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IN QUESTO NUMERO
La Sezione monografica della Rivista è dedicata al tema “Ambiente e salute”. L’argomento è assai complesso, articolato e con diverse sfaccettature; difficilmente circoscrivibile ed esauribile; e pertanto abbiamo voluto offrire ai Lettori lavori di ricerca, analisi, spunti di riflessione, sia secondo la prospettiva igienistica classica, legata alle matrici ambientali, sia attraverso un’analisi riguardante temi sociali ed economici. In considerazione dell’ampiezza del mate- riale raccolto, abbiamo deciso di dividerlo in due parti, rinviando il seguito al prossimo numero.
La Monografia è introdotta da un importante contributo di Francesco e Maria Giulia Bottaccioli dedicato all’epigenetica. Affermano gli Autori: “Comprendere le conseguenze epigenetiche dell’ambiente sociale potrebbe rivoluzionare non solo la medicina ma trasformare anche le scienze sociali. L’epigenetica potrebbe gettare un ponte tra le scienze umanistiche e sociali e le scienze biologiche consentendoci così di giungere a una visione integrata del comportamento e della salute umana”.
Paola Di Nicola affronta il discorso su “Capitale sociale, reti e relazioni” e ci mostra come nelle società ad alti livelli di differenziazione sociale, il concetto di ambiente deve ampliarsi e comprendere non solo la dimensione fisica, ma anche quella relazionale. La qualità della vita di una collettività e di un soggetto dipende non solo dal fatto di vivere in un ambiente sano, ma anche in un ambiente costituito da relazioni sociali. La qualità delle relazioni influenza le bio- grafie di vita individuale, ma anche l’aria che si respira e lo spirito che aleggia in un quartiere, in una città, in una particolare zona geografica. Un’interessante ridiscussione del concetto di capitale sociale.
A seguire viene proposto un argomento di sanità pubblica di grande attualità: i rischi per la salute da telefoni cellulari. Una rassegna di Irene Figà Talamnaca et al. delle principali ricerche sperimentali ed epidemiologiche, con particolare attenzione a bambini ed adolescenti.
I due contributi successivi riportano contributi di professionisti attivi sul territorio. Il primo di Fausto Francia et al espone uno studio osservazionale realizzato nella città di Bologna, a partire da un problema di inquinamento atmosferico: esempio di gestione di problematiche rilevate dalla popolazione e di risposta da parte dei servizi sanitari. L’articolo di Paolo Da Col et al riporta l’esperienza di interventi intersettoriali per la salute attuati in microcontesti territoriali dei distretti sanitari dell’Azienda Sanitaria di Trieste. Sono descritte le linee strategiche di base e le azioni innovative di cure primarie messe in atto per migliorare la salute globale degli individui e delle comunità.
Il contributo di Di Ciaula e Fagioli riporta una sintetica analisi delle attività di informazione, comunicazione, ed educazione svolte dall’Associazione Medici per l’Ambiente (IDSE) sui temi ambientali.
Per la Sezione Altri Contributi, Carlo Romagnoli riferisce sul percorso di miglioramento della qualità in promozione della salute attivato nella ASL di Perugia, un processo sviluppato attraverso la definizione di dimensioni, relativi standard e possibili modalità attuative.
Al problema dei comportamenti a rischio tra i giovani sono dedicati sia il contributo di Michela Paccamiccio et al – un’indagine finalizzata a rilevare il livello di conoscenze ed esperienze sulle relazioni tra alcol e guida –, sia quello di Carmela Daniela Germano et al, che ha indagato, attraverso un intervento di prossimità, il consumo di alcol e sostanze e i rapporti sessuali nella città di Trieste.
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Infinitive consumption on a finite planet
Lamberto Briziarelli
DOI: 10.48291/SISA.56.3.1
OPEN ACCESS
Consumi infiniti in un pianeta finito
Infinitive consumption on a finite planet
Lamberto Briziarelli
DOI: 10.48291/SISA.56.3.1
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Taranto and the joint health and territory management
Carlo Romagnoli
DOI: 10.48291/SISA.56.3.2
OPEN ACCESS
Taranto e la gestione comune di salute e territorio
Taranto and the joint health and territory management
Carlo Romagnoli
DOI: 10.48291/SISA.56.3.2
SISA_2012_3_editoriale_romagnoli
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The epigenetic revolution
Francesco Bottaccioli, Anna Giulia Bottaccioli
DOI: 10.48291/SISA.56.3.3
La rivoluzione epigenetica
The epigenetic revolution
Francesco Bottaccioli, Anna Giulia Bottaccioli
DOI: 10.48291/SISA.56.3.3
Francesco Bottaccioli, Presidente onorario della Società Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia, Docente di PNEI nella formazione post-laurea delle Facoltà di Medicina di Perugia e di Siena
Anna Giulia Bottaccioli, laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Roma La Sapienza
Parole chiave: dogma centrale della biologia molecolare, epigenetica, eredità epigenetica transgenerazionale, genoma, epigenom, genetica, nuovo paradigma, psiconeuroendocrinoimmunologia
SOMMARIO
Background: l’epigenetica studia i cambiamenti ereditabili nell’espressione genica che si verificano senza cambiamenti nella sequenza del DNA. Diversi meccanismi epigenetici, che comprendono tra gli altri la metilazione del DNA e le modificazioni istoniche, possono cambiare l’attività del genoma sotto l’influenza di stimoli interni (stress) ed esterni (ambientali).
