili di vita, durante i bilanci di salute, che riguardino il cibo, con i suoi contaminanti presenti negli alimenti o da contatto. Occuparsi dell’inquinamento indoor ed in particolare, da quello derivante dall’igiene della casa e della persona.
Metodi: si è fatto riferimento alle ormai abbondanti evidenze scientifiche, che riguardano gli interferenti endocrini, con valorizzazione dei documenti ufficiali di WHO,UNEP, ISS. Si è ritenuto essenziale il prendere in esame la letteratura che riguarda il counseling e il ruolo degli operatori sanitari.
Risultati: si è osservata la possibilità, per il pediatra di famiglia, di incidere sulle esposizioni, tramite interventi di Prevenzione Primaria, operati durante i bilanci di salute. Contestualmente si è promossa la consapevolezza nelle famiglie, della cura dell’ambiente, da quello interno all’organismo, a quello della abitazione, a quella del territorio con le sue matrici acqua, aria e suolo. Si è sperimentato un metodo di lavoro, che ha coinvolto i genitori sul tema delle esposizioni dei bambini, favorendo incontri di gruppo in ambulatorio e che li ha visti protagonisti di eventi nel proprio comune di residenza.
Conclusioni: gli operatori, in special modo i pediatri, dovrebbero operare scelte, che usino il paradigma dell’epigenetica, come interpretazione e prevenzione delle patologie. Dovrebbero usare un metodo di lavoro che assuma il territorio e le sue matrici come bene comune e considerata l’interdipendenza e la complessità dei sistemi, è opportuno che imparino ad operare in maniera multidisciplinare, contaminando diversi saperi e professionalità. In ogni caso si può cambiare metodo, solo se si crede nei genitori come portatori di risorse e se si favorisce un clima culturale, ove fermenti la consapevolezza del nesso ambiente-salute.
Key words: primary prevention, food contaminants, microbiota, neurodevelopment, endocrine disruptors, detergents
SUMMARY
Objectives: to reduce children’s exposures to harmful substances, which result from environmental pollution. Propose changes in lifestyles, during health assessments, that concern food, with its contaminants present in food or through contact. Dealing with in-door pollution and, in particular, with pollution from household and personal hygiene.
Methods: reference was made to the now abundant scientific evidence concerning endocrine disruptors, with exploitation of official documents from WHO,UNEP, ISS. It was considered essential to examine the literature on counselling and the role of health workers.
Results: the possibility for family paediatricians to influence exposures through Primary Prevention interventions during health assessments was observed. At the same time, families were made aware of the importance of caring for the environment, including the environment inside the body, the home and the territory, with its water, air and soil matrices. A working method was experimented, involving parents in the issue of children’s exposure, encouraging group meetings in the outpatient clinic and involving them in events in their own municipality.
Conclusions: operators, especially paediatricians, should make choices, which use the paradigm of epigenetics, as interpretation and prevention of pathologies. They should use a working method that assumes the territory and its matrices as a common good and, given the interdependence and complexity of systems, they should learn to operate in a multidisciplinary manner, contaminating different knowledge and professionalism. In any case, it is only possible to change the method if we believe in parents as bearers of resources and if we foster a cultural climate in which awareness of the environment-health link ferments.
