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Indice
Lo scopo di questo numero monografico dedicato alle Case della Comunità è duplice: da una parte, evidenziare come, nella situazione italiana dei servizi sanitari e sociali, esitano esperienze realizzate negli ultimi anni in diversi territori che hanno cercato di mettere in pratica alcuni orientamenti paradigmatici che hanno anticipato e si ritrovano nel nuovo assetto dell’assistenza territoriale delineato dal DM 77 del 2022; dall’altra, presentare alcuni percorsi di avvio e transizione ad un nuovo assetto che muovono da specifiche sperimentazioni – e non da modellistiche standard calate dall’alto – che coinvolgono i professionisti interessati, gli esponenti degli Enti di Terzo Settore e, in alcuni casi, i cittadini, i giovani, gli utenti dei servizi.
Le esperienze del primo tipo riguardano alcune Case della Salute che sono andate oltre l’assetto poliambulatoriale prettamente sanitario caratterizzante la loro prima versione, sperimentando nuovi indirizzi operativi, quali l’Unità delle Cure Primarie, l’avvio della sanità d’iniziativa, il coinvolgimento delle associazioni di volontariato e degli Enti locali, nonché sviluppando forme attive di partecipazione e coinvolgimento di comunità; in altri casi si è partiti dalla costituzione di Medicine di Gruppo Integrate che si sono dotate di una sede unificata, di personale di segreteria clinica e di una consistente presenza infermieristica, avviando collaborazioni col servizio sociale comunale, attività di educazione alla salute e partecipazione comunitaria.
Altri casi qui riportati riguardano esperienze di interprofessionalità (quali l’ambulatorio comune fra MMG e psicologi) o di sviluppo di nuove professionalità (come quella dell’Infermiere di Famiglia e Comunità) che hanno praticato nuovi metodi di lavoro sul campo divenuti laboratori di sperimentazione (come il caso delle Microaree triestine) di un nuovo assetto di prossimità sociale e di lavoro di rete dei servizi socio-sanitari. In altre situazioni di partenza, si è intensamente lavorato alla costituzione di gruppi interprofessionali socio-sanitari-educativi capaci di sviluppare progetti specifici di ampio respiro su temi caldi della propria comunità di riferimento (come ad esempio il disagio adolescenziale).
Relativamente ai percorsi di transizione in atto, si documentano in questo fascicolo alcuni recenti sviluppi post-Covid di progettualità avviate negli anni precedenti, in particolare relative alla partecipazione giovanile, ma anche esperienze pilota di lavoro interdisciplinare e interprofessionale orientate al superamento delle diseguaglianze di cura attivate sulla base di metriche di salute, ovvero indicatori di bisogno, di accesso e di esito.
Fra i più completi e integrati esempi di transizione in atto, viene presentata una serie di approfondimenti convergenti che si stanno sviluppando nel territorio parmense. In questo ambito, si evidenzia il concorso di tutte le principali istituzioni e attori di welfare alla progettazione e attuazione di una serie coordinata di innovazioni organizzative, metodologiche e paradigmatiche orientate a sperimentare una transizione complessiva dell’assetto di welfare. Queste sperimentazioni si caratterizzano per la loro focalizzazione basata non solo o tanto sui progetti strutturali, ma piuttosto sul coinvolgimento di tutti i professionisti e degli altri attori comunitari significativi in percorsi di transizione fortemente partecipati dagli stessi soggetti operanti nei nuovi contesti comunitari.
