.
Indice
Digital education and informed citizens. Your signs will find you out
Lamberto Briziarelli
DOI: 10.48291/SISA.61.1.1
OPEN ACCESS
Educazione digitale per una cittadinanza informata. Quando i nodi vengono al pettine
Digital education and informed citizens. Your signs will find you out
Lamberto Briziarelli
DOI: 10.48291/SISA.61.1.1
[ DIRECT URL ]
Medicine and society: an alliance for knowledge
Ambrogio Santambrogio
DOI: 10.48291/SISA.61.1.2
Medicina e società: per una alleanza di saperi
Medicine and society: an alliance for knowledge
Ambrogio Santambrogio
DOI: 10.48291/SISA.61.1.2
Dipartimento di Scienze Politiche, Università degli Studi di Perugia
Parole chiave: ricerca, specializzazione, medicina, sociologia, integrazione
RIASSUNTO
Fare ricerca e produrre scienza implica oggi un processo di specializzazione sempre maggiore, che si amplia con l’aumento dei risultati che si raggiungono. La comunicazione di questi ultimi è resa sempre più difficile dallo sviluppo iper specializzato dei linguaggi tecnici, elemento che ha esiti importanti sulla natura e sullo sviluppo delle comunità scientifiche, producendo, talvolta, gravi effetti di disintegrazione. I problemi che emergono da questo processo sono condensati nella contraddizione tra particolare e generale, tra scomposizione e riunificazione e appartengono alla scienza medica così come alla stessa sociologia. Se, da un lato, è ormai inevitabile la specializzazione, dall’altro occorre fare ricerca specialistica senza dimenticare l’intero cui la parte studiata appartiene e provare a ricomporre i saperi specialistici acquisiti in una conoscenza d’insieme e dell’insieme. Inevitabile che un modo nuovo di fare ricerca possa avere ricadute significative anche sulla didattica. Solo un approccio diverso alla ricerca che, all’interno di ogni specifico ambito, si ponga coerentemente il compito, a partire dalla specializzazione che produce saperi specifici, di una loro ricomposizione nella prospettiva di una conoscenza dell’insieme, anche nella consapevolezza che tale obiettivo probabilmente non sarà mai raggiunto definitivamente, sviluppa quella forma mentis che favorisce poi una maggiore apertura interdisciplinare. Ciò renderà i risultati potenzialmente in grado di produrre ricadute sulla mentalità collettiva e sulle politiche pubbliche.
Keywords: research, specialization, medicine, sociology, integration
SUMMARY
The increasing specialization in research and in the production of science today is directly linked with the increase of the results that are achieved. The communication of the results of this kind of research is becoming more and more difficult do to the development of hyper-specialized technical languages, an element that has important results on the nature and development of scientific communities, leading to sometimes severe effects of disintegration. The problems that emerge from this process are condensed in the contradiction between the particular and the general, between decomposition and reunification and belong to both, medical science as well as to sociology. If, on the one hand, the specialization inevitable, on the other must be kept on mind the hole picture and try to reassemble the specialized knowledge with the whole. Inevitable that a this way of doing research may have significant repercussions on teaching. Only a different approach to research that, within each specific field, keeps the task to recreate the hole picture from the specific research, even if probably this target will never be reached, it would at least create a mindset that my open to interdisciplinary openness. This my potentially produce effects on the community and public policies.
Autore per corrispondenza: ambrogio.santambrogio@unipg.it
[ DIRECT URL ]
Neurobiology of addiction. The paradigm of cocaine
Rosolino Vico Ricci, Luigi Ferrannini
DOI: 10.48291/SISA.61.1.3
Neurobiologia dell’addiction. Il paradigma della cocaina
Neurobiology of addiction. The paradigm of cocaine
Rosolino Vico Ricci 1, Luigi Ferrannini 2
DOI: 10.48291/SISA.61.1.3
- Psichiatra e Psicoterapeuta, Libero Professionista. Già Direttore del Dipartimento Dipendenze e Diparti mento Salute Mentale e SERT ASL 5 “Spezzino”, La Spezia. “Spezia Salute”, Via Carducci n. 1, La Spezia
- Psichiatra, Professore a contratto Università di Genova, Past Presidente Società Italiana di Psichiatria
Parole chiave: addiction, cocaina, sistema nervoso centrale, neurotrasmissione, dopamina, recettori d2, decision-making, funzioni esecutive, craving, ricaduta, complessità, personalizzazione
RIASSUNTO
La ricerca internazionale odierna, preclinica e neuro scientifica sulle dipendenze, si orienta in modo particolare sul problema dell’azione delle sostanze d’abuso, in particolare eccitanti, sul sistema nervoso centrale. Le aree cerebrali interessate sono organizzate nella parte posteriore, nelle aree mediane o centrali del cervello e nel mesencefalo, due, in particolare sono le zone, la prima quella detta Area Ventrale Tegmentale (VTA) ricca di cellule contenenti dopamina, queste cellule hanno proiezioni assonali in due settori importanti, il Sistema Limbico ed il Cervello Anteriore (diencefalo e telencefalo); i segnali raccolti ed emessi da quelle aree sono critici per la sopravvivenza, l’alimentazione e la riproduzione. La maggior parte delle sostanze d’abuso hanno potenti effetti su queste regioni e sono implicate nello sviluppo della dipendenza cosi come nella motivazione alla ricerca di sostanza e, inoltre, in tutti gli eventi clinici conseguenti, come la dipendenza, la ricaduta e le difficoltà di trattamento. Tutte queste aree ricevono informazioni da altre zone per coordinare bene le emozioni ed i comportamenti di risposta agli stimoli esterni.Le sostanze, quindi, nella loro potente azione cerebrale, sono connesse a varie conseguenze, al di là del comportamento specifico detto craving, come distorsioni cognitive, dell’apprendimento, della decodificazione delle emozioni, del controllo degli impulsi e del comportamento in senso lato.