Autore per corrispondenza: stefaniabernacchi@alice.it
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Sense of coherence and burden of care in family caregivers of cancer patients in time of covid19
Giancarlo Pocetta, Barbara Broccucci
DOI: 10.48291/SISA.65.2.5
OPEN ACCESS
Sense of coherence e burden of care nei caregiver familiari dei pazienti neoplastici in tempo di covid19
Sense of coherence and burden of care in family caregivers of cancer patients in time of covid19
DOI: 10.48291/SISA.65.2.5
Giancarlo Pocetta*, Barbara Broccucci**
*medico di Sanità Pubblica, ricercatore in Igiene, Cattedra di Igiene Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, Università di Perugia Sede di Terni
**psicologa, psicoterapeuta, analista transazionale, Servizio di Psicologia ospedaliera Azienda Ospedaliera
S. Maria Terni; AUCC sede di Terni
Parole chiave: Caregiver familiare, Cancro, Sense of Coherence, Burden of Care, Salutogenesi, Covid19
RIASSUNTO
Premessa: lo stress test al quale Covid19 ha sottoposto il Servizio Sanitario Nazionale ha messo in chiara evidenza come in un contesto di aumento delle disuguaglianze il sostegno ai gruppi di popolazione più vulnerabili e, tra questi, a coloro che soffrono di patologie croniche e disabilità, rappresenti una priorità per la “nuova normalità” del SSN. In questo ambito, la valorizzazione dello spazio familiare come altro luogo di cura (in integrazione con quelli clinici tradizionali) deve far parte della strategia della Nuova Sanità Pubblica, in particolare nei confronti dei malati di cancro. Studi consistenti hanno evidenziato che il caregiver familiare riferisce uno stato di salute peggiore sia rispetto allo stesso paziente sia alla popolazione generale. .Il modello salutogenico, basato sulle dimensioni del Sense of Coherence e delle Risorse Generali di Resistenza, in grado di moderare l’impatto stressogeno del carico di lavoro (Burden Of Care) del caregiver familiare, offre importanti prospettive di miglioramento della qualità dell’assistenza nel contesto familiare.
Obiettivi: nell’ambito di un più ampio progetto volto a elaborare strumenti di supporto ai caregiver familiari di malati di cancro, è stata svolta una ricerca per descrivere il grado di percezione del Sense of Coherence e del Burden of care dei caregiver familiari di pazienti neoplastici in relazione alle caratteristiche individuali dei caregiver.
Metodi: un campione di convenienza di caregiver familiari ha partecipato volontariamente ad un’intervista individuale basata su un questionario articolato in tre parti: il test Orientation to Life (OtLq 13item) per il Sense of Coherence, il test Chronic Burden Inventory (CBI) per il Burden of Care, le variabili demografiche e socio-economiche individuali.
Risultati: il punteggio totale medio del OtLq è 55.97 (DS 4.465). Le componenti: Comprehensibility: 24,01 (DS 3,120); Manageability: 18,89 (DS 1,649); Meaningfulness 13,07 (DS 2,292). Il punteggio totale medio del Burden Of Care misurato attraverso il CBI era 29,08 (DS 13,461). Le componenti del CBI: Carico tempo-dipendente (7,91 (DS 5,082), Carico Evolutivo (6,06, DS 3,872), Carico Fisico (7,73, DS 3,015), Carico Sociale (5,63, DS 4,061), Carico Emotivo (1,73, DS 1,920).
Conclusioni: la ricerca ha evidenziato le variabili più importanti in grado di influenzare il caregiving e il lavoro di supporto mettendo in evidenza il più basso Sense of Coherence rispetto ad altre ricerche e confermando quindi la necessità di supportare le risorse interne del caregiver come fattore di limitazione dello stress generato dall’assistenza. I risultati suggeriscono che lo strumento di supporto dovrà tendere a rafforzare la relazione diadica soprattutto agendo sulla componente emotiva del carico di lavoro. Specifica attenzione dovrà essere posta alla dimensione di genere e al linguaggio per il rapporto di quest’ultimo con il livello di istruzione. A partire dai risultati raggiunti, vengono individuate nuove linee di ricerca.
Key words: Family Caregiver, Cancer, Sense of Coherence, Burden of Care, Salutogenesis, Covid19
SUMMARY
Introduction: the stress test to which Covid19 subjected the National Health Service has clearly highlighted how support for the most vulnerable population groups in a context of increasing inequality and, among these, for those suffering from chronic diseases and disabilities, represents a priority for the “new normal” of the NHS. In this context, the enhancement of the family space as another place of care (integrated with traditional clinical ones) must be part of the strategy of the New Public Health in Italy, in particular towards cancer patients. Consistent studies have shown that the family caregiver reports a worse state of health than both the same patient and the general population. The salutogenic model, based on the dimensions of the Sense of Coherence and the General Resources of Resistance, able to moderate the stressful impact of the workload (Burden Of Care) of the cancer patients’ family caregivers, offers important perspectives for improving the quality of care in the family context.