Metodo: rassegna della letteratura scientifica.
Risultati: dati recenti suggeriscono che la programmazione epigenetica dell’espressione genica è sensibile all’ambiente delle prime fasi della vita e che sia l’ambiente sociale che quello chimico possono influenzare il modo con cui il genoma è programmato dall’epigenoma. Dati da modelli animali e recentemente da studi sugli umani supportono l’ipotesi che le avversità nelle prime fasi della vita lasciano il segno sul nostro epigenoma e influenzano, nella vita adulta, la reattività allo stress e la salute, fisica e mentale. Analogamente, è ormai evidente che anche gli adulti rispondono epigeneticamente ai segnali ambientali, che influenzano la fisiologia, i comportamenti e il rischio di malattia.
Conclusioni: l’epigenetica è la nuova genetica perché numerosi processi biologici sono controllati non attraverso mutazioni, ma piuttosto attraverso fenomeni epigenetici reversibili ed ereditabili. Comprendere le conseguenze epigenetiche dell’ambiente sociale potrebbe rivoluzionare non solo la medicina ma trasformare anche le scienze sociali. L’epigenetica potrebbe gettare un ponte tra le scienze umanistiche e sociali e le scienze biologiche consentendoci così di giungere a una visione integrata del comportamento e della salute umana. Questo è assolutamente in linea con la Psiconeuroendocrinoimunologia che lavora per comprendere l’impatto degli stressor ambientali, in particolare di quelli sociali, su emozioni, comporta- menti, nonché sul sistema neuroendocrino dello stress e sul sistema immunitario. L’epigenetica offre una grande opportunità di tracciare nuove direzioni nella ricerca di base, clinica e sociale all’interno del paradigma della Psiconeuroendocrinoimmunologia.
Key words: central dogma molecular biology, epigenetics, transgenerational epigenetic inheritance, genome, epigenome, genetics, new paradigm, psychoneuroendocrinoimmunology
SUMMARY
Background: epigenetics investigates heritable changes in gene expression that occur without changes in DNA sequence. Several epigenetic mechanisms, including DNA methylation and histone modifications, can change genome function under internal (stress) and exogenous (environmental) influence.Methodology: scientific review
Result:s: recent data suggest that epigenetic programming of gene expression profiles is sensitive to the early-life environment and that both the chemical and social environment early in life could affect the manner by which the genome is programmed by the epigenome. Data from animal models as well as recent data from human studies support the hypothesis that early life social-adversity leaves its marks on our epigenome and affects stress responsivity, health, and mental health later in life. As well, emerging evidence shows that, adults also respond epigenetically to environmental signals, which in turn influence behavior, physiological outcome, and disease risk.
Conclusions: epigenetics is the new genetics because many biological processes are controlled not through mutations, but rather through reversible and heritable epigenetic phenomena.
Understanding the epigenetic consequences of social exposures would not only revolutionize medicine but also transform social sciences as well. Epigenetics might unfold as the bridge between the social and humanistic sciences and the biological sciences allows us to establish an integrated understanding of human health and behavior. This is congruent with Psychoneuroendocrinoimmunology, which seeks to understand the impact of environmental stimuli, especially psychosocial stimuli, on behavior, emotions, neuroendocrine stress system, and immune function. The epigenetics offers ample opportunity to chart new directions in basic, clinical, and social research within the paradigm of Psychoneuroendocrinoimmunology.
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Social capital, networks, relationships
Paola Di Nicola
DOI: 10.48291/SISA.56.3.4
Capitale sociale, reti, relazioni
Social capital, networks, relationships
Paola Di Nicola
DOI: 10.48291/SISA.56.3.4
professore ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Università di Verona, direttore della Scuola di Dottorato in Scienze umane e filosofia e del Master di primo livello in Mediazione familiare
Parole chiave: Capitale sociale, personal network, qualità della vita.
RIASSUNTO
Obiettivi: l’articolo si pone l’obiettivo di dimostrare che nelle società ad alti livelli di differenziazione sociale, il concetto di ambiente deve ampliarsi e comprendere non solo la dimensione fisica, ma anche quella relazionale. La qualità della vita di una collettività e di un soggetto dipende non solo dal fatto di vivere in un ambiente sano, ma anche in un ambiente costituito da relazioni sociali. La qualità delle relazioni influenza le biografie di vita individuale, ma anche l’aria che si respira e lo spirito che aleggia in un quartiere, in una città, in una particolare zona geografica.
Metodi: per raggiungere gli obiettivi, si introduce il concetto di ‘capitale sociale’ che può essere definito come una risorsa ‘incardinata’ nelle relazioni sociali interpersonali. Vengono prese in considerazioni le diverse accezioni di capitale sociale (a livello macro e micro) per dimostrare che gli studi empirici condotti sul tema confermano la centralità delle relazioni sociali come fattore predittivo sia del buon livello di funzionamento delle istituzioni (livello macro), che livelli più alti di adattamento e integrazione degli attori sociali.
Risultati: nonostante la centralità e l’importanza del capitale sociale per la qualità della vita di individui e collettività, oggi si assiste ad un crollo del capitale sociale, eroso dai più recenti e accelerati processi di globalizzazione, modernizzazione e individualizzazione. Diventa dunque importante che il concetto di ‘dife- sa dell’ambiente’ si ampli, sino ad includere nell’ambiente la qualità delle relazioni sociali: le relazioni devono diventare una ‘variabile dipendente’, un campo di intervento per scelte politiche, promosse soprattutto dal basso, da cittadini sensibili alla qualità della vita del proprio quartiere, della propria città. Una diversa logica di progettazione urbanistica, un diverso utilizzo degli spazi urbani (il verde, le strade, i giardini, i centri storici, le scuole ecc.) possono diventare occasione di fruizione collettiva di momenti ‘culturali’ e di progettualità innovativa che rende di nuovo l’ambiente vivo, di una vitalità che non sia data solo dal consumo commerciale, ma anche dal senso di appartenenza e di radicamento.
Key-words: social capital, personal network, quality of life
SUMMARY
Objectives: the article aims to show that in societies with high levels of social differentiation, the concept of environment has become wider and include not only the physical, but also relational aspects. The quality of life of a community and of a subject is determined not only by the fact of living in a healthy environment, but also in an environment made up of social relations. The quality of relationships influence the biographies of individual life, but also the air we breathe and the spirit that hovers in a neighborhood, in a city, in a particular geographical area.
Methods: to achieve the goals, we introduce the concept of ‘social capital’ which can be defined as a resource ‘embedded’ in social relations. Are taken into consideration the different meanings of social capital (at macro and micro level) to show that the empirical studies conducted on the subject confirms the centrality of social relations as a predictor of both the good level of functioning of the institutions (macro level), which higher levels of adaptation and integration of social actors.
Results: despite the centrality and importance of social capital for the quality of life of individuals and communities, today we are witnessing a collapse of the social capital eroded by more recent and accelerated processes of globalization, modernization and individualization. Therefore becomes important that the concept of ‘environmental protection’ will amp up the environment to include the quality of social relations: the relations must become a ‘dependent variable’, a range of intervention for political choices, promoted mainly by citizens sensitive to the quality of life of their neighborhood, their city. A different logic of urban planning, a different use of urban spaces (green, roads, gardens, historic centers, schools, etc…) can become an occasion for collective use of cultural events and innovative design that makes the new living environment, a vitality that it is not given only by commercial consumption, but also from the sense of belonging and rootedness.
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Mobile phones: a public health problem?
Irene Figà Talamanca, Claudia Giliberti, Silvana Salerno
DOI: 10.48291/SISA.56.3.5
I telefoni cellulari: un problema di salute pubblica?
Mobile phones: a public health problem?
Irene Figà Talamanca, Claudia Giliberti, Silvana Salerno
DOI: 10.48291/SISA.56.3.5
Irene Figà Talamanca, Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive, Università La Sapienza, Roma
Claudia Giliberti, INAIL, EX-ISPESL, Roma
Silvana Salerno ENEA Casaccia, Roma
Parole chiave: radiazioni elettromagnetiche, telefoni cellulari, rischio, studi epidemiologici, sanità pubblica
RIASSUNTO
Obiettivo: l’articolo fornisce informazioni sulle radiazioni elettromagnetiche emesse dai telefoni cellulari e analizza eventuali effetti biologici negativi dell’utilizzo del cellulare ed eventuali rischi per la salute umana (studi epidemiologici).
Metodologia: rassegna delle principali ricerche sperimentali ed epidemiologiche sui rischi per la salute condot- te negli ultimi anni. In particolare vengono esaminati i recenti studi epidemiologici sul rapporto tra uso del cellulare e tumori al cervello e sono discusse le principali discordanze nei risultati ottenuti. Sono inoltre presentati i risultati degli studi sui possibili rischi per bambini e adolescenti in seguito all’incremento dell’uso del cellulare.
Risultati: emerge con chiarezza la vastità e la rilevanza del problema legato all’esposizione a radiazioni elettromagnetiche prodotte dai telefoni cellulari considerando anche alcuni aspetti della loro diffusione ambientale: la produzione scientifica e la regolamentazione internazionale non presentino omogeneità ma, il massimo organismo di tutela della sanità mondiale (IARC) afferma la loro sospetta azione cancerogena. Si tratta dunque di prevenire il rischio adottando comportamenti preventivi e, per quanto riguarda l’ambiente, controllando e adottando i limiti più sicuri in attesa di un ampliamento delle conoscenze, senza aspettare certezze.
Key words: electromagnetic radiation, mobile phone, risk, epidemiological study, public health
SUMMARY
Objective: the article provides information on electromagnetic radiation emitted by mobile phones and analyzes any adverse biological effects of mobile phone use and possible risks to human health.
Methodology: survey of the main experimental and epidemiological research on the health risks conducted in recent years. In particular, the recent epidemiological studies on the relationship between mobile phone use and brain cancers are discussed and the main differences in the results obtained. Is also presented the results of studies on the potential risks to children and adolescents following the planned use of the phone.
Results: show clearly the extent and importance of the problem related to exposure to electromagnetic radiation produced by mobile phones considering some aspects of their environmental diffusion: scientific production and international regulations but do not show homogeneity, the maximum body protection global health (IARC) said they suspected of causing cancer. It’s therefore to prevent the risk adopting preventive behaviors and, as regards the environment, controlling and adopting the limits safer waiting for a widening of knowledge, without waiting certainties.
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The management of air pollution environmental: a trasferable experience
Fausto Francia, Paolo Pandolfi, Elisa Stivanello
DOI: 10.48291/SISA.56.3.6
La gestione di problematiche ambientali da inquinamento atmosferico: un’esperienza trasferibile
The management of air pollution environmental: a trasferable experience
Fausto Francia, Paolo Pandolfi, Elisa Stivanello
DOI: 10.48291/SISA.56.3.6
Fausto Francia, direttore del Dipartimento di Sanità pubblica, AUSL di Bologna
Paolo Pandolfi, direttore dell’Unità operativa di Epidemiologia e comunicazione del rischio, Dipartimento di Sanità pubblica, AUSL di Bologna
Elisa Stivanello, medico igienista della Unità operativa di Igiene ambientale, Dipartimento di Sanità pubblica, AUSL di Bologna
Parole chiave: inquinamento atmosferico, sistema di sorveglianza, comunicazione del rischio
RIASSUNTO
Obiettivi: l’inquinamento atmosferico è una delle problematiche affrontate abitualmente dai Dipartimenti di Prevenzione. In questo lavoro descriviamo la risposta che il Dipartimento di Salute Pubblica dell’AUSL di Bologna ha dato a un problema di cattivi odori segnalato da più cittadini, attribuibile ad una azienda che produce conglomerati bituminosi.
Metodologia: il Dipartimento ha condotto uno studio osservazionale in cui ha confrontato: 1) lo stato di salute dei bambini frequentanti le scuole della zona interessata con la popolazione di pari età residente nella città di Bologna e 2) lo stato di salute di tutta la popolazione residente entro 1,5 Km dall’azienda con quello di tutti i residenti della città. Utilizzando le informazioni provenienti da flussi informativi correnti sono stati studiati i seguenti esiti: mortalità per tutte le cause, patologie cardiovascolari, tumori e patologie respiratorie; consumo di farmaci, ricoveri ed esenzioni per alcune patologie respiratorie.
Risultati: dalle analisi risulta che i bambini della zona non presentano, rispetto ai bambini della città un rischio significativamente maggiore di ricovero, esenzione per patologie respiratorie o utilizzo di farmaci di categoria R03 (indicatori proxy di patologie respiratorie acute). Hanno invece un rischio significativamente maggiore di utilizzare farmaci di categoria R (RR: 1,23; IC95%: 1,06-1,43). Per quanto riguarda la popolazione generale, gli abitanti della zona hanno invece un minor rischio di ricovero per patologie respiratorie (RR: 0,80; IC95%:0,67-0,96), utilizzo di farmaci R03 (RR: 0,79; IC95%: 0,75-0,82) ed esenzioni per patologie respiratorie e tumorali (RR: 0,83; IC95% 0,69-0,99 e RR 0,74; IC95% 0,69- 0,80) e mortalità. Nel lavoro si discutono i risultati dello studio, sottolineandone le potenzialità anche in termini di ricaduta comunicativa e relazionale con la propria popolazione di riferimento.
Key words: air pollution, surveillance system, risk communication
SUMMARY
Objectives: air pollution is a main problem faced routinely by the Departments of Prevention. We describe hereby the activities that have been carried out by the Department of Public Health of the Bologna Local Health Authority following complaints of unpleasant odours attributable to a company producing bitumen conglomerate.