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Preparatory experiences and start-up routes for the Community Houses
Marco Ingrosso, Fulvio Lonati
DOI 10.48291/SISA.68
OPEN ACCESS
DOI 10.48291/SISA.68 Sistema Salute, 68, 4, 2024: pp. 413-424
Esperienze preparatorie e percorsi di avvio delle Case della Comunità
Preparatory experiences and start-up routes for the Community Houses
Marco Ingrosso, Fulvio Lonati
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Towards a health community in the Serio river area: the evolution of the Parachutes project in the perspective of the Community House
Monica Altobelli, Maria Grazia Gritti, Mauro Orlandi, Annamaria Cremaschi
DOI:10.48291/SISA.68.4.2 i
DOI:10.48291/SISA.68.4.2 Sistema Salute, 68, 4, 2024: pp. 425-437
Verso una comunità della salute sul Serio: l’evoluzione del progetto Paracadute nella prospettiva della Casa della Comunità
Towards a health community in the Serio river area: the evolution of the Parachutes project in the perspective of the Community House
Monica Altobelli 1, Maria Grazia Gritti 2, Mauro Orlandi 3, Annamaria Cremaschi 4
1 Pediatra di Libera Scelta
2 Assistente Sociale
3e 4 Medici di Medicina Generale
Parole chiave: salute di comunità, équipe, integrazione multiprofessionale, disagio psichico adolescente
RIASSUNTO
Dopo l’esperienza maturata durante l’emergenza sanitaria e sociale causata dal Covid-19, in Val Seriana, dove la pandemia ha colpito più duramente, si è costituito, all’interno dell’associazione di promozione sociale Shape, un gruppo informale di professionisti dell’area sanitaria, sociale ed educativa che, sulla base di valori fondanti quali la corresponsabilità per la salute come bene comune della comunità, la partecipazione e la multiprofessionalità, ha dato vita ad un progetto sanitario “Verso una Comunità della Salute sul Serio”, a partire dal tema del disagio adolescenziale. Attraverso la mappatura dei servizi territoriali in ambito sanitario, sociale ed educativo, ed incontri reciproci di conoscenza, formazione e confronto, è stato formato un team allargato, prodotte rubriche condivise e una piattaforma interattiva accessibile a ogni professionista, un gruppo di governance con rappresentanza dei professionisti diversi. Inoltre, contestualmente, è stato avviato un programma di promozione sociale per i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado, un programma di networking per i genitori ed un programma di formazione e networking per gli insegnanti. Sono state costruite molteplici connessioni interprogettuali e comunitarie coinvolgendo altre associazioni di volontariato ed enti del terzo settore. Il percorso è ancora in sviluppo, arricchito su focus diversi ed è in corso una valorizzazione dei progetti all’interno degli enti e dei servizi istituzionali di riferimento (ASST-Bergamo Est, area Val Seriana), auspicabilmente anche all’interno della nascente Casa della Comunità.
Key words: health of comunity, équipe, multi-professional integration, psycological disconfort of adolescent
ABSTRACT
After the experience gained during the health and social emergency caused by covid-19, in Val Seriana, where the pandemic hit hardest, the group was formed “Towards a health community on Serio”, within the association of social promotion Shape. This is an informal group of professionals in the health, social and educational area who, on the basis of founding values such as co-responsibility for health as a common good of the community, participation and multi-professionalism, has created a health project 360° degrees, starting from adolescent discomfort. Through the mapping of territorial services in the health, social and educational areas, mutual meetings for knowledge, training and discussion, an extended team was formed, shared rubrics were produced and an interactive platform accessible to every professional, a group of governance with representation of different professionals. Furthermore, at the same time, a social promotion program was started for lower secondary school children, a networking program for parents and a training and networking program for teachers. Multiple inter-project and community connections have been built involving other voluntary associations and third sector bodies. The path is still ongoing, enriched on different focuses and valorisation of the projects is underway within the institutional reference bodies and services (ASST-Bergamo Est, Val Seriana area), hopefully also within the nascent Home of Community
Autore per corrispondenza: monica@pediatraltobelli.it
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Participation that takes care: engagement of active citizens, healthcare operators and the young people in the District of the West, Piacenza AUSL
Giorgio Chiaranda, Giuseppe Magistrali
DOI:10.48291/SISA.68.4.3
DOI:10.48291/SISA.68.4.3 Sistema Salute, 68, 4, 2024: pp. 438-450439
La partecipazione che cura: il coinvolgimento della cittadinanza attiva, degli operatori sociosanitari e dei giovani nel Distretto di Ponente dell’AUSL di Piacenza
Participation that takes care: engagement of active citizens, healthcare operators and the young people in the District of the West, Piacenza AUSL
Giorgio Chiaranda*, Giuseppe Magistrali**
* Direttore dell’Unità operativa complessa medicina dello sport e promozione della salute, Ausl di Piacenza
** Direttore del Distretto di Ponente, Ausl di Piacenza
Parole Chiave: giovani, partecipazione, terzo settore, casa della comunità, promozione della salute
RIASSUNTO
Obiettivi: attivare, sostenere e ampliare un processo partecipativo sui temi della casa della salute e della comunità.