Objectives: as part of a wider project aimed at developing tools to support family caregivers of cancer patients, a research was carried out to describe the degree of perception of the Sense of Coherence and Burden of care of family caregivers in relation to their individual characteristics.
Methods: a voluntary basis convenience sample of family caregivers participated in an individual interview based on a questionnaire divided into three parts: the Orientation to Life test (OtLq 13item) for the Sense of Coherence, the Chronic Burden Inventory (CBI) test for the Burden of Care, individual demographic and socio-economic variables.
Results: the mean total score of the OtLq was 55.97 (SD 4.465). The components: Comprehensibility: 24.01 (DS 3.120); Manageability: 18,89 (DS 1,649); Meaningfulness 13,07 (DS 2,292). The total mean Burden of Care score measured by CBI was 29.08 (SD 13.461). The components of the CBI: Time-dependent burden (7.91 (SD 5.082), Evolutive burden (6.06, SD 3.872), Physical burden (7.73, SD 3.015), Social burden (5.63 , SD 4.061), Emotional burden (1.73, SD 1.920).
Conclusions: the research highlighted the most important variables capable of influencing caregiving and supporting initiatives, highlighting the lower Sense of Coherence compared to other research and thus confirming the need to support the caregiver’s internal resources as a stress limiting factor. The results suggest that any support tool should tend to strengthen the dyadic relationship, above all by acting on the emotional component of the burden of care. Specific attention must be paid to the gender dimension and language for the latter’s relationship with the level of education. Starting from the results, new lines of research are identified.
Autore per corrispondenza: giancarlo.pocetta@unipg.it
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Strengthening Resilience: reflexions for research and practice during pandemia times
Erio Ziglio, Marco Rigo
DOI: 10.48291/SISA.65.2.6
Rafforzare la resilienza: riflessioni per la ricerca e la pratica in tempo di pandemia
Strengthening Resilience: reflexions for research and practice during pandemia times
DOI: 10.48291/SISA.65.2.6
Erio Ziglio*, Marco Rigo**
*Professore Onorario, Health University of Applied Sciences Tyrol. Austria; Visiting Professor, Glasgow Caledonian University, Londra, Regno Unito; Membro del corpo insegnante al Management Centre Innsbruck; Già Direttore, Ufficio Europeo per gli Investimenti per la Salute e lo Sviluppo, Organizzazione Mondiale della Salute
**Medico di Medicina Generale; Membro dI SDE (International Society of Doctors for Environment); Membro di RISMA (Rete Italiana dei Medici Sentinella per l’Ambiente)
Parole chiave: promozione della salute, resilienza, risorse salutogeniche, salute pubblica
RIASSUNTO
Introduzione: questo articolo mette assieme le esperienze di due professionisti entrambi coinvolti, benché con ruoli diversi, nel campo della salute pubblica. Il background degli autori spazia dalla ricerca sui determinanti sociali della salute e da anni di supporto scientifico ai paesi di medio-alto reddito (Erio Ziglio), alla ricerca clinica e sui determinati ambientali combinata con il lavoro sul campo come medico di base (Marco Rigo). L’articolo propone delle riflessioni sulla cura, sulla prevenzione nonché sulla promozione della salute. Individua alcune aree di ricerca per una modernizzazione della pratica e del miglioramento degli interventi di salute pubblica. All’interno di questa impostazione generale l’articolo si focalizza su un elemento troppo spesso trascurato sia nelle pratiche di assistenza sanitaria che nell’approccio alla salute pubblica: la resilienza.
Obiettivi: l’obiettivo principale di questo articolo è di portare un contributo, sia concettuale che di strategia di promozione della salute, per rafforzare le capacità di resilienza e migliorare in tal modo gli outcomes e ridurre le iniquità di salute. La pandemia da Covid-19 viene presa come esempio contingente, ma l’impostazione concettuale fornita dagli autori può essere applicata o adattata a tutte le sfide per la promozione e tutela della salute nonché per il contrasto delle iniquità.
Metodi: l’articolo si basa su una comprensiva analisi della letteratura scientifica su resilienza e salute condotta da Erio Ziglio. Questa analisi è integrata da osservazioni nel campo della pratica medica di base fatte da Marco Rigo.