Keywords: addiction, cocaine, central nervous system, neurotransmission, dopamine, d2 receptors, decision-making, executive functions, craving, relapse, complexity, personalization
SUMMARY
The current international research, pre-clinical and neuroscientific, on addiction, is oriented especially on the problem of the action of drugs of abuse, particularly the exciting ones, on the central nervous system. The involved brain areas are organized in the back, middle or central parts and in the midbrain. Two areas are the most involved: the one called ventral tegmental area (VTA) and the other which includes the limbic system and the front brain (diencephalon and cerebrum). The VTA is rich in dopamine-containing cells, these cells have axonal projections in the limbic system and front brain; the collected signals and output from those areas are critical to the survival, nutrition and reproduction. Most drugs of abuse have powerful effects on these regions and are involved in the development of addiction as well as in the motivation for further research of substance and in all subsequent clinical events, such as addiction, relapse and the difficulties of treatment. These sites receive information from other areas to coordinate emotions and response behaviour to external inputs. In their powerful brain action, the substances areconnected to various consequences, beyond the specific behaviour, the craving: cognitive distortions, learning, decoding of emotions, impulse control and behaviour in general.
Autori per corrispondenza: vicoricci@tin.it; aferrannini@libero.it
[ DIRECT URL ]
Promotion of correct diet and physical activity in patients with type 2 diabetes: evidence and perspectives
Francesca Gallè, Valeria Di Onofrio, Assunta Cirella, Mirella Di Dio, Alessandra Miele, Francesco Siciliano, Simone Forte, Patrizia Belfiore e Giorgio Liguori
DOI: 10.48291/SISA.61.1.4
Promozione della corretta alimentazione e dell’attività motoria nei soggetti con diabete di tipo 2: evidenze e prospettive Promotion of correct diet and physical activity in patients with type 2 diabetes: evidence and perspectives
Francesca Gallè, Valeria Di Onofrio, Assunta Cirella, Mirella Di Dio, Alessandra Miele, Francesco Siciliano, Simone Forte, Patrizia Belfiore e Giorgio Liguori
DOI: 10.48291/SISA.61.1.4
Dipartimento di Scienze Motorie e del Benessere, Università degli Studi di Napoli “Parthenope
Parole chiave: diabete tipo 2; stili di vita; alimentazione; attività motoria; gestione della patologia
RIASSUNTO
Obiettivi: implementare un modello multidisciplinare di prevenzione terziaria basato sull’integrazione di attività motoria e supporto motivazionale nel percorso terapeutico del diabete mellito di tipo 2 (DM2).
Metodologia: soggetti affetti da DM2 di età 50-70 anni sono stati reclutati e suddivisi su base volontaria tra gruppo di intervento (GI) e gruppo di controllo (GC). Il GI ha seguito per 9 mesi un programma di attività fisica adattata e un percorso di educazione motorio-nutrizionale, mentre il GC ha partecipato ad un incontro informativo sui corretti stili di vita. Ad inizio e fine intervento sono stati rilevati parametri antropometrici, clinici ed ematochimici in entrambi i gruppi. Nei partecipanti sono stati anche valutati: forma fisica, tramite Senior Fitness Test; percezione dello stato di salute, mediante Short Form 12; qualità di vita e abitudini motorie e alimentari, attraverso questionari precedentemente validati.
Risultati: su 190 partecipanti, 59 (31%) hanno concluso l’intervento; novanta soggetti hanno costituito il GC. Nel GI si è rilevato un miglioramento di quasi tutti i parametri considerati, con variazioni significative (p<0,05) per indice di massