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Volume 65, N. 3 Monografia
20,00€
Monografia Distretto, Cure Primarie, Continuità delle Cure: quale assistenza territoriale dopo il Covid?
I principi della Primary Health Care – definiti dall’OMS nel 1978 durante la Conferenza di Alma Ata e successivamente sviluppati e consolidati – costituiscono la cornice teorica di riferimento per il rinnovamento del Servizio Sanitario Nazionale e per la nascita di un nuovo modello di Cure Primarie che sia effettivamente “Comprehensive”. Rinnovamento richiesto con forza anche dagli eventi prodotti dall’emergenza pandemica. Per rispondere alle nuove esigenze di salute della popolazione è indispensabile lo sviluppo di un modello che garantisca assistenza continua, longitudinale e globale, sia facilmente accessibile e flessibile, garantisca lo stesso valore a: promozione della salute, prevenzione della malattia, trattamento e cura del paziente acuto, del paziente cronico complesso e fragile, delle cure riabilitative.
Questo è il tema affrontato in questo numero nella monografia Distretto, Cure Primarie, Continuità delle Cure: quale assistenza territoriale dopo il Covid?
La problematica è introdotta con robuste argomentazioni dagli Editoriali di Gavino Maciocco e Lamberto Briziarelli. Seguono due Sezioni, la prima costituita da review, la seconda da esperienze realizzate sul territorio raccolte dal XVIII Congresso Nazionale della Confederazione Associazione Regionali di Distretto (CARD) “Il Distretto e le Comunità”.
Un complesso di studi, ricerche, esperienze sul campo che mettono in luce il movimento di idee e lavoro in questa area fondamentale del Servizio Sanitario Nazionale… pubblico, universale, equo, democratico.
Indice
In questo numero
I principi dell’Assistenza primaria /Primary Health Care – definiti dall’OMS nel 1978 durante la Conferenza di Alma-Ata e successivamente sviluppati e consolidati – costituiscono da sempre la cornice teorica di riferimento per il rinnovamento del Servizio Sanitario Nazionale e per la nascita di un nuovo modello di Cure Primarie che sia effettivamente “Comprehensive”. Rinnovamento richiesto con forza anche dagli eventi prodotti dall’emergenza pandemica. |
Per rispondere alle nuove esigenze di salute della popolazione è indispensabile lo sviluppo di un modello che garantisca assistenza continua, longitudinale e globale, sia facilmente accessibile e flessibile, garantisca lo stesso valore a: promozione della salute, prevenzione della malattia, trattamento e cura del paziente acuto, del paziente cronico complesso e fragile, delle cure riabilitative. |
Questo è il tema affrontato in questo numero con la Monografia Distretto, Cure Primarie, Continuità delle Cure: quale assistenza territoriale dopo il Covid? |
La problematica è introdotta con robuste argomentazioni e innegabile forza dagli Editoriali di Gavino Maciocco e Lamberto Briziarelli. |
Seguono due Sezioni, la prima costituita da review, la seconda da esperienze realizzate sul territorio raccolte dal XVIII Congresso Nazionale della Confederazione Associa- zione Regionali di Distretto (CARD) “Il Distretto e le Comunità”. |
Per la Sezione Review Maria Rosaria Cozzolino et al, attraverso una revisione narrativa da Pubmed, analizzano approcci e modelli internazionali a sostegno della continuità delle cure per identificarne le principali caratteristiche. |
Raffaella Bisceglie et al propongono una revisione delle evidenze internazionali sull’im- patto dell’implementazione di integrazione/continuità delle cure sugli indicatori di outcome. |
A seguire Esperienze articolate e diversificate realizzate in realtà distrettuali di diverse Regioni italiane. |
Azioni sul ruolo centrale nelle Cure intermedie dell’Ospedale di Comunità (articolo di Stefano Boni et al – Distretto di Forlì); le Case della Salute e il loro contributo durante la pandemia (Valentina Anemoli et al – Azienda USL Toscana Sud-Est); l’impatto di strategie di medicina di iniziativa sui soggetti fragili (Emanuele Ciotti et al – AUSL di Bologna). |
In un’ottica maggiormente orientata alla promozione della salute e alla partecipazione di comunità il contributo di Mara Morini sulla costruzione di una rete per realizzare esperienze guidate di Community Bulding e il lavoro di Monica Colpi sulle azioni di promozione dell’autosufficienza attraverso l’attività fisica nei Distretti del Friuli Venezia Giulia. |
Un complesso di studi, ricerche, esperienze sul campo che mettono in luce il movimento di idee e lavoro su tale area fondamentale del Servizio Sanitario Nazionale… pubblico, universale, equo, democratico. |
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La sanità e le sue mancanze, come combattere un’anemia perniciosa
Health efficaciousness, how to fight pernicious anaemia
Lamberto Briziarelli
DOI: 10.48291/SISA.65.3.1
OPEN ACCESS
La sanità e le sue mancanze, come combattere un’anemia perniciosa
Health efficaciousness, how to fight pernicious anaemia
Lamberto Briziarelli
Già in alcuni editoriali del 2020 e successivamente, su questa rivista, era stato denunciato il ritardo della sanità nel coprire le carenze che la pandemia virale aveva esaltato, con le conseguenze negative che conosciamo; anche se nel nostro piccolo mondo regionale i danni sono risultati inferiori a quelle di altre zone del Paese. Non ci risulta che siano state intraprese la maggior parte delle necessarie operazioni di cambiamento; qualche cosa si è mosso nell’ospedale di Perugia con la riapertura di alcuni reparti.
Torniamo sull’argomento richiamando le cause alla base dei ritardi, in particolare nel rinforzo della medicina di base e della prevenzione, su interventi di informazione ed educazione sanitaria della popolazione. Si sono così evidenziate paure ingiustificate, credenze fasulle, atteggiamenti difensivi contro il vaccino, sfiducia nei confronti degli scienziati e dei tecnici; per fortuna in un numero abbastanza ristretto di popolazione ma sufficiente a sollecitare la canea dei mezzi di informazione di massa e gli interessi di mestatori di vario genere.
Usando un discorso molto medico, possiamo dire che il comparto sanitario sia stato colpito da una sindrome anemica grave; una sorta di anemia perniciosa come conseguenza di una lenta emorragia dovuta alla riduzione progressiva delle risorse comune a tutti i governi degli ultimi trent’anni, aggravata dall’ improvvida ed imprevidente modifica dell’Articolo V della Carta costituzionale; in presenza di una deriva tecnocratica, incentrata sugli ospedali di alta specializzazione e sulla verticalizzazione di alcuni servizi strategici (come i Dipartimenti di Prevenzione e della Salute mentale) già da diverso tempi denunciati dalla OMS, con particolare riferimento all’Italia.
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Le cure primarie e la lezione della pandemia
Primary care and the lesson of the pandemic
Gavino Maciocco
DOI: 10.48291/SISA.65.3.2
OPEN ACCESS
Le cure primarie e la lezione della pandemia
Primary care and the lesson of the pandemic
Gavino Maciocco
Dipartimento di Scienze della Salute, Università di Firenze
Comitato scientifico della Rivista
La pandemia ha messo a nudo gli elementi di maggiore fragilità e inefficienza del nostro sistema sanitario e assistenziale, indebolito da anni di de–finanziamento e di progressiva riduzione del personale. Tutto il sistema ne ha sofferto, ma in particolare i servizi di cure primarie e di prevenzione, ovvero quelle componenti del sistema che avrebbero dovuto svolgere il ruolo di contenimento nei confronti della pandemia. Viceversa l’assenza di un filtro territoriale (cure primarie, medici di famiglia, servizi di igiene pubblica) che identificasse i casi, i conviventi e i contatti (l’abc della sanità pubblica), intervenendo a domicilio o inviando quando necessario in ospedale, ha disorientato la popolazione, ha messo nel panico i pazienti e ha prodotto alla fine il collasso degli ospedali.
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Continuità assistenziale: modelli e pilastri. Risultati di una revisione della letteratura
Maria Rosaria Cozzolino, Francesco Castrini, Elettra Carini, Albino Grieco, Andrea Di Pilla and Maria Lucia Specchia
DOI: 10.48291/SISA.65.3.3
OPEN ACCESS
DOI: 10.48291/SISA.65.3.3. Sistema Salute, 65, 3 2021: pp. 292-312
Continuity of care: models and pillars.Findings of a literature review
Continuità assistenziale: modelli e pilastri. Risultati di una revisione della letteratura
Maria Rosaria Cozzolino1, Francesco Castrini1, Elettra Carini1, Albino Grieco1, Andrea Di Pilla1,2 and Maria Lucia Specchia1,2
1 Department of Life Sciences and Public Health – Section of Hygiene, Università Cattolica del Sacro Cuore, Rome, Italy 2 Clinical Governance Unit, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, Rome, Italy
Key words: care models, continuum of care, integrated care
SUMMARY
Objectives: the aim of this study has been to review international models and approaches supporting the continuum of care and to identify their main focuses.
Methods: a narrative review was performed on Pubmed using the inclusion criteria: continuity of care models application with particular reference to chronicity, comorbidity, disability or frailty areas; systematic reviews written in English or Italian.
Results: from 129 initial records, 22 studies were selected. Within these, the most commonly treated is the integrated care model, analysed by 41% of the studies. Moreover, the presence of pillars (founding elements) common to multiple models emerged: “patient engagement and empowerment” (86% of the studies); “multidisciplinarity” (73% of the studies); “coordination of care” (50% of the studies) and “case management” (50% of the studies).
Conclusions: the key elements and pillars of the analysed continuum of care models are all interconnected and have to be considered as a part of a holistic care process that aims to respond to the different and complex patient’s health needs. Continuity of care requires the delivery system to adopt a primary health care orientation emphasising the comprehensiveness of the care process and the overall health of the patient and implementing multicomponent and multilevel interventions based approaches.
Parole chiave: modelli assistenziali, continuum assistenziale, assistenza integrata
RIASSUNTO
Obiettivi: lo scopo di questo studio è stato quello di analizzare i modelli e gli approcci descritti a livello internazionale a sostegno della continuità assistenziale e identificarne le principali caratteristiche.
Metodi: a tale scopo è stata eseguita una revisione narrativa su Pubmed utilizzando i criteri di inclusione: applicazione di modelli di continuità assistenziale, con particolare riferimento agli ambiti della cronicità, comorbidità, disabilità o fragilità; revisioni sistematiche pubblicate in inglese o in italiano.
Risultati: a partire da 129 record iniziali, sono stati selezionati 22 studi. All’interno di questi, il più comunemente trattato è il modello assistenziale integrato, analizzato dal 41% degli studi. Inoltre, è emersa la presenza di pilastri (elementi fondanti) comuni a diversi modelli: rafforzamento e coinvolgimento del paziente (86% degli studi); multidisciplinarietà (73% degli studi); coordinamento assistenziale (50% degli studi) e “case management” (50% degli studi).