Metodi: percorso condotto dal 2019 ad oggi suddivisibile in due tempi (prima e dopo la pandemia). Per ciascun tempo si è svolta una fase ideativa con tecniche laboratoriali e una attuativa. Il secondo tempo si caratterizza per il coinvolgimento dei giovani e l’utilizzo dell’istituto della co-progettazione previsto dal codice del terzo settore.
Risultati: ideazione e realizzazione di rafforzamento della rete e delle forme partecipative; informazione; accoglienza e orientamento ai servizi; allestimento e animazione del Parco della salute; iniziative a favore delle persone fragili e dei loro caregiver. Sono state attivate attività sperimentali di co-progettazione con i ragazzi attraverso attività di promozione della salute nelle scuole.
Discussione: elementi caratterizzanti sono stati la presenza di competenze specifiche in approcci partecipativi tra gli operatori a supporto della vision della direzione di distretto. Il processo risulta coerente con gli indirizzi delle autorità internazionali su cure primarie, promozione della salute, delle comunità e dei ragazzi.
Key Words: youths, participation, third sector, community home, health promotion
ABSTRACT
Objectives: activate, sustain and develop a participatory process on Health and Community Homes.
Methods: the process has been carried on since 2019 split in two stages (before and after the pandemic). Each stage has been developed through a “creative” step (by means of laboratory techniques) and an operating step. Distinctive elements of the second stage were the involvement of young students and the use of the “coprogettazione” (project-with) legal instrument, in accordance with the third sector code.
Results: network and participation strengthening; delivery of information; welcome and orientation to health services; set up and animation of a “Health Park”; actions to sustain frail people and caregivers. We also activated experimental participatory activities on health promotion in schools.
Discussion: distinctive elements were the qualified competences on participatory process supporting the district directorship vision. This process came out to be consistent with the international guidelines for primary care and health promotion for communities and young people.
Autore per corrispondenza: G.Magistrali@ausl.pc.it
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The evolution of the Integrated Group Medicine of Cavarzere and Cona towards the House of the Community
Ornella Mancin, Tiziana Mattiazzi
DOI:10.48291/SISA.68.4.4
DOI:10.48291/SISA.68.4.4 Sistema Salute, 68, 4, 2024: pp. 451-465
L’evoluzione della Medicina di Gruppo Integrata di Cavarzere enCona verso la Casa della Comunità
The evolution of the Integrated Group Medicine of Cavarzere and Cona towards the House of the Community
Ornella Mancin1, Tiziana Mattiazzi2
1 Medico di Medicina Generale della Medicina di Gruppo Integrata di Cavarzere e Cona (VE)
2 Coordinatrice del personale della Medicina di Gruppo Integrata di di Cavarzere e Cona (VE)
Parole Chiave: Medicina di gruppo integrata, Casa della Comunità, medici di famiglia
RIASSUNTO
Nei comuni di Cavarzere e Cona, nell’area metropolitana di Venezia, sta per insediarsi una Casa della Comunità frutto di un percorso nato 12 anni fa con la costituzione di una Medicina di Gruppo Integrata (MGI) costituita da 15 medici, personale infermieristico e di segreteria. La MGI di Cavarzere e Cona, denominata Medicina Futura, in accordo con l’Azienda Sanitaria Locale (ASL), ha messo in atto una organizzazione che permette al cittadino di trovare un medico per i suoi problemi di salute 12 ore al giorno (estese a 24 se si considera l’attività della continuità assistenziale che opera nella stessa sede). I medici di famiglia e il personale sono infatti sempre presenti a turno nella sede centrale di Medicina Futura collocata in un’ala dell’ex Ospedale ormai dismesso. Medicina futura offre numerosi servizi alla popolazione, mette in atto una medicina di iniziativa e ha attivato diverse collaborazioni con gli specialisti in modo che i pazienti possano trovare in tale sede gran parte delle risposte primarie ai propri problemi di salute. Il modello si inserisce perfettamente nell’idea di Casa della Comunità che dovrebbe svilupparsi con il PNRR.