Methods: the Department carried out an observational study in order to compare 1) the health status of the children attending the schools near the above mentioned company with the children of the same age living in Bologna and 2) the health status of the population living within 1,5km to the company with the Bologna inhabitants. By using information retrieved from routine data, the following outcomes were considered: mortality from all causes, cardiovascular, respiratory diseases and cancer; drug consumption, hospitalizations and exemptions for respiratory diseases.
Results: the results show that the children of the studied area do not have a statistically significant higher risk of hospitalization and exemptions for respiratory problems than the comparison group. They also do not have a higher risk of consuming drugs of the R03 therapeutic subgroup (proxy indicators of acute respiratory problems), but have a higher risk of using drugs of the R therapeutic subgroup (RR: 1,23; CI 95%: 1,06- 1,43). As far as the general population is concerned, the population of the area has a smaller risk of hospitalization for respiratory diseases (RR: 0,80; CI 95%: 0,67-0,96), use of R03 drugs (RR: 0,79; CI 95%: 0,75-0,82) and exemptions for respiratory diseases and tumors (RR: 0,83; CI 95%: 0,69-0,99 and RR 0,74; CI 95%: 0,69-0,80 respectively) and mortality. We discuss the results of the study and underscore its potentials in terms of relations and communication with the population of the catchment area.
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The “Microaree-Project” in the Trieste districts. Innovative actions for global health in primary care reassessment
Maria Grazia Cogliati Dezza, Paolo Da Col, Monica Ghiretti, Michela Degrassi, Marco Spanò, Emanuela Fragiacomo, Angela Pianca, Ofelia Altomare, Flavio Paoletti, Barbara Ianderca, Claudia Rusgnach, Franco Rotelli
DOI: 10.48291/SISA.56.3.7
Il “Progetto Microaree” nei distretti di Trieste. Azioni innovative per una salute globale in una rivisitazione operativa delle cure primarie
The “Microaree-Project” in the Trieste districts. Innovative actions for global health in primary care reassessment
Maria Grazia Cogliati Dezza, Paolo Da Col, Monica Ghiretti, Michela Degrassi, Marco Spanò, Emanuela Fragiacomo, Angela Pianca, Ofelia Altomare, Flavio Paoletti, Barbara Ianderca, Claudia Rusgnach
Distretti nn. 1 2 3 4, Azienda per i Servizi Sanitari n.1 “Triestina”, Trieste
Franco Rotelli
Presidente Conferenza Internazionale per la salute mentale “Franco Basaglia”, Trieste
DOI: 10.48291/SISA.56.3.7
Parole chiave: distretto, cure primarie, determinanti sociali della salute, interventi intersettoriali, microaree, salute di comunità
RIASSUNTO
Obiettivo: sperimentare in alcuni microcontesti territoriali dei quattro distretti sanitari dell’Azienda Sanitaria di Trieste (60.000 abitanti/cad, 28% >65enni) interventi intersettoriali ad alta integrazione ed azioni innovative delle cure primarie per migliorare la salute globale degli individui e delle comunità. Metodologia: ciascuna Microarea – (ca. 1.000-2.000 ab./cad) – è stata dotata, a seguito di una forte committenza del direttore generale, di un referente a tempo pieno, formato e motivato a realizzare 10 macrobiettivi prioritari, tra cui il miglioramento della conoscenza dei residenti, dell’appropriatezza d’uso dei servizi sanitari, del capitale sociale. Gli strumenti adottati si sono diretti al rafforzamento delle reti di cure primarie in senso proattivo, dell’alta integrazione inter-enti (Comune, edilizia popolare, terzo settore), della promozione della partecipazione comunitaria.
Risultati: dopo oltre 5 anni di attività capillare, nelle Microaree, nonostante la più elevata prevalenza di malati gravi, povertà, deprivazione sociale, si osserva un miglioramento di indicatori proxy di salute (es. riduzione dell’ospedalizzazione, della spesa farmaceutica, delle prestazioni sanitarie inappropriate), in misura superiore a quanto osservata nello stesso periodo nell’intera azienda sanitaria, sollecitata verso i medesimi obiettivi. Superate alcune difficoltà iniziali, il modello appare replicabile e si presenta favorevole per rafforzare il ruolo del distretto nel territorio, anticipare cambiamenti significativi, proteggere meglio le fasce di assistiti fragili, valorizzare gli interventi di comunità, rendere più credibile le istituzioni ed avvicinarle alla popolazione, particolarmente quella più vulnerabile.
Key words: primary care, social determinants of health, intersectorial interventions, community care
ABSTRACT
Objective: the aim of the project is (a) to test the impact on health of integrated care and intersectorial interventions, as well as of a whole life approach; (b) to target the new primary health care networks towards frail subjects living in micro-territories of the four health care districts of Trieste (60.000 inhab./ each, 28% >65 y. old people).
Methodology: after a strong commitment by the Director General, in each Microarea an ad hoc motivated and trained full time professional acted in order (a) to improve integrated care, inter-institutional interventions and intersectorial health actions (social assistance, social housing, third sector, etc.); (b) to increase the knowledge (needs) of individuals and the community; and (c) to ameliorate the appropriateness of health interventions.