Conclusioni: gli elementi chiave e i pilastri dei modelli di continuum assistenziale analizzati sono tutti interconnessi e devono essere considerati parte di un processo di cura olistico che mira a rispondere alle diverse e complesse esigenze di salute del paziente. La continuità dell’assistenza richiede che il sistema di erogazione adotti un orientamento alla primary health care che enfatizzi la completezza del processo assistenziale e la salute complessiva del paziente e implementi approcci basati su interventi multicomponente e multilivello.
Autore per corrispondenza: marialucia.specchia@unicatt.it
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Misurare gli impatti della continuità/integrazione assistenziale sugli indicatori di qualità: una revisione delle evidenze internazionali
Raffaella Bisceglia, Arianna Evangelisti, Sara Violi, and Chiara de Waure
DOI: 10.48291/SISA.65.3.4
OPEN ACCESS
DOI: 10.48291/SISA.65.3.4 Sistema Salute, 65, 3 2021: pp. 313-325
Measuring the impact of continuity of care/integrated care on health quality outcome indicators: a review of the available international evidence
Misurare gli impatti della continuità/integrazione assistenziale sugli indicatori di qualità: una revisione delle evidenze internazionali
Raffaella Bisceglia, Arianna Evangelisti, Sara Violi, and Chiara de Waure
Department of Medicine and Surgery, University of Perugia
Key words: continuum of care, integrated care, indicators
SUMMARY
Introduction: a integrated, continuous, and coordinated healthcare represents one of the milestones to guarantee high quality health systems. This is even more true considering the increase in the prevalence of chronic diseases that require a collaboration among health professional and settings.
The World Health Organization defines integrated care as “the management and delivery of health services such that people receive a continuum of health promotion, health protection and disease prevention services, as well as diagnosis, treatment, long-term care, rehabilitation, and palliative care services through the different levels and sites of care within the health system and according to their needs.”
As a matter of fact, several models have been adopted to make integrated care possible, but the evalua- tion of their impact on the quality of health systems and on outcome indicators is worthy.
Objectives: the aim of this work was to provide an overview of indicators used to assess the quality of (integrated) care with particular attention to outcome indicators and to make an overview of the evidence on the impact of models to implement integrated care on them.
Methods: a narrative review was carried out on PubMed to identify systematic reviews that assessed the impact of integrated care on outcomes indicators. Furthermore, institutional websites were consulted to look for information on quality indicators in general.
Results: several indicators have been proposed to assess the quality of care even though those aimed to assess integrated care could be further implemented. As far as the literature is concerned, nine reviews published between 2012 and 2020 were considered. They mostly considered patients reported experience measures, clinical outcomes, health services use and medication. Integrated care was shown to reduce hospital admission/readmission and to increase patients’ satisfaction and medication management across considered studies. On the contrary, results on clinical outcomes and perceived quality of care were more inconsistent.
Conclusions: albeit the plenty of literature on the topic and the positive effects shown in regard to some indicators, there is room for improvement in term of both completeness and robustness of the analysis of the impact of integrated care on outcome indicators.
Parole chiave: continuità assistenziale, assistenza integrata, indicatori
RIASSUNTO
Introduzione: un’ assistenza sanitaria quanto più integrata, coordinata e continua, rappresenta uno dei pilastri di un sistema sanitario di qualità. Questo concetto è tanto più vero se pensiamo all’aumento esponenziale di patologie croniche che necessitano di un’attenzione continua e di un’imprescindibile collaborazione tra professionisti sanitari e vari livelli assistenziali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’assistenza integrata come “la gestione e l’erogazione di prestazioni sanitarie in modo tale che le persone ricevano un continuum di servizi, di promozione della salute, di prevenzione delle malattie, nonché diagnosi, trattamento, assistenza a lungo termine, riabilitazione, e servizi di cure palliative attraverso i vari livelli e siti di cura, all’interno del sistema sanitario e secondo le loro esigenze”.
Diversi modelli sono stati adottati per implementare la continuità e l’integrazione dell’assistenza, ma valutare il loro impatto sulla qualità delle cure e, in particolare, sugli indicatori di outcome è essenziale. Obiettivi: lo scopo di questo lavoro è stato fornire da una parte una panoramica degli indicatori di qualità utilizzati per valutare l’assistenza sanitaria e l’integrazione e la continuità delle cure, con particolare riguardo agli indicatori di outcome e, dall’altra, raccogliere e sintetizzare le evidenze circa l’impatto di modelli integrati di assistenza sugli indicatori.
Metodi: è stata effettuata una revisione narrativa su PubMed delle revisioni sistematiche di letteratura che hanno analizzato l’impatto dell’implementazione di modelli di integrazione/continuità delle cure sugli indicatori di outcome. Inoltre, sono stati consultati siti istituzionali per la raccolta di informazioni circa gli indicatori utilizzati per la valutazione della qualità dell’assistenza.
Risultati: diversi sono gli indicatori suggeriti a livello internazionale per valutare la qualità dell’assisten- za, sebbene l’ambito dell’integrazione e della continuità delle cure si presti sicuramente ad ulteriori approfondimenti. Per quanto riguarda la letteratura disponibile, sono state selezionate nove revisioni sistematiche pubblicate tra il 2012 e il 2020 che hanno prevalentemente valutato l’utilizzo dell’ospedale, outcome clinici, ma anche misure riportate dai pazienti e l’impatto sulla gestione terapeutica. Quello che emerge è una coerenza di fondo dei risultati circa l’incremento della soddisfazione da parte dei pazienti e dell’appropriatezza terapeutica, così come una riduzione delle ammissioni/riammissioni in ospedale. Meno solidi invece risultano i risultati sugli indicatori di outcome clinico e di qualità percepita.