Key Words: integrated group medicine, Community House, family doctors
SUMMARY
In the municipalities of Cavarzere and Cona, in the metropolitan area of Venice, a Community House is about to be established as the result of a path born 12 years ago with the establishment of an Integrated Group Medicine Unit (MGI) consisting of 15 doctors, nursing staff, and administrative personnel. The MGI of Cavarzere and Cona, called ‘Medicina Futura’, in agreement with the Local Health Unit (ASL), has implemented an organization that allows citizens to find an available doctor 12 hours a day (a service extended to 24 hours if we consider the activity of the care continuity service that operates in the same location). Family doctors and staff take shifts so that they are always on duty at the headquarters of Medicina Futura located in a wing of the former hospital. Medicina Futura offers numerous services to the population, implements proactive healthcare, and has activated various collaborations with specialists so that patients can find most of the primary answers to their health problems at this location. Such a model fits perfectly with the idea of a Community House that should develop in accordance with the PNRR (National Recovery and
Resilience Plan).
Autore per corrispondenza: mancin.ornella2@gmail.com
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La Rosa di Terricciola: path and prospects of a Health House in transition towards the Community House
Stefano Moscardini, Patrizia Salvadori , Massimo Giraldi
DOI:10.48291/SISA.68.4.5
DOI:10.48291/SISA.68.4.5 Sistema Salute, 68, 4, 2024: pp. 466-483467
Rosa di Terricciola: percorso e prospettive di una Casa della Salute in transizione verso la Casa della Comunità
La Rosa di Terricciola: path and prospects of a Health House in transition towards the Community House
Stefano Moscardini1, Patrizia Salvadori 2, Massimo Giraldi 3
1 Medico di Medicina Generale, in pensione, già Coordinatore CdS La Rosa, Presidente Soc. Coop. di MMG “La Rosa Salute”
2 Direttrice Società della Salute AVC-Valdera
3 Medico di Comunità, responsabile U.F. Cure Primarie Valdera
Parole chiave: Casa della Comunità, equipe multiprofessionale territoriale, integrazione ospedale-territorio, coinvolgimento della comunità
RIASSUNTO
Questo articolo espone il percorso fatto per la costituzione della Casa della Salute (CdS) La Rosa e i passi ancora da compiere per giungere ad una Casa della Comunità (CdC) Hub. Si inizia dalla descrizione dell’ambito territoriale di pertinenza, con i servizi socio-sanitari esistenti all’inizio degli anni 2000, dai crescenti bisogni di salute dei cittadini residenti in una zona distante dal presidio ospedaliero di riferimento e dai bisogni dei Medici di Medicina Generale (MMG), ivi operanti, di aggregazione e confronto tra di loro e di integrazione con le altre figure professionali territoriali. Si descrivono tutti i passaggi fatti per arrivare alla CdS e quelli da fare per diventare una CdC Hub. Si elencano alcuni risultati non misurabili, come ad esempio il fatto che i MMG da singoli siano diventati un vero “gruppo”, e che, pur mantenendo aperti i propri studi periferici, hanno creato un centro unico di assistenza socio-sanitaria, dove si sono realmente integrati tra di loro e con le altre figure professionali operanti sul territorio, si sono creati percorsi diretti con le Unità Operative (UO) ed i servizi del presidio ospedaliero di riferimento e come la CdS sia diventata un reale punto di riferimento per i cittadini ed per le varie associazioni di volontariato, per qualsiasi necessità socio-assistenziale. Sono riportati anche risultati facilmente misurabili, come la riduzione degli accessi al Pronto Soccorso o dei ricoveri ospedalieri per motivi medici, dei cittadini residenti nel territorio di competenza. Nelle Case della Salute ora e della Comunità poi si può realizzare un centro di riferimento per tutti i cittadini di una zona coincidente con una Aggregazione Funzionale Territoriale dei MMG, nel quale ci si occupi di cronicità, mediante la Sanità d’Iniziativa, di fragilità con piani assistenziali individualizzati anche domiciliari, di prevenzione. e di educazione sanitaria, coinvolgendo anche le associazioni di volontariato, dove si risponda in maniera integrata ai bisogni sociali e socio-sanitari, ma si eroghi anche, specialmente in zone estese, a bassa densità di popolazione e distanti dal presidio ospedaliero di riferimento, prestazioni sanitarie per bisogni emergenti acuti, che possano trovare una risposta territoriale e non ospedaliera. Per questi ultimi bisogni la CdC deve essere aperta 24 ore su 24 con la presenza di MMG, a ciclo di scelta e ad orario, il supporto di personale infermieristico ed una idonea strumentazione che permetta una diagnostica di primo livello, anche tramite l’utilizzo della telemedicina.
