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La Salute Umana n. 295
20,00€
Numero Monografico
Micro e nanoplastiche: dalla valutazione dei rischi a un’azione efficace di prevenzione
a cura di Maria Grazia Petronio
Questo Numero Monografico è opera del gruppo di lavoro, promosso da Associazione Italiana Medici per l’Ambiente-ISDE Italia e Rete italiana Medici Sentinella (RIMSA), che ha attivato una Campagna nazionale di prevenzione dei danni alla salute umana da esposizione alla plastica.
Si calcola che in media ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscano in mare e che al momento ce ne siano oltre 150 milioni di tonnellate, secondo alcune stime nel 2050 nell’acqua marina si troverà più plastica che pesce in termini di massa.
Micro e nano plastiche (MNP) sono state rilevate anche nell’atmosfera e si sa che possono essere trasportate dal vento raggiungendo così zone apparentemente incontaminate del nostro pianeta. La loro presenza è stata rilevata in specie di animali commestibili, nell’acqua potabile e in diversi alimenti destinati al consumo umano. La distribuzione ubiquitaria delle MNP nell’ambiente rappresenta quindi un’emergenza mondiale e suscita molta preoccupazione soprattutto per il loro possibile impatto sulla salute di tutti gli esseri viventi. La dimostrazione della presenza di MNP in campioni di feci umane, in tutti i liquidi biologici e in tutti gli organi è una chiara dimostrazione di ciò che prima si poteva solo ipotizzare.
Questi dati, già di per sé inquietanti, sono ulteriormente aggravati da osservazioni recenti che dimostrano la capacità di queste nanostrutture di attraversare le barriere biologiche, di concentrarsi nel cervello in maggior misura rispetto ad altri organi come fegato e reni, di essere presenti nel latte umano, nello sperma e negli ovociti con possibili effetti transgenerazionali.
Con la pubblicazione di questo numero monografico, i membri del gruppo di lavoro hanno inteso fornire alla comunità medica, e non solo, un aggiornamento sullo stato delle conoscenze sulle fonti e la diffusione della plastica e delle MNP nell’ambiente, sulle modalità di esposizione da parte dell’uomo e della donna e sulla particolare suscettibilità di alcune fasce di popolazione e di alcune fasi particolari della vita (ad es. gravidanza e primi mille giorni di vita).
Indice
Introduzione/Maria Grazia Petronio, Simonetta Marucci
I Parte
La plastica fonti, diffusione e vie di esposizione
La plastica un enorme danno ambientale e per la salute umana. Una campagna nazionale di prevenzione/Maria Grazia Petronio e tutto il gruppo di lavoro
Plastica e One-Health/Pietro Forghieri, Maria Grazia Petronio, Anastasia Cataldo, Andreea Mihaela Butnaru, Paolo Lauriola
Plastica e inquinamento outdoor e indoor/Laura Reali, Mara Tommasi, Stefania Russo, Maria Grazia Petronio
La plastica negli alimenti/Gea Oliveri Conti
La plastica nei cosmetici/Eloise Pulvirenti
La plastica nei materiali tessili/Annamaria Moschetti, Maria Teresa Maurello, Maria Grazia Petronio
II Parte
I meccanismi di danno
Microplastica e interferenza con il sistema endocrino/Simonetta Marucci, Gea Oliveri Conti, Margherita Ferrante
Microplastiche e fertilità maschile e femminile. Quali rischi per la salute riproduttiva delle presenti e future generazioni?/Luigi Montano, Maria Grazia Petronio, Alberto Mantovani
La plastica nella placenta e nel latte e gli effetti sulla salute umana/Antonio Ragusa
La plastica e i primi mille giorni di vita/MaraTommasi, Maria Filomena Valentino, Anna Maria Moschetti, Sergio Bernasconi, Laura Reali
Microplastiche e cancro/Margherita Ferrante
Sostanze poli e perfluoroalchiliche nella plastica/Vincenzo Cordiano
III Parte
Come ridurre l’esposizione
Suggerimenti per ridurre il consumo di plastica in medicina/Sandra Vernero, Antonio Bonaldi
Ridurre la plastica negli studi dentistici: buone prassi e suggerimenti pratici/Claudio Lupo
Plastica e fallacia del pensiero umano/Antonio Ragusa
10 consigli per ridurre l’esposizione e la contaminazione ambientale
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Maria Grazia Petronio e Simonetta Marucci
OPEN ACCESS
Questo numero monografico è stato redatto dal gruppo di lavoro1 che ha promosso e attivato una Campagna nazionale di prevenzione dei danni alla salute umana da esposizione alla plastica. Tutti gli articoli sono frutto di un lavoro collettivo che va avanti ormai dal 2022 e che ha prodotto diversi materiali informativi pubblicati sulla pagina web dedicata https://www.isde.it/proget- to-plastica/.