Conclusioni: benché la letteratura sull’impatto dell’integrazione e della continuità delle cure sugli indicatori di outcome sia consistente e dimostri risultati positivi, permangono ancora delle aree di incertezza che meriterebbero di ulteriori sviluppi metodologici e di ricerca.
Autore per corrispondenza: arianna.evangelisti91@gmail.com
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Effectiveness and efficiency of two Community Hospitals in Forlì Health District (Local Health Unit of Romagna)
Stefano Boni, Giuseppe Benati, Azzurra Bernabei, Michela Navi, Claudia Matteucci, Laura Tedaldi, Loretta Vallicelli, Davide Botturi
DOI: 10.48291/SISA.65.3.5
OPEN ACCESS
DOI: 10.48291/SISA.65.3.5 Sistema Salute, 65, 3 2021: pp. 326-336
Esperienze
Efficacia ed efficienza dei due Ospedali di Comunità nel Distretto di Forlì (Azienda USL della Romagna)
Effectiveness and efficiency of two Community Hospitals in Forlì Health District (Local Health Unit of Romagna)
Stefano Boni 1, Giuseppe Benati 2, Azzurra Bernabei 3, Michela Navi 4, Claudia Matteucci 5, Laura Tedaldi 6, Loretta Vallicelli 7, Davide Botturi 8
1 Direttore Distretto di Forlì, Azienda USL della Romagna
2 Direttore U.O.Geriatria, Ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì, Azienda USL della Romagna 3 Coordinatore Infermieristico Ospedale di Comunità di Forlimpopoli, Azienda USL della Romagna 4 Infermiere Case Manager Ospedale di Comunità di Forlimpopoli, Azienda USL della Romagna
5 Coordinatore Infermieristico Ospedale di Comunità di Modigliana, Azienda USL della Romagna 6 Responsabile Organizzativo Case della Salute, Cure Primarie e Medicina di Comunità di Forlì, Azienda USL della Romagna*
7 Responsabile Organizzativo Case della Salute, Cure Primarie e Medicina di Comunità di Forlì, Azienda USL della Romagna**
8 Direzione Distretto di Forlì, Azienda USL della Romagna
*: da dicembre 2018
**: sino a novembre 2018
Parole chiave: ospedale di comunità; anziani; fragilità; recupero funzionale; continuità dell’assistenza
RIASSUNTO
Obiettivi: valutare l’efficacia e l’efficienza dei due Ospedali di Comunità, di Forlimpopoli e Modigliana, nel Distretto di Forlì, Azienda USL della Romagna.
Metodi: l’analisi organizzativa è stata condotta sulla base dell’esperienza di informatori chiave (gli autori del presente articolo); l’analisi dell’efficacia e dell’efficienza è stata condotta nel periodo 2015-2019 attraverso una selezione di indicatori dal flusso informativo degli Ospedali di Comunità della Regione dell’Emilia-Romagna.
Risultati: nell’anno 2019 nell’Ospedale di Comunità di Forlimpopoli (28 PL) sono state ricoverate 597 persone, di cui: 2% decedute; 84% dimesse al domicilio; 7% ricoverate in ospedale nei 30 gg successivi alla dimissione dall’Ospedale di Comunità; l’Indice Modificato di Barthel è stato pari a 13 all’ammissio- ne vs 47 alla dimissione (valori medi). La durata media della degenza è stata pari a 16 gg. Nel medesimo anno, nell’Ospedale di Comunità di Modigliana (14 PL) sono state ricoverate 186 persone, di cui: 14% decedute; 70% dimesse al domicilio; 14% ricoverate in ospedale nei 30 gg successivi alla dimissione dall’Ospedale di Comunità; l’Indice Modificato di Barthel è stato pari a 35 all’ammissione vs 50 alla dimissione (valori medi). La durata media della degenza è stata pari a 22 gg.
Conclusioni: l’esperienza dei due Ospedali di Comunità nel Distretto di Forlì costituisce una opportunità per ragionare sull’efficacia e l’efficienza di questa soluzione organizzativa, nell’ambito della più ampia rete di servizi sanitari e sociali locali finalizzata a garantire la continuità dell’assistenza principalmente a favore della popolazione anziana fragile.
Key words: Community Hospital; elderly; frailty; functional recovery; continuity of care
SUMMARY
Objectives: effectiveness and efficiency evaluation of two Community Hospitals, Forlimpopoli e Modigliana, in Forlì Health District (Local Health Unit of Romagna).
Methods: the organizational analysis was conducted through the key informants experience (the au- thor’s article); the effectiveness and efficiency evaluation was conducted during the period 2015-2019 through selected indicators retrieved from Emilia-Romagna Region’s Informative System of Community Hospitals.
Results: a total of 597 people were admitted to Forlimpopoli Community Hospital (28 beds) in 2019. Of the total number of admitted: 2% died; 84% discharged at home; 7% admitted to hospital at 30 days of Community Hospital discharge; modified Barthel Index average score was 13 at admission vs 47 at discharge. Mean length of stay was 16 days. In the same year a total of 186 people were admitted to Mo- digliana Community Hospital (14 beds). Of total number of admitted: 14% died; 70% discharged at home; 14% admitted to hospital at 30 days of Community Hospital discharge; modified Barthel Index average score was 35 at admission vs 50 at discharge. The mean length of stay was 22 days.
Conclusions: the experience of two Community Hospital in Forlì Health District is an opportunity to think about the efficacy and effectiveness of this organisational model, within the wider health and social care local network aimed at guaranteeing continuity of care mainly to frail elderly population.