Key words: Community House, multi-professional territorial team, hospital-territory integration, community involvement
SUMMARY
This article describes the path taken for the establishment of the Casa della Salute La Rosa and the steps still to be
taken to create a Hub Community House. We start from the description of the relevant territorial area, with the socio-health services existing at the beginning of the 2000s, from the growing health needs of citizens residing in an area distant from the reference hospital and from the needs of the doctors of General Medicine operating there for aggregation and comparison among themselves and for integration with other local professional figures. We describe all the steps taken to get to the Health House and those to be done to become a Hub Community House. Some non-measurable results are listed, such as the fact that general practitioners (GPs) have gone from being individuals to a real “group”, and that, while keeping their peripheral practices open, they have created a single center for social and healthcare assistance, where have truly integrated with each other and with the other professional figures operating in the area, direct paths have been created with the UO and the services of the reference hospital and how the Casa della Salute has become a real point of reference for citizens and also for the various voluntary associations, for any social-welfare need. Easily measurable results are also reported, such as the reduction in access to the emergency department or hospital admissions for medical reasons of citizens residing in the same territory.
In the Health Houses now and then in the Community, a reference center can be created for all the citizens of an area coinciding with a Territorial Functional Aggregation of GPs, in which chronic conditions are dealt with, through Initiative Healthcare, fragility with personalized care plans including home care, prevention and health education, also involving voluntary associations, where social and socio-health needs are responded to in an integrated manner, but also provided, especially in large areas, with low population density and distant from the reference hospital, healthcare services for acute emerging needs, which can find a territorial and non-hospital response. For these latter needs, the Community House must be open 24 hours a day with the presence of GPs, on a per-hour basis, with the support of nursing staff and suitable equipment that allows for first-level diagnostics, also through the use of telemedicine.
Autore per corrispondenza: s.moscardini@virgilio.it – 3295398219
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Le Piagge: from the House of Health to the House of the Community through continuous experimentation
Gavino Maciocco
DOI:10.48291/SISA.68.4.6
DOI:10.48291/SISA.68.4.6 Sistema Salute, 68, 4, 2024: pp. 484-496485
Le Piagge: da Casa della Salute a Casa della Comunità attraverso una continua sperimentazione
Le Piagge: from the House of Health to the House of the Community through continuous experimentation
Gavino Maciocco*
*Università di Firenze
Parole chiave: Casa della Comunità, multidisciplinare, multisettoriale, territorializzazione
RIASSUNTO
Il contributo presenta l’esperienza di transizione della Casa della Salute (CdS) Le Piagge di Firenze, realtà già consolidata da tempo, verso la nuova impostazione di Casa della Comunità (CdC) ricostruendo il percorso compiuto, tuttora in evoluzione, avvalendosi di elementi informativi di diversa natura e, in particolare, di tesi di laurea e perfezionamento. Vengono mostrati come elementi significativi del processo di transizione: l’analisi dei bisogni di salute attraverso lo studio epidemiologico, la mappatura delle realtà comunitarie con particolare attenzione agli attori che operano nei confronti della marginalità, il lavoro interdisciplinare e intersettoriale in équipe, l’analisi dei flussi di accesso ed i modelli di accoglienza, la progettazione degli ambienti della CdC. Viene anche esposto il rapido adattamento organizzativo messo in atto con attività ed iniziative, diversificate ma tra loro coordinate, durante la repentina evoluzione dell’epidemia Covid. Tali esperienze mostrano la concreta possibilità di sviluppare positivamente il processo di transizione da CdS a CdC, complesso, non lineare, in continua sperimentazione ed evoluzione. La CdC può diventare il cardine di un’attività di sperimentazione, formazione, ricerca e attuazione che richiede necessariamente un percorso continuo di analisi, implementazione, valutazione, monitoraggio che coinvolge operatori sanitari e sociali, risorse della comunità, studenti e ricercatori.