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La plastica un enorme danno ambientale e per la salute umana. Una campagna nazionale di prevenzione
Maria Grazia Petronio e tutto il gruppo di lavoro
OPEN ACCESS
Abstract
Da molti anni i materiali di plastica sono presenti nelle nostre attività quotidiane e rappresentano una quota consistente dei rifiuti prodotti o abbandonati, che causano inquinamento ambientale con contaminazione del mare, del suolo e dell’a- ria. I frammenti più piccoli, definiti microplastiche (MP) e nanoplastiche (NP), penetrano nell’organismo con l’aria che respiriamo, con gli alimenti che consumiamo, con l’acqua e le bevande in bottiglia di plastica, per contatto con tessuti sintetici, con giocattoli di plastica, con cosmetici. Gli impatti sulla salute si verificano in ogni fase del ciclo di vita della plastica, dall’estrazione di carbone, petrolio e gas, all’uso dei prodotti, al processo di riciclaggio, fino allo smaltimento finale. Il problema dei rischi legati alla presenza della plastica nell’ambiente, comprese le conseguenze per la salute uma- na, è ormai all’attenzione di tutti gli organismi scientifici, sia ambientali sia sanitari, del mondo intero.
Se consideriamo sia i trasporti che le attività domestiche, i cittadini generano almeno tre quarti (77%) dei rilasci di MP, il resto è generato dalle industrie. L’informazione dei cittadini pertanto è fondamentale se si vuole prevenire l’espo- sizione alle MNP. I medici di medicina generale, i pediatri e tutti gli specialisti che operano sul territorio ed in ambito ospedaliero, rappresentano una formidabile rete di prevenzione che può raggiungere tutti i cittadini. I medici possono direttamente fornire informazioni, consigli e prescrizioni, volti a ridurre il contatto con la plastica specialmente nei primi anni di vita. L’acquisizione della consapevolezza dei possibili danni derivanti dalla plastica da parte dei medici è, dunque,il primo dei passaggi per una più ampia diffusione dell’informazione di tutta la comunità.
Questa consapevolezza, avvalorata da diversi studi scientifici e dalla costante osservazione del fenomeno, è ciò che ha portato l’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente ISDE-Italia e la Rete dei Medici Sentinella (RIMSA) a dar vita ad un gruppo di lavoro multidisciplinare cui hanno aderito, fin dall’inizio, la Federazione Italiana Medici di Medicina Ge- nerale (FIMMG), l’Associazione Medici Endocrinologi (AME), l’Associazione Culturale Pediatri (ACP), la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), la Società Italiana di Pediatria (SIP), la Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI), Choosing Wisely Italy, la Facoltà di Scienze dell’alimentazione Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, le associazione Plastic Free e Verdenti.
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Pietro Forghieri, Maria Grazia Petronio, Anastasia Cataldo, Andreea Mihaela Butnaru, Paolo Lauriola
OPEN ACCESS
Nel corso dei secoli è emersa una maggiore consapevolezza circa la necessità di un approccio olistico orientato alla salute in termini globali dal momento che il benessere umano, animale e ambientale risultano strettamente interconnessi e partecipano a un equilibrio ecologico molto articolato. Il coinvolgimento multidisciplinare di medici, veterinari, esperti ambientalisti, economisti, sociologi e politici per affrontare le problematiche sanitarie permette di valorizzare e integrare le rispettive conoscenze e competenze adottando un modello di pensiero sistemico. Uno dei più grossi insegnamenti che deriva dalla tumultuosa e drammatica esperienza del COVID-19 è la complessità dei fenomeni di salute e dei sistemi sanitari.
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Laura Reali, Mara Tommasi, Stefania Russo, Maria Grazia Petronio
Abstract
Le micro- e nano-plastiche (MNP) sono state osservate per la prima volta nell’ambiente atmosferico nel 2016. Da quel momento in poi, sono state rilevate in grande quantità in campioni atmosferici sia all’aperto che negli ambienti interni. L’ampia distribuzione delle MP è dovuta alle loro dimensioni molto piccole (da 1 μm a 5 mm) e alla loro bassa densità, che insieme favoriscono un trasporto rapido e a lunga distanza. A causa della mancanza di standardizzazione dei metodi di analisi e delle procedure di campionamento e anche della numerosità delle tipologie circolanti dei polimeri di origine, sono carenti dati accurati sul contributo delle Microplastiche (MP) al particolato sottile (PM) aerodisperso. Quindi le esposizioni respirabili negli esseri umani non possono essere stimate in modo affidabile, tuttavia, le MP disperse nell’aria sono state chiaramente identificate come una fonte emergente di inquinamento da particolato. In ambiente urbano, le MP sono state trovate in tutti i campioni di aria, con tassi di deposizione che vanno da 575 a 1.008 MP/m2/giorno. Nella maggior parte (92%) dei casi si trattava di fibre derivanti da 15 principali polimeri a base petrolchimica identificati.
Le MNP possono essere rilasciate nell’atmosfera da una serie di fonti, tra cui gli pneumatici, i tessuti sintetici, le vernici, lo spandimento del compost, i fanghi delle acque reflue, ma sono anche trasportate in atmosfera dalle correnti eoliche. È plausibile che l’inalazione di MP comporti effetti nocivi sulla salute umana e sulla sicurezza alimentare, il fenomeno va quindi accuratamente studiato per valutare i rischi da esposizione per l’uomo.
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Gea Oliveri Conti
Abstract
Pure avendo diverse informazioni sulle singole fonti di micro- e nanoplastiche (MNP) nei cibi (dalla produzione, alla preparazione, all’imballaggio, alla conservazione) non sappiamo ancora, ad oggi quale sia la quantità totale di microplastiche ingerite dall’uomo. Molti studi hanno quantificato l’Estimated Daily Intake (EDI) per vari alimenti, soprattutto pe- sce e vegetali e altri studi hanno evidenziato danni potenziali legati alla presenza di MP sia negli animali che nell’uomo. Nella preparazione dei cibi, anche domestica, la possibilità di avere una contaminazione di MNP è elevata in virtù dell’utilizzo della plastica in tutti gli oggetti d’uso che vengono in contatto con gli alimenti (pentole, strofinacci, spugne, utensili, pellicole etc.). In attesa che venga meglio quantificato il rischio per l’intera popolazione esposta è assolutamente necessario ridurre la produzione e l’uso della plastica (incominciando da quella inutile e meno utile).
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Eloise Pulvirenti
Abstract
Le microplastiche (MPs), particelle di plastica inferiori a 5 mm, sono onnipresenti nell’ambiente e rappresentano una grave minaccia per gli ecosistemi acquatici e per il suolo e gli organismi viventi. L’industria cosmetica contribuisce significativamente all’inquinamento da MPs attraverso l’uso di microgranuli in prodotti esfolianti e detergenti. Questo articolo analizza la presenza di MPs nei cosmetici più comuni, valutando gli effetti sulla biodiversità marina e sulla salute umana. Inoltre, vengono esaminate le normative esistenti e le alternative sostenibili disponibili, come l’uso di ingredienti di origine naturale. I risultati ottenuti evidenziano l’urgente necessità di adottare misure più rigorose per ridurre l’uso delle MPs nei cosmetici.
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Annamaria Moschetti, Maria Teresa Maurello, Maria Grazia Petronio
Abstract
Tessuti sintetici come ad esempio poliestere, acrilico e nylon sono derivati dal petrolio e contengono numerosi prodotti chimici e coloranti che determinano inquinamento ambientale in varie fasi, dall’estrazione delle materie prime, alla produzione di fibre, alla tintura e finitura dei prodotti, al trasporto, all’utilizzo da parte dei consumatori, allo smal- timento finale. I tessuti perdono inoltre microfibre durante la fabbricazione, l’uso, lo smaltimento, ma soprattutto duran- te il lavaggio, contaminano l’aria esterna e degli ambienti interni, sono diffuse nei mari di tutto il mondo, nei sedimenti, nella biomassa e nelle acque dolci. Il fenomeno in aumento della Fast Fashion utilizza materiali di bassa qualità portando ad un forte aumento della quantità di indumenti prodotti, utilizzati e poi velocemente scartati perché “non più di moda“. Sono allo studio tutti i potenziali rischi correlati alla diffusione dei tessuti sintetici e della plastica sulla salute umana, considerando varie vie di esposizione, con particolare riferimento all’età pediatrica.
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Microplastica e interferenza con il sistema endocrino
Simonetta Marucci, Gea Oliveri Conti, Margherita Ferrante
Abstract
Nonostante la loro distribuzione ubiquitaria, le conoscenze e le informazioni sui danni alla salute legati alle Microplasti- che (plastiche con dimensioni tra 1 micron e 5 mm- MPs) sono limitate ma in veloce evoluzione.
Le microplastiche con dimensioni tra 0.1-10 μm possono attraversare le membrane biologiche, la barriera emato-encefalica, e persino la placenta, con la possibilità di bioaccumulo nel fegato, e nel cervello, e a causa delle sostanze interferenti endocrine (IE) contenute o trasportate, sono in grado di interferire con vari recettori ormonali, a livello degli assi Ipotalamo-Ipofisi Tiroide (HPT=Hypothalamus-Pituitary-Thyroid), Ipotalamo-Ipofisi-Surrene (HPA=Hypothalamus-Pituitary-Adrenal) ed Ipotalamo-Ipofisi-Gonadi. (HPG=Hypothalamus-Pituitary-Gonads).
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Luigi Montano, Maria Grazia Petronio, Alberto Mantovani
Abstract
La crescente presenza di microplastiche (MP) e nanoplastiche (NP) nell’ambiente rappresenta un’emergenza globale, con implicazioni rilevanti per la salute umana, inclusa la fertilità. Questi contaminanti emergenti, derivanti sia dal deteriora- mento della plastica che da processi industriali, sono stati rinvenuti in vari tessuti umani e fluidi corporei, suggerendo un accumulo significativo nel corpo umano attraverso l’ingestione, inalazione e il contatto. Recenti studi hanno documentato la presenza di MNP nel liquido seminale e nel fluido follicolare, ipotizzando che possano compromettere l’integrità del patrimonio genetico e interferire con la funzione riproduttiva. Le MNP inoltre possono contribuire al calo della fertilità maschile e femminile attraverso vari meccanismi, sia veicolando sostanze chimiche che alterano l’equilibrio ormonale (Interferenti endocrini) sia direttamente, inducendo infiammazione e stress ossidativo,. L’esposizione a MP e NP può quindi entrare in sinergia con il classico inquinamento chimico e costituire un fattore di rischio emergente per la fertilità globale. Data la crescente evidenza dei loro effetti deleteri dimostrati su colture cellulari e modelli animali, è essenziale intraprendere misure per ridurre l’esposizione alla plastica e migliorare la qualità ambientale per proteggere la salute riproduttiva.
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Antonio Ragusa
Abstract
Le micro e le nano plastiche (MP e NP) sono presenti ovunque, anche nella placenta e nel latte umano. Le MP e NP entrano nel corpo umano attraverso la respirazione, la pelle e il tratto gastrointestinale.
Le MP/NP possono alterare diverse vie di regolazione cellulare nella placenta e nel latte materno: i meccanismi di immu- nità, di ossidazione, di metabolismo, stoccaggio e produzione dei lipidi nonché l’azione di alcune importanti proteine. Queste alterazioni possono condurre a malattie nel breve (neonati) e nel lungo termine (vita adulta). Il problema non è solo la plastica, le sostanze chimiche presenti nei prodotti di plastica, tra cui ad esempio gli ftalati, il bisfenolo A (BPA) e l’alcol polivinilico agiscono, di fatto, come interferenti endocrini. Il saggio delinea lo stato attuale della ricerca sulla presenza di MP/NP nella placenta e nel latte umano.
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Mara Tommasi, Maria Filomena Valentino, Anna Maria Moschetti, Sergio Bernasconi, Laura Reali
Abstract
Nel 2021 l’University school of medicine di New York ha pubblicato i risultati di uno studio che mostrava come nei bambini le concentrazioni di microplastiche (MP) nelle feci fossero ben 10 volte maggiori di quelle dell’adulto. Il bambino è molto più vulnerabile rispetto all’adulto alle sostanze inquinanti, comprese le plastiche e gli effetti dell’esposizione precoce possono manifestarsi durante tutta la sua vita. Gli operatori sanitari hanno un ruolo fondamentale nel rilevare questi rischi e nel suggerire alle famiglie raccomandazioni specifiche su stili di vita e comportamenti corretti: utilizzo di materiali a contatto con alimenti (MOCA), giocattoli, cosmetici, prodotti per igiene, tessuti.
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Margherita Ferrante
Abstract
Le plastiche sono composti complessi, sintetizzati artificialmente dall’uomo, che, essendo pensate per diversi usi e differenti tipologie di mercato, contengono un elevato numero di sostanze che le rendono maggiormente pericolose per l’ambiente e per la salute. In particolare, con l’usura si produce un’enorme quantità di micro e nanoplastiche che si disperdono nell’ambiente veicolando anche i contaminanti che contengono e adsorbendo altri contaminanti e microrga- nismi che trovano nell’aria, nell’acqua e nel suolo. Gli organismi viventi, uomo compreso, le assorbono e numerosi studi hanno rilevato micro e nanoplastiche nei diversi compartimenti ambientali e in diversi tessuti di piante, animali e esseri umani. Vari Autori hanno correlato le microplastiche ad effetti dannosi su cellule vegetali, animali e umane e su diversi organismi viventi. Attualmente sono in corso studi per verificare gli effetti e i meccanismi di danno sull’uomo. Particolare attenzione è rivolta al potenziale delle nano e microplastiche come agenti che aumentano il rischio cancerogeno negli esseri umani. Non vi è dubbio che plastiche e plastificanti alterino i meccanismi genetici, ormonali ed epigenetici. Re- stano ancora da chiarie i meccanismi di danno e di alterazione per dare l’evidenza scientifica ad un processo decisionale informato da parte degli organismi di regolamentazione e dei responsabili politici. Ma è, nel frattempo, urgente porre in atto azioni efficaci per minimizzare e regolamentare l’uso e la dismissione della plastica.
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Vincenzo Cordiano
Abstract
Le poche molecole che sono state valutate approfonditamente, fra le migliaia che compongono la famiglia delle sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS), sono state associate dalla comunità scientifica indipendente principalmente all’aumento del rischio di disturbi del metabolismo glicolipidico, malattie cardiovascolari, epatopatie, immunotossicità, alterazioni della fertilità in entrambi i sessi, cancro renale e testicolare. Gli effetti tossici dei PFAS possono essere potenziati dalla co-esposizione alle microplastiche (MP), essendo questi due inquinanti emergenti presenti contemporaneamente nelle matrici ambientali naturali e nei tessuti degli esseri viventi, animali e vegetali. La mancanza di informazioni sulla maggioranza dei PFAS aumenta la necessità di adottare il principio di precauzione per prevenire ulteriori danni alla salute da parte dei composti perfluorurati. Uno dei principali motivi di incertezza è che la maggior parte degli studi epidemiologici sull’uomo sono di tipo trasversale e non longitudinale. La preoccupazione si estende ovviamente anche ai “nuovi” PFAS, che sono stati introdotti dall’industria (in sostituzione di quelli “vecchi” o “legacy“ PFAS banditi in Europa e negli USA) senza che siano state fornite prove della loro innocuità a breve e a lungo termine.