Autore per corrispondenza: davide.botturi@auslromagna.it
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The promotion of health and self-sufficiency through physical activity: experiences in the Health Districts of Friuli Venezia
Giulia Monica Colpi
DOI: 10.48291/SISA.65.3.6
DOI: 10.48291/SISA.65.3.6 Sistema Salute, 65, 3 2021: pp. 337-353
La promozione della salute e dell’autosufficienza attraverso l’attività fisica: esperienze nei Distretti Sanitari del Friuli Venezia Giulia
The promotion of health and self-sufficiency through physical activity: experiences in the Health Districts of Friuli Venezia Giulia
Monica Colpi
Referente Professioni Sanitarie della Riabilitazione Palmanova-Latisana, Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale
Parole chiave: attività fisica, autosufficienza, anziani, fisioterapista, distretto sanitario
RIASSUNTO
Introduzione: l’inattività fisica è un fattore di rischio fondamentale per le malattie non trasmissibili, quali le patologie cardiovascolari, i tumori e il diabete. Le linee guida dell’OMS indicano nella pratica di un’attività aerobica settimanale, regolare e di moderata intensità, una strategia efficace per il miglioramento delle condizioni cardio respiratorie, muscolari, scheletriche e funzionali in generale, ma anche per ridurre il rischio di depressione e il declino cognitivo. |
Obiettivi: Nell’articolo sono riportate le esperienze di promozione alla salute attraverso il movimento realizzate in FVG, ideate dai servizi sanitari territoriali e rese possibili attraverso la collaborazione con gli enti locali. Si descrive come la concretizzazione di questo progetto, il cui punto cardine è il mantenimento dell’autosufficienza nella popolazione anziana, sia stata possibile grazie alla identificazione di un nuovo ruolo per il fisioterapista distrettuale ed alla nascita di nuove forme di solidarietà e socializzazione. |
Metodi: partendo dalle premesse normative, è stato evidenziato il percorso che ha portato alla definizione dei progetti realizzati dai servizi sanitari territoriali (Distretti) con la collaborazione attiva delle amministrazioni locali e delle comunità attraverso forme organizzate di solidarietà e socializzazione, la nascita dei gruppi AFA e ERICA e del progetto Fisioterapista di Comunità, per i quali vengono descritti le modalità di reclutamento, valutazione e realizzazione programmi di attività. |
Risultati: è stato evidenziata l’adesione di ampi strati di popolazione anziana, il coinvolgimento delle comunità e l’importanza del ruolo del Fisioterapista Distrettuale come facilitatore dei percorsi di educazione e rieducazione al movimento. |
Conclusioni: le esperienze condotte nei Distretti del Friuli Venezia Giulia hanno fatto emergere un nuovo ruolo dei professionisti della riabilitazione, fortemente integrati nella comunità e protagonisti di una sanità proattiva a forte valenza preventiva. |
Key words: physical activity, self-sufficiency, elderly, physiotherapist, health district
SUMMARY
Introduction: physical inactivity is a primary risk factor for non-transmissible diseases, such as cardiovascular diseases, cancer, and diabetes. WHO guidelines state that a weekly, regular, moderately intense aerobic practice, is an effective strategy to achieve better heart, lung, muscular, skeletal and standard functional conditions, as well as to decrease the risks of depression and cognitive decline. Objectives: the article reports the experiences of health promotion through movement carried out in FVG, designed by the territorial health services and made possible through collaboration with local authorities. It is described how the realization of this project, whose cornerstone is the maintenance of self-sufficiency in the elderly population, has been possible thanks to the identification of a new role for the district physiotherapist and the birth of new forms of solidarity and socialization.
Methods: starting from the legal premises, we describe the path leading to the definition of the projects implemented by territory health districts, with an active cooperation of local administrations and local communities, through organized forms of solidarity and socialization. The birth of groups such as AFA and ERICA and of the project Community Physiotherapist – we describe their processes of recruitment and evaluation, and the implementation of activity programmes.
Results: we showed how large layers of aging population took part to the programme, the active involvement of local communities and the importance of the District Physiotherapist role as facilitator of the programmes of education and re-education to movement.
Conclusions: the experiences carried out in the Friuli Venezia Giulia Districts have brought to light a new role for rehabilitation healthcare professionals, tightly integrated within the communities and main players in a proactive and strongly preventive health system.
Autore per corrispondenza: monica.colpi@asufc.sanita.fvg.it
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Community building to protect health
Mara Morini
DOI: 10.48291/SISA.65.3.7
DOI: 10.48291/SISA.65.3.7 Sistema Salute, 65, 3 2021: pp. 354-364
Il community building a tutela della salute
Community building to protect health
Mara Morini
Coordinatore gruppo di lavoro nazionale Primary Health Care di SItI
Parole chiave: co-production, casa della salute, casa della comunità, community building, piano strategico di welfare di iniziativa
RIASSUNTO
Introduzione: il modello organizzativo basato sulle Case della Salute che richiede interprofessionalità, integrazione tra servizi sanitari, sociali e socio sanitari può diventare il driver di un cambiamento assistenziale.
Obiettivi: riportare l’esperienza di costruzione di una rete per dare voce ad esperienze di comunità, valorizzare laboratori sociali di riflessione, ricerca e sperimentazione al fine di contribuire a costruire esperienze di salute di comunità, intorno ad un modello organizzativo di prossimità.
Metodi: un gruppo di professionisti insieme a due Fondazioni ha costituito un gruppo interregionale che confrontandosi con associazioni e supportato dai ricercatori delle Università Cergas-Bocconi e Sant’Anna di Pisa ha raccolto, attraverso un percorso di formazione e confronto, le good practice di community building.
Risultati: è stato realizzato un catalogo di good practice di community building consultabile on line.