Results: in these Microareas (ca. 1.000-2.000 inhab./each) it was observed a higher decrease of hospital admissions and drug prescriptions than in the whole territory, despite the presence of more poverty, deprivation, prevalence of chronic diseases and comorbidity. Specific efforts with preventive and proactive capillary actions placed in a new equilibrium formal and informal care. The relationships within and between Institutions improved, as well as that with subjects of informal care, with a final elevation of social capital. It seems that this model is cost/effective and could be replicated, particularly in multi-problematic areas, where it is necessary to obtain more rapid benefits in the involvement of the local community, the protection of vulnerable subjects at risk of ill health and social exclusion, the progress of the organizations for proactive primary health care.
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Information, communication and education on environmental issues relating to the public health. An analysis of the ISDE Italy of the actions in a year index
Agostino Di Ciaula, Antonio Faggioli
DOI: 10.48291/SISA.56.3.8
OPEN ACCESS
L’informazione, la comunicazione e l’educazione sui temi ambientali finalizzate alla tutela della salute pubblica.
Analisi sintetica delle attività di ISDE Italia in un anno indice
Information, communication and education on environmental issues relating to the public health. An analysis of the ISDE Italy of the actions in a year index
DOI: 10.48291/SISA.56.3.8
Agostino Di Ciaula, ISDE Italia, U.O. Medicina Interna P.O. Bisceglie
Antonio Faggioli, ISDE Italia, Libero docente in Igiene dell’Università di Bologna
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Quality in health promotion
Carlo Romagnoli
DOI: 10.48291/SISA.56.3.9
Qualità in promozione della salute
Quality in health promotion
Carlo Romagnoli
DOI: 10.48291/SISA.56.3.9
Coordinatore Aziendale Promozione Salute, AUSL 2 Perugia
Parole chiave: qualità, promozione della salute
RIASSUNTO
Problematiche affrontate: applicando il programma ministeriale “Guadagnare Salute”, la AUSL di Perugia ha attivato un apposito coordinamento aziendale, che, analizzando quanto fatto in promozione della salute (ps), ha evidenziato forti carenze nella qualità degli interventi di ps.
Obiettivi: a) individuare e definire le dimensioni della qualità importanti per gli interventi di ps; b) individuare e definire standard relativi a tali dimensioni della qualità; c) definire un percorso aziendale condiviso e sostenibile per la applicazione di tali standard.
Metodologia: combinazione di analisi di contenuto della letteratura scientifica e di metodo Delphi.
Risultati: a) le dimensioni importanti per la qualità degli interventi di ps sono state individuate in: coinvolgimento della popolazione nella scelta delle priorità, efficacia, sicurezza, appropriatezza – adattata alle specificità della ps – valutabilità, fornendo le rispettive definizioni operative e formulando una possi- bile concatenazione gerarchica tra le stesse; b) per ciascuna di tali dimensioni sono stati formulati standard basilari e di riferimento con relativi criteri; c) il percorso applicativo per una adesione progressiva e adattata alle specificità locali.
Discussione e conclusioni: il miglioramento della qualità degli interventi di ps deriva sia dalla definizione di un modello dei determinanti di salute che non includa solo i fattori comportamentali sia di paralleli adeguamenti metodologici di cui riteniamo la nostra sperimentazione fornisca un possibile esempio di cui vengono illustrati gli sviluppi in corso nel nostro territorio.
Key words: quality, health promotion
SUMMARY
Problems faced: the application of the ministerial program “Gaining Health”, the Local Health Unit of Perugia has activated a special coordination company that, by analyzing what you did in health promotion (ps), showed strong deficiencies in the quality of the interventions of ps.
Objectives: a) identify and define the dimensions of quality are important for interventions ps b) identify and define standards for these dimensions of quality, c) define a path for shared and sustainable business application of these standards.
Methodology: a combination of content analysis of scientific literature and the Delphi method.
Results: a) the scale of importance for the quality of interventions have been identified in the ps: involvement of the population in the choice of priorities, effectiveness, safety, appropriateness – adapted to the specificities of the ps – evaluability, providing their operational definitions and formulating a possible chain hierarchy between them, b) for each of these dimensions have been formulated basic standards and reference criteria; c) the application for membership path, and gradually adapted to local circumstances. Discussion and conclusions: improving the quality of the contributions of ps is derived from the definition of a model of the determinants of health that includes not only the behavioral factors of both methodological parallel adjustments of which we believe our experiments provide a possible example of that explain the ongoing developments in our territory.
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Accidents and alcohol: young people do not know or want to know?
Michela Paccamiccio, Paola Carbone, Elisa Casini
DOI: 10.48291/SISA.56.3.10
Incidenti e alcol: i giovani non sanno o non vogliono sapere?