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Suggerimenti per ridurre il consumo di plastica in medicina
Sandra Vernero, Antonio Bonaldi
Abstract
Negli ultimi anni, anche nel settore sanitario si è registrato un enorme aumento della plastica, in particolare per quanto riguarda i dispositivi medici e il materiale monouso impiegato per ridurre il rischio infettivo. Recentemente sono emersi, però, numerosi effetti nocivi per la salute legati alla plastica derivanti dalla penetrazione nell’organismo dei suoi frammenti più piccoli (micro e nanoplastiche) e degli additivi in essa contenuti, che si aggiungono a quelli provocati dalla dispersione nell’ambiente della plastica e dei suoi prodotti di degradazione e dalla immissione in atmosfera di gas climalteranti.
I professionisti sanitari devono esserne consapevoli e adottare comportamenti allineati ai principi dell’economia circolare allo scopo di:
- ridurre il consumo di materiale plastico specie monouso, senza compromettere la qualità e la sicurezza delle cure,
seguendo, per esempio, le raccomandazioni di appropriatezza indicate da Choosing Wisely;
- sostituire ove possibile i prodotti monouso di plastica con materiale biodegradabile o riutilizzabile;
- aumentare la raccolta differenziata della plastica, per permetterne il riciclo.
Inoltre i professionisti devono porre molta attenzione a ciò che viene acquistato, avendo cura di considerare l’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita dei prodotti, e le direzioni aziendali devono porre tra le loro priorità strategiche anche le iniziative che si propongono di mitigare gli effetti nocivi delle attività di assistenza.
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Claudio Lupo
Abstract
Prendere l’impronta è una procedura frequente in odontoiatria: lo si fa nei casi in cui si deve studiare l’occlusione di una persona ai fini protesici (protesi dentali totali o parziali rimovibili, fisse, come ponti e corone), ortodontici, implantologi- ci, in sostanza tutte le volte in cui il paziente ha bisogno di un apparecchio dentale. In questo caso si vuole però rilevare un’impronta diversa: quella ecologica dello studio odontoiatrico.
L’obiettivo della Direttiva europea 2019/904 (SUP – Single Use Plastic), recepita dall’Italia il 30 novembre 2021 ed entrata in vigore il 14 gennaio 2022, è quello di limitare la produzione e l’utilizzo della plastica monouso al fine di “ridurre i rifiuti, sviluppare un’economia circolare e promuovere un futuro sostenibile per tutti!”. La Direttiva mette al bando alcuni prodotti realizzati con plastica monouso ed invita gli Stati membri ad attivare azioni di promozione ed in- centivazione all’utilizzo, produzione e commercializzazione di plastiche biodegradabili e riciclabili.
La normativa però non interessa i prodotti monouso utilizzati negli studi odontoiatrici, come ad esempio le cannule aspirasaliva, perché dispositivi medici, e neppure i bicchierini di plastica la cui vendita è ancora consentita anche per l’utilizzo quotidiano, vengono solo vietate la produzione e la vendita di quelli realizzati con polistirolo espanso. Va ricordato che in commercio esistono, comunque, già oggi strumenti monouso per l’utilizzo odontoiatrico realizzati con materiali biocompatibili o riciclabili.
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Antonio Ragusa
Abstract
Il saggio spiega i probabili motivi cognitivi alla base dell’attuale “indifferenza” umana al problema della plastica e approfondisce i motivi per cui le aziende produttrici di materiale plastico non autoregoleranno il loro operato, vi è la forte necessità di un azione politica.
Infine, si delineano le possibili soluzioni comportamentali personali e politiche al problema dei rifiuti plastici.
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a cura del gruppo di lavoro
OPEN ACCESS
L’esposizione a numerose sostanze tossiche potrà essere ridotta se governi e aziende attueranno politiche finalizzate a ridurre al massimo la produzione e l’uso quotidiano della plastica e delle micro-nanoplastiche (MNP) e sapranno mettere in pratica una gestione virtuosa dei rifiuti, efficace nel limitare la circolazione delle microplastiche, tutelando così la salute pubblica e l’ambiente.
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