Risultati: dall’analisi effettuata scaturiscono quattro riflessioni di ordine strategico ed organizzativo. Esse possono essere così riassunte: (i) per proteggere e promuovere la salute la resilienza deve essere protetta e rafforzata a livello individuale, di comunità e di sistema. A tale scopo l’analisi identifica e descrive quattro capacità di resilienza; (ii) una delle lezioni fondamentali da apprendere dalla pandemia di Covid-19 è che nessuna economia europea può esimersi dal rivedere suoi investimenti per ottenere migliori risultati di salute. Questa revisione deve essere parte integrante di una politica per la realizzazione dei diritti umani e per uno sviluppo sociale ed economico equo e sostenibile; (iii) vi è un urgente bisogno di facilitare la cooperazione, coordinazione ed integrazione di azioni atte a migliorare l’efficacia ed efficienza delle misure di salute pubblica; e (iv) il tempo è ormai maturo per un una ricerca innovativa che sappia complementare gli sforzi clinici, che hanno come principale obiettivo l’identificazione dei processi patogenici, con gli studi che cercano di capire i fattori protettivi e salutogenici. Quest’ultimi hanno l’obiettivo di capire come rafforzare le risorse individuali e di una comunità affinché le persone possano avere più controllo sulla loro salute al fine di proteggerla e migliorarla. La resilienza è un elemento fondamentale di queste risorse.
Conclusioni: seppur nella sua tragicità questa pandemia deve essere l’occasione per sviluppare una strategia innovativa ed efficace per promuovere la salute, prevenire le malattie e ridurre le iniquità. Una strategia che si sposi con uno sviluppo sostenibile sia socialmente che ecologicamente. Non cogliere quest’occasione ci troverà ancora impreparati per le sfide future che le nostre società avranno in campo sanitario, sociale, economico ed ambientale.
Key words: family health promotion, resilience, salutogenic assets, public health
SUMMARY
Introduction: this article draws on the experience of two professionals who, notwithstanding their different roles, are engaged in the field of public health. Their backgrounds cover research on the social determinants of health coupled with years of scientific support for middle to high income countries (Erio Ziglio) and clinical studies and research into environmental determinants combined with practical work as a general practitioner (Marco Rigo). The article addresses issues pertaining to the treatment and prevention of disease and to health promotion. It points to a number of areas calling for research into how to modernise practice and improve the way in which public health interventions are structured. Within this overall framework, the article focuses on an element that tends all too often to be overlooked by healthcare practice and the public health approach alike: resilience.
Objectives: the main goal of this article is to contribute to bolstering the capacity for resilience as a means of improving health outcomes. The Covid-19 pandemic is taken as a topical example, but the conceptual approach offered by the authors can be applied or adapted to any challenges that arise in promoting and protecting population health and tackling inequality.
Methodology: the article is based on a comprehensive analysis of the scientific review in the area of resilience and health conducted by Erio Ziglio, combined with observations from clinical practice made by Marco Rigo.
Results: the analysis contained in the article results in four main reflections of a strategic, conceptual and organizational nature. They can be summarised as follow: (i) in order to create conditions for individual and population health, resilience must be strengthened at individual, community and system level. Four resilience capacities are described; (ii) no European country can avoid a deep reconsideration and reprioritization of its investment in bringing about better health and sustainable equitable development; (iii) there is an urgent need to facilitate cooperation, coordination and integration of measures aiming at improving public health effectiveness and efficiency; and (iv) the time is now ripe to complement clinical progress in the identification of the pathogenic factors impacting on ill-heath with research on the salutogenic assets that help individuals and community to be more in control of the determinants of their health.
Conclusions: the pandemic, with all the tragedy it has brought in its wake, must serve as an opportunity to devise an innovative and effective strategy for promoting health, preventing disease and reducing inequality. A strategy that goes hand in glove with socially and environmentally sustainable development. Failure to do so will leave us unprepared, once again, in the face of health, social, economic and environmental future challenges confronting our societies.
Autore per corrispondenza: ziglioe@gmail.com
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