Accidents and alcohol: young people do not know or want to know?
Michela Paccamiccio, Paola Carbone, Elisa Casini
DOI: 10.48291/SISA.56.3.10
Michela Paccamiccio, Psicologo, Dottore in Psicologia nel Corso di Vita, Università di Roma “La Sapienza”
Paola Carbone, Psichiatra e psicoanalista, Professore associato e responsabile del Laboratorio di Prevenzione: i Giovani e gli Incidenti, Facoltà di Medicina e Psicologia, Università di Roma “La Sapienza”, Presidente Associazione Romana di Psicoterapia Psicoanalitica dell’Adolescenza (ARPAd)
Elisa Casini, Psicologa, Laboratorio di Prevenzione: i Giovani e gli Incidenti, Facoltà di Medicina e Psicologia, Università di Roma “La Sapienza”, Specializzanda ARPAd (Associazione Ro- mana di Psicoterapia Psicoanalitica dell’Adolescenza)
Parole chiave: giovani, incidenti, alcol, prevenzione
RIASSUNTO
Introduzione: studi nazionali e internazionali hanno evidenziato un legame pericoloso tra abuso di alcol e incidenti stradali. Al riguardo negli ultimi anni sono state realizzate numerose campagne di prevenzione destinate soprattutto ai giovani, che rappresentano la categoria maggiormente a rischio. Tali campagne, incentrate principalmente sull’informazione, non hanno ancora ottenuto una significativa riduzione del numero di incidenti. In questo studio ci siamo domandati se l’elevata incidentalità giovanile sia dovuta esclusivamente ad una disinformazione dei giovani circa le conseguenze della guida in stato di ebbrezza e abbiamo indagato il loro livello di conoscenze riguardo la normativa alcol e guida, le loro opinioni e le esperienze, confrontandole con altre fasce di età.
Metodo: 150 soggetti, suddivisi in 3 sottogruppi equonumerosi in base all’età (Gruppo Giovani 18-25 anni; Gruppo Adulti 35-45 anni; Gruppo Anziani 55-65 anni), ai quali è stato somministrato un questionario a risposta multipla.
Risultati: nel complesso il Gruppo Giovani ha dimostrato di possedere un buon livello di conoscenze sul tema trattato, così come il Gruppo degli Anziani ha fornito buone prestazioni. Gli Adulti hanno invece dimostrato di essere il Gruppo meno informato.
Discussione: le buone prestazioni ottenute dai Giovani suggeriscono di progettare interventi preventivi non solo sulla divulgazione di informazioni; analizzando le loro opinioni è possibile ipotizzare che i motivi che li spingano a incorrere maggiormente in incidenti siano multifattoriali.
Key words: youth, accidents, alcohol, prevention
SUMMARY
Introduction: national and international studies have shown a danger ties between alcohol abuse and road accidents. In recent years numerous prevention campaigns for young people, who are the most at risk, have been made. These campaigns, mainly focused on information, have not yet achieved a significant reduction about the number of accidents. In this study we asked whether the high accident rate is due solely to a youthful young misinformation about the consequences of driving while intoxicated, and we investigated their level of knowledge about drink-driving legislation, their opinions and experiences and compared with other age groups.
Method: 150 subjects, divided into 3 subgroups based on age (18-25 years old Youth Group, Adult Group 35-45 years, 55-65 years Elderly Group), who were given a multiple choice questionnaire.
Results: overall, the Youth Group and the Elders has demonstrated a good level of knowledge about the subject matter. Instead the adults have been shown to be the Group with less information.
Discussion: good performance obtained by the Young suggest to design preventive interventions not only on disclosure of information, analyzing their opinions can be hypothesized that the reasons that motivate them to incur greater incidents are multifactorial.
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Risk behaviors in a sample of young people identified in the context of an intervention proximity-Project Overnight
Carmela Daniela Germano, Eva Perizzolo, Riccardo Tominz, Matteo Bovenzi, Antonina Contino, Roberta Balestra
DOI: 10.48291/SISA.56.3.11
Comportamenti a rischio in un campione di giovani individuati nel contesto di un intervento di prossimità-Progetto Overnight
Risk behaviors in a sample of young people identified in the context of an intervention proximity-Project Overnight
Carmela Daniela Germano, Eva Perizzolo, Riccardo Tominz, Matteo Bovenzi, Antonina Contino, Roberta Balestra
DOI: 10.48291/SISA.56.3.11
Carmela Daniela Germano
Azienda Sanitaria Locale “Triestina”, Dipartimento di Prevenzione
Eva Perizzolo
Azienda Sanitaria Locale “Triestina”, Dipartimento delle Dipendenze
Riccardo Tominz, Matteo Bovenzi
Azienda Sanitaria Locale “Triestina”, Dipartimento di Prevenzione
Antonina Contino, Roberta Balestra
Azienda Sanitaria Locale “Triestina”, Dipartimento delle Dipendenze
Parole chiave: comportamenti a rischio, luoghi di aggregazione giovanile notturna, alcol, sostanze psicotrope, contraccezione di emergenza, riduzione del rischio
RIASSUNTO
Obiettivo: indagare nell’ambito del progetto Overnight la diffusione di comportamenti a rischio in un campione della popolazione di età compresa fra 15 e 29 anni, domiciliati in Friuli Venezia Giulia, che frequenta i luoghi di aggregazione notturna al fine di elaborare grazie alle conoscenze acquisite, anche in termini di tendenze emergenti, materiale informativo e strategie di prevenzione dei rischi, coerenti con le abitudini reali dei giovani che frequentano questi ambienti.