Conclusioni: è necessario dare sempre più visibilità ad un approccio di sistema che abbia come focus la comunità favorendo e sostenendo sperimentazioni guidate di community building.
Key words: co-production, house of health, community house, community building, strategic initiative welfare plan
SUMMARY
Introduction: the organisational model based on the House of Health which requires inter-professional collaboration and integration between health, social and socio-health services can become the driver of a change in care.
Objectives: to report the experience of building a network to give voice to community experiences, to enhance social laboratories for reflection, research and experimentation in order to contribute to buil- ding community health experiences, around a proximity organisational model.
Methods: a group of professionals together with two foundations set up an interregional group which, in collaboration with associations and supported by researchers from the Cergas-Bocconi and Sant’Anna Uni- versities of Pisa, collected good community building practices through a training and comparison process.
Results: a catalogue of good community-building practices, available online, has been produced.
Conclusions: it is necessary to give more and more visibility to a system approach that has the community as its focus by encouraging and supporting guided experiments in community building.
Autore per corrispondenza: morinimara@icloud.com
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A model of continuity of care: the Territory Hospital Continuity Agency in the District Area of Lucca
Luigi Rossi, Svaldo Sensi, Marco Farnè, Alessandro Lensi, Mirella Cavani, Lucia Salvadori, Valeria Massei, Camilla Simonetti, Serena Guidi, Giulio Lovi, Patrizia Ranaldi, Sabrina Ciucci, Giovanna Fontanesi
DOI: 10.48291/SISA.65.3.8
DOI: 10.48291/SISA.65.3.8 Sistema Salute, 65, 3 2021: pp. 365-375
Un modello di continuità delle cure: l’Agenzia di Continuità Ospedale Territorio nella Zona Distretto Piana di Lucca
A model of continuity of care: the Territory Hospital Continuity Agency in the District Area of Lucca
Luigi Rossi*, Svaldo Sensi**, Marco Farnè***, Alessandro Lensi&, Mirella Cavani°, Lucia Salva- dori°°, Valeria Massei°*, Camilla Simonetti^, Serena Guidi^, Giulio Lovi^^, Patrizia Ranaldi^^, Sabrina Ciucci^^, Giovanna Fontanesi^^
* Direttore Zona Distretto Piana di Lucca
** PO Assistenza Infermieristica Territoriale Zona Distretto Piana di Lucca ***Resp UF Cure Primarie Zona Distretto Piana di Lucca &Resp. ACOT Zona Distretto Piana di Lucca °Resp UF Servizio Sociale Zona Distretto Piana di Lucca °° PO Supporto Amministrativo Zona Distretto Piana di Lucca °* Dirigente Medico UF Cure Primarie Zona Distretto Piana di Lucca ^ Zona Distretto Piana di Lucca ^^ACOT Zona Distretto Piana di Lucca
Parole chiave: continuità delle cure ospedale territorio, reti domiciliari
RIASSUNTO
Introduzione: dal 2016, a seguito di apposita Delibera di Giunta in ogni Zona Distretto (ZD) della Regione Toscana sono state attivate le Agenzie di Continuità Ospedale Territorio (ACOT), costituite come un team multidisciplinare dedicato a garantire il rafforzamento dei processi e dei percorsi di continuità assistenziale tra l’ospedale e il territorio. Nella ZD Piana di Lucca esisteva già da alcuni anni una struttura con tali funzioni.
Materiali e Metodi: l’obiettivo di ACOT è garantire il governo dell’interfaccia ospedale-territorio e la continuità assistenziale del paziente nel percorso di dimissione, attraverso una programmazione della dimissione stessa. Nello specifico, le ACOT rafforzano l’interazione ospedale-territorio per assicurare la continuità “territorio-ospedale-territorio” sul livello operativo di zona distretto e sono, inoltre, volte a potenziare i “setting intermedi”, recependo la modalità di gestione dei pazienti prevista nel modello di transition care, attraverso il consolidamento delle modalità di check in e check out tra i diversi livelli assistenziali.
Risultati: l’attività di ACOT è andata via via aumentando nel corso degli anni, passando da circa 3.200 segnalazioni del 2018 ad oltre 4.500 del 2020, anche grazie al progetto, realizzato all’interno delle attività previste dal POR-FSE 2014-2022, “Potenziamento dei servizi di continuità assistenziale – buoni servizio per sostegno alla domiciliarità”, destinato alle Zone-Distretto, permettendo alle stesse di accedere ai fondi destinati a queste linee progettuali. Nel periodo pandemico ACOT ha svolto un’azione determinante nella collocazione del setting corretto ed adeguato dei soggetti positivi, inserendo tra le possibili offerte territoriali ache l’albergo sanitario e le RSA trasformate in Cure Intermedie Assistenziali Covid.
Conclusioni: l’attivazione su tutto il territorio regionale delle ACOT ha permesso la costruzione di una rete territoriale, interdipendente, attivabile rapidamente al bisogno e in grado di fornire risposte appropriate e tempestive ai bisogni evidenziati, attraverso la valutazione multidimensionale da parte del TEAM multiprofessionale. Inoltre, al ventaglio delle possibili offerte di setting territoriali (cure intermedie di vario setting, com- prese quelle per covid positivi, hospice e cure palliative, AD, ADI, ecc.) per l’ACOT della ZD Piana di Lucca si è aggiunto il progetto europeo “Migliorare le Reti Domiciliari” (Mi.Re.Do.), finanziato a valere sull’Asse B Inclusione Sociale e Lotta alla Povertà, sul POR-FSE 2014-2020, e dedicato ad implementare le attività domiciliari.
Keywords: continuity of care, home care networks
SUMMARY
Introduction: since 2016, following a specific Resolution in each District Area of the Tuscany Region, the Hospital Territorial Continuity Agencies (ACOT) have been activated, set up as a multidisciplinary team dedicated to guaranteeing the strengthening of processes and care continuity paths hospital and the territory. In the ZD Piana di Lucca there had already been a structure with these functions for some years.
Methods: ACOT’s goal is to ensure the management of the hospital-territory interface and the continuity of care of the patient in the discharge process through a planning of the discharge itself. Specifical- ly, the ACOTs strengthen the hospital-territory interaction to ensure the “territory-hospital-territory” continuity on the operational level of the district area and, moreover, are aimed at strengthening the “intermediate settings” by adopting the patient management methods envisaged in the transition care model, through the consolidation of the check-in and check-out methods between the different levels and care settings.
Results: ACOT’s activity has gradually increased over the years, going from around 3,200 reports in 2018 to over 4,500 in 2020, so the Tuscany Region, within the activities envisaged by the POR-FSE 2014- 2022, presented the European project “Strengthening the continuity of care services – service vouchers for home care support”, intended for the District Zones, allowing the ZDs themselves to access the funds destined for these project lines. In the pandemic period, ACOT played a decisive role in the posi- tioning of the correct and adequate setting for positive subjects, including among the possible territorial offers including the health hotel and the RSAs transferred to Covid Intermediate Care.
Conclusions: the activation of the ACOT throughout the regional territory has allowed the construction of a territorial network, interdependent, which can be activated quickly as needed and able to provide appropriate and timely responses to the needs highlighted, through multidimensional assessment by the multi-professional TEAM. Furthermore to the range of possible offers of territorial settings (intermedia- te care, hospice and palliative care, rehabilitation, ADI, etc.) for the ACOT of the ZD Piana di Lucca has been added the European project “Improve Home Networks” (Mi.Re. Do.), financed with Euro 466,697.00 under “Axis B Social Inclusion and Fight against Poverty”, on the POR-FSE 2014-2020, and dedicated to implementing home care activities.
Autore per corrispondenza: luigi.rossi@uslnordovest.toscana.it; direttorezonalu@uslnordovest.toscana.it
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Healthcare Homes in Tuscany during Covid-19 pandemic
Valentina Anemoli, Agnese Verzuri, Gloria Bocci, Anna Canaccini, Maria Giovanna D’Amato, Roberto Turillazzi, Simona Dei
DOI: 10.48291/SISA.65.3.9
DOI: 10.48291/SISA.65.3.9 Sistema Salute, 65, 3 2021: pp. 376-383
Le case della salute in Toscana durante la pandemia Covid-19
Healthcare Homes in Tuscany during Covid-19 pandemic
Valentina Anemoli 1, Agnese Verzuri 1, Gloria Bocci 1, Anna Canaccini 2, Maria Giovanna D’Amato 3,
Roberto Turillazzi 4, Simona Dei 5
1 Dirigente Medico U.F. Cure Primarie, Azienda Usl Toscana Sud Est 2 Direttore Dipartimento del Territorio, Azienda Usl Toscana Sud Est 3 Staff Direzione Sanitaria Azienda Usl Toscana Sud Est
4 Direttore Staff Direzione Sanitaria Azienda Usl Toscana Sud Est 5 Direttore Sanitario Azienda Usl Toscana Sud Est
Parole chiave: integrazione funzionale, Covid 19, digital health, casa della comunità, rete della salute
RIASSUNTO
Obiettivi: evidenziare quali sono stati i punti di forza delle Case della Salute (CdS) in Toscana durante la pandemia e quali criticità da risolvere, al fine di riorganizzare un muovo modello che possa rispondere in modo appropriato ai bisogni dei cittadini.
Metodi: analisi delle potenzialità e criticità dei vari modelli di Casa della Salute a seguito dei nuovi percorsi che la pandemia covid 19 ha imposto al SSN (Sistema Sanitario Nazionale).
Risultati: la digital health, la telemedicina, la condivisione funzionale di obiettivi e percorsi saranno la base per riorganizzare un nuovo modello di casa della salute all’interno dei Distretti socio-sanitari.
Conclusioni: la pandemia Covid 19 ha messo in crisi alcuni principi ispiratori della casa della salute (integrazione fisica e contiguità spaziale), quindi sarà necessario proporre un nuovo modello che possa comunque garantire ai cittadini la presa in carico unitaria tempestiva ed efficiente.
Keywords: functional integration, Covid-19, digital health, community house, healthcare network
Objectives: highlighting strengths of Healthcare Homes in Tuscany during Covid-19 pandemic and problems solving, in order to reorganize a new model that can meet citizens’ needs
.
Methods: analysis of the opportunities and risks resulting from Covid-19 changes in Healthcare Homes.
Results: Covid-19 pandemic caused trouble to founding principles oh Healthcare Homes (physical integration and close proximity), so a new model should be proposed, a model able to guarantee citizens a prompt, unitary and effective care.
Conclusions: Covid 19 pandemic has undermined some of the guiding principles of the Healthcare Homes (physical integration and spatial contiguity), so it will be necessary to propose a new model that can still guarantee timely and efficient unitary care for citizens.