Keywords: House of the Community, multidisciplinary, multisectoral, territorialization
SUMMARY
The paper presents the transition experience of the Casa della Salute (CdS) Le Piagge in Florence, a reality that has been consolidated for some time, towards the new setting of Casa della Comunità (CdC) by reconstructing the path taken, still evolving, using information elements of different nature and, in particular, degree and specialization theses. The following are shown as significant elements of the transition process: the analysis of health needs through epidemiological study, the mapping of community realities with particular attention to the actors who operate towards marginality, interdisciplinary and intersectoral team work, the analysis of access flows and welcome models, the design of the CdC spaces. The rapid organizational adaptation implemented with activities and initiatives, diversified but coordinated among themselves, during the sudden evolution of the Covid epidemic is also exposed. These experiences show the concrete possibility of positively developing the transition process from CdS to CdC, process complex, non-linear, in continuous experimentation and evolution. The CdC can become the cornerstone of an experimentation, training, research and implementation activity that necessarily requires a continuous path of analysis, implementation, evaluation, monitoring that involves health and social workers, community resources, students and researchers.
Autore per corrispondenza: gavino.maciocco@gmail.com
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The health metric to guide and evaluate innovations in NRRP
Giuseppe Costa
DOI:10.48291/SISA.68.4.7
DOI:10.48291/SISA.68.4.7 Sistema Salute, 68, 4, 2024: pp. 497-508
La metrica di salute per guidare e valutare le innovazioni nel PNRR
The health metric to guide and evaluate innovations in NRRP
Giuseppe Costa*
*Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche Università degli Studi di Torino
Parole Chiave: disuguaglianze sanitarie, metrica, assistenza integrata di comunità
RIASSUNTO
Tra le dimensioni del benessere, la salute è quella percepita come più importante dagli individui e dalle comunità. È anche più facile da misurare. La distribuzione della salute nella popolazione può quindi essere la metrica più utile per identificare i problemi e cercare soluzioni. Particolarmente eloquente è la ricerca delle disuguaglianze sanitarie, perché mostrano che qualcuno ha fatto meglio di qualcun altro e che il cambiamento è possibile migliorando le condizioni di vita e l’accesso alle cure per tutti. Pertanto, la metrica della salute diseguale può essere la chiave per attivare un cambiamento, da proporre alla comunità locale e ai professionisti che costruiscono le nuove Case di Comunità.
Key Words: health inequalities, metric, integrated community care
ABSTRACT
Among the dimensions of well-being, health is the one perceived as most important by individuals and communities. It is also easier to measure. The distribution of health in the population may therefore be the most useful metric for identifying problems and looking for solutions. Particularly eloquent is the search for health inequalities, because they show that someone has done better than someone else and that change is possible by improving living conditions and access to care for all. Therefore, the metric of unequal health can be the key to activating a change, to be proposed to the local community and to the professionals who build the new Community Houses.
Autore per corrispondenza: giuseppe.costa@unito.it
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The Family and Community Nurse in fragile territories: when practice becomes theory
Claudia Rusgnach, Paola Comuzzi e Cecilia Trotto, Ernesto Natale, Giulia Panichi
DOI:10.48291/SISA.68.4.8
DOI:10.48291/SISA.68.4.8 Sistema Salute, 68, 4, 2024: pp. 509-525510
L’Infermiere di Famiglia e Comunità dentro i territori fragili: quando la pratica si fa teoria
The Family and Community Nurse in fragile territories: when practice becomes theory
Claudia Rusgnach 1, Paola Comuzzi e Cecilia Trotto 2, Ernesto Natale 3, Giulia Panichi 4
1Infermiera Dirigente – Area Distrettuale giuliana, Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina
2 Infermieri Referenti di Microarea – Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina
3 Infermiere Responsabile Coordinamento Residenze, Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina
4 Studentessa CdL Magistrale, Università degli Studi di Firenze AA 2021/2022
Parole Chiave: infermiere di famiglia e comunità, presa in carico, continuità assistenziale
RIASSUNTO
Obiettivi: questo saggio vuole rappresentare le buone pratiche che sono state strutturate a Trieste negli ultimi anni, con l’adozione del modello di presa in carico Case Management e lo sviluppo dell’Infermieristica di Famiglia e Comunità (IFeC).
Metodi: sono stati presi in esame i diversi percorsi e le esperienze attivate nell’ultimo ventennio dalla realtà giuliana, ponendo l’attenzione sui quattro progetti più rappresentativi per lo sviluppo della salute di comunità.