Metodologia: per la raccolta dei dati è stato utilizzato un questionario anonimo autosomministrato, in presenza di un operatore disponibile. Il questionario veniva proposto prima dell’ingresso nei locali notturni.
Risultati: dall’analisi dei 472 questionari emerge che oltre il 90% dei soggetti indagati ha bevuto nell’ultimo mese (85% fuori pasto e durante il fine settimana). Quasi la metà degli intervistati ha un consumo “binge” e poco meno di 1/6 ha guidato in stato di ebbrezza. Oltre il 60% ha usato droghe, con preferenze differenti a seconda della classe di età indagata, anche se per eroina e psicofarmaci non si rilevano differenze per sesso e classe di età. Fra coloro che hanno avuto rapporti sessuali, quasi 1⁄4 riferisce più di 1 partner nell’ultimo mese e 1/5 non ha usato precauzioni e 44% delle femmine ha usato la pillola del giorno dopo. Di queste il 42% è minorenne.
Key-words: risk behaviors, youth meeting venues, nightlife, alcohol, psychotropic substances, emergency contraception, risk reductio
(85% fuori pasto e durante il fine settimana). Quasi la metà degli intervistati ha un consumo “binge” e poco meno di 1/6 ha guidato in stato di ebbrezza. Oltre il 60% ha usato droghe, con preferenze differenti a seconda della classe di età indagata, anche se per eroina e psicofarmaci non si rilevano differenze per sesso e classe di età. Fra coloro che hanno avuto rapporti sessuali, quasi 1⁄4 riferisce più di 1 partner nell’ultimo mese e 1/5 non ha usato precauzioni e 44% delle femmine ha usato la pillola del giorno dopo. Di queste il 42% è minorenne.
Key-words: risk behaviors, youth meeting venues, nightlife, alcohol, psychotropic substances, emergency contraception, risk reduction
SUMMARY
Objective: to collect data on abuse (overuse) of legal or illegal substances, drunk-driving and hazardous sexual behaviour in overnight meeting places, which may also represent a favourable observatory to inquire those young people that are usually not included in most surveys, because they are out of the school world, for reaching an educational qualification or for school drop-out.
Methods: observational cross sectional survey on a sample of 472 young people aged 15-29 years, in the frame of the project Overnight (Trieste), built to reduce direct and indirect risk of mood altering substances use during night fun.
Results: in our sample 90% drunk in last month, 85% drunk during week-end and between meals, nearly half of the people interviewed are binge drinkers and 1/6 of interviewed drove in drunkness. More than 60% of interviewed used drugs, which usually differ according to their age, even if no differences for sex and age were found when considering heroin and psychotropic drugs. Among those that declared sexual intercourses, nearly 1⁄4 reported more than 1 partner in the last month and 1/5 did not used precautions. Emergency contraception was used by 44% of girls interviewed that declared sexual intercourses; 42% of them are underage. This kind of survey can contribute to provide educational materials and carry out strategies to reduce risks on the basis of young true custom and trend.
SUMMARY
Objective: to collect data on abuse (overuse) of legal or illegal substances, drunk-driving and hazardous sexual behaviour in overnight meeting places, which may also represent a favourable observatory to inquire those young people that are usually not included in most surveys, because they are out of the school world, for reaching an educational qualification or for school drop-out.
Methods: observational cross sectional survey on a sample of 472 young people aged 15-29 years, in the frame of the project Overnight (Trieste), built to reduce direct and indirect risk of mood altering substances use during night fun.
Results: in our sample 90% drunk in last month, 85% drunk during week-end and between meals, nearly half of the people interviewed are binge drinkers and 1/6 of interviewed drove in drunkness. More than 60% of interviewed used drugs, which usually differ according to their age, even if no differences for sex and age were found when considering heroin and psychotropic drugs. Among those that declared sexual intercourses, nearly 1⁄4 reported more than 1 partner in the last month and 1/5 did not used precautions. Emergency contraception was used by 44% of girls interviewed that declared sexual intercourses; 42% of them are underage. This kind of survey can contribute to provide educational materials and carry out strategies to reduce risks on the basis of young true custom and trend.
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Gruppo tecnico interregionale per la salute mentale, Regione Umbria
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