Autore per corrispondenza:valentina.anemoli@uslsudest.toscana.it
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The impact of initiative medicine strategies: the experience of the AUSL of Bologna in the biennium 2018-2019
Emanuele Ciotti, Andrea Donatini, Lucia Nobilio, Paolo Totaro, Alessandro Fini
DOI: 10.48291/SISA.65.3.10
DOI: 10.48291/SISA.65.3.10 Sistema Salute, 65, 3 2021: pp. 384-397
L’impatto delle strategie di medicina di iniziativa: l’esperienza della AUSL di Bologna nel biennio 2018-2019
The impact of initiative medicine strategies: the experience of the AUSL of Bologna in the biennium 2018-2019
Emanuele Ciotti 1, Andrea Donatini 2,3, Lucia Nobilio 2, Paolo Totaro 4, Alessandro Fini 5
1 Ausl Ferrara/Card Emilia Romagna 2 Regione Emilia Romagna 3 Ausl Modena
4 Università Ferrara 5 Ausl Bologna
Progetto realizzato con il supporto finanziario del Ministero della Salute – CCM
Parole chiave: cronicità, fragilità, team multidisciplinare
RIASSUNTO
Obiettivi: il lavoro si pone l’obiettivo primario di valutare empiricamente l’impatto di programmi innovativi di medicina di iniziativa – implementati dall’AUSL di Bologna nel biennio 2018-2019 – sulla qualità dell’assistenza della popolazione, attraverso la misurazione di alcuni indicatori correlati con l’attività di cura del sistema sanitario integrato con i servizi territoriali e la presa in carico degli assistiti fragili. Inoltre intende valutare la qualità dei servizi socio-sanitari e assistenziali erogati dall’AUSL di Bologna alla popolazione presa in esame, indagandone i bisogni di salute e la percezione della loro esperienza di presa in carico, cura e assistenza.
Metodi: l’analisi empirica dell’impatto dei programmi di medicina di iniziativa è stata effettuata tramite uno studio di coorte appaiato: da un lato gli esposti a questi programmi, ovvero soggetti fragili (n= 257), definiti “a rischio alto” e “a rischio molto alto” di ospedalizzazione e/o decesso tramite l’applicazione dell’algoritmo regionale RiskER, per i quali è stato compilato un piano assistenziale individualizzato (PAI) da un team multiprofessionale socio-sanitario; dall’altro una coorte di controllo, i non esposti, opportunamente selezionati sulla base di specifiche caratteristiche. Per quanto riguarda l’analisi della qualità dei servizi erogati ci si è avvalsi dell’aiuto di un’antropologa per stilare un’intervista semi-struttu- rata volta a indagare l’esperienza complessiva del percorso di presa in carico, cura e assistenza.
Risultati: l’unica differenza statisticamente significativa osservata tra le due coorti riguarda l’attivazione di percorsi di assistenza domiciliare integrata (ADI), maggiore negli esposti rispetto ai non esposti, indicando un effettivo aumento della presa in carico di pazienti fragili e con numerose condizioni croniche nell’ambito della domiciliarità. L’intervista semi-strutturata ha evidenziato come i maggiori bisogni espressi siano attinenti al senso di solitudine, di abbandono e alla scarsa autonomia fisica, soprattutto laddove manchi una rete familiare o sociale di supporto.
Conclusioni: pur rimanendo aperte alcune criticità, l’esperienza dell’AUSL di Bologna dimostra come sia possibile sviluppare un modello di Sanità capace di rispondere ai bisogni di salute della popolazione nel modo più efficace, efficiente e personalizzato possibile mediante l’interazione e la collaborazione tra diverse figure professionali, nell’ottica dell’equità di fruibilità dei servizi assistenziali.
Key words: chronic care conditions, frailty, multidisciplinary team
Objectives: innovative Medicine Initiative Programs were implemented at the Bologna Local Health Authority in the 2018-2019 for enhancing the quality of care in frail population.
The present study aims at: evaluating the impact of these programs throughout some Health Care Qua- lity Indicators provided by the Health System and the territorial services; and assessing the quality of he- alth and social care services provided by the Bologna Local Health Authority throughout the evaluation of population health needs and their subjective experience of care and assistance.
Methods: this is a paired cohort study that compare two groups: one composed by frail individuals (N= 257), defined as “high risk” and “very high risk” of hospitalization and/or death according to the regional RiskER algorithm, who were admitted to the Innovative Medicine Initiative Programs and who received an individualized care plan (PAI) provided by a multi-professional team; the other group is a control cohort composed by those who did not participate to the programs, selected according to specific cha- racteristics. In order to evaluate the quality of health and social care services, a semi-structured interview was developed by an anthropologist, aimed at investigating the participants’ subjective experience of received care and health assistance.
Results: results showed a statistically significant difference between the two cohorts in the provision of the integrated home care (ADI), which was higher in those who received the innovative programs, highlighting an increase of home care interventions for frail patients and for those with several chronic conditions. Furthermore, the semi-structured interview showed that the major needs emerged were related to a sense of loneliness, abandonment and poor physical autonomy, especially when there is a lack of family or social network support.
Conclusions: although some critical issues remain open, the experience of the Bologna Local Health Authority shows how it is possible to develop a model of health care to respond to the health needs of population in the most effective, efficient and personalized way, thanks to the interaction and the collaboration between professionals, with a view of equity and accessibility of care services.
Autore per corrispondenza:emanuele.ciotti©ausl.fe.it
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I Distretti per i Diritti della Cura e i Doveri della Prevenzione durante l’ Epidemia
Documento Finale del XVIII Congresso Nazionale Card, 29-31 Ottobre 2020
a cura di Paolo Da Col e Antonino Trimarchi
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Il Distretto “forte”, adattabile alle tante Comunità così preziosamente diverse tra loro, rappresenta l’unica via oggi percorribile per soddisfare i diritti dei cittadini ed assolvere i doveri delle Istituzioni, per rafforzare il nostro irrinunciabile Servizio Sanitario pubblico Nazionale.
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