Risultati: dall’analisi critica svolta sui progetti, emergono spunti per buone pratiche e linee guida circa la possibilità di applicazione del modello IFeC nei contesti organizzativi attuali e di prossimo sviluppo.
Conclusioni: la realizzazione di approcci personalizzati di presa in carico nelle malattie long term, attraverso l’adozione di modelli innovativi quali il Case Management, la multidisciplinarietà e l’IFeC, dimostra di essere efficace nel mantenimento a domicilio dell’utenza fragile, di evitare ricoveri inappropriati e di gestire le risorse in maniera opportuna. La lettura dell’esperienza triestina restituisce in maniera dettagliata i contesti di attività e può essere di aiuto per lo sviluppo di tematiche simili in numerosi ambiti della salute del territorio. Lo sviluppo delle Case della Comunità può giovarsi anche di questi percorsi già ben avviati.
Key Words: family and community nurse, take charge, care transition
SUMMARY
Objectives: this essay aims to present the good practices that have been structured in Trieste in recent years, with the adoption of the Case Management model and the development of Family and Community Nursing (IFeC).
Methods: the various paths and experiences activated in the Trieste province reality in the last twenty years have been studied, focusing on the four most representative projects for the development of community health.
Results: from the critical analysis of the projects, suggestions for good practice and guidelines for the application of the IFeC model in current and future organizational contexts emerged.
Conclusions: the implementation of personalized approaches to the management of long-term conditions, through the adoption of innovative models such as case management, multidisciplinarity and IFeC, is proving effective in keeping frail patients at home, avoiding inappropriate hospitalization and managing resources appropriately. Reading the Trieste experience provides a detailed account of the contexts of activity and can help to develop similar approaches in many areas of health in the territory. The development of Community Houses can also benefit from these already well-established paths.
Autore per corrispondenza: claudia.rusgnach@gmail.com
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From GP-psychologist interprofessional office to multi-professionalism in the Community House
Claudia Zamin
DOI:10.48291/SISA.68.4.9
DOI:10.48291/SISA.68.4.9 Sistema Salute, 68, 4, 2024: pp. 526-539
Dall’interprofessionalità ambulatoriale MMG-Psicologo al futuro multiprofessionale nella Casa della Comunità
From GP-psychologist interprofessional office to multi-professionalism in the Community House
Claudia Zamin*
*Ph.D, psicologo – psicoterapeuta SIPRe, Socio Fondatore Medico e Psicologo Insieme – ETS
Parole Chiave: cure primarie, biopsicosociale, casa della comunità
RIASSUNTO
Obiettivi: la complessità del mondo contemporaneo pone delle sfide a cui è possibile rispondere accostando epistemologie differenti; l’articolo mostra la creazione di un nuovo setting in cui medico di medicina generale e psicologo collaborano all’interno dell’ambulatorio oltre la logica dell’invio dei pazienti.
Metodi: attraverso un inquadramento teorico fondato sul concetto di “territorializzazione”, si illustra il progetto dalla sua nascita sino al momento attuale, soffermandosi particolarmente sulla copresenza attraverso una breve esemplificazione clinica.
Risultati: quando professionisti differenti lavorano insieme – e riflettono sulle pratiche – emergono métacompetenze che sono di tutti ma di nessuno in particolare.
Conclusioni: l’inserimento di questa esperienza all’interno della Casa della Comunità permetterebbe di istituzionalizzare nuove prassi a beneficio di tutti, riducendo l’asincronia temporale tra le evoluzioni scientifiche e l’organizzazione dei servizi con la comunità.
Key Words: primary care, biopsychosocial, community house
SUMMARY
Objectives: the contemporary complexity shows a lot of challenges to deal with different epistemologies together; this article suggests the creation of a new setting which GP and psychologist collaborate in the office without the referral.
Methods: through a theoretical framework based on “territorialization”, the project is explained from its beginning to now, main focusing on co-presence through a brief clinical example.
Results: when different professionals work together – and think about their practices – “over-skills” emerge, they belong to everyone but no one special.
Conclusions: expanding this experience in the Community House too, it means institutionalize new practices and cutting the temporal asynchrony between scientific developments and the organization of services with the community.
Autore per corrispondenza: claudia.zamin1@gmail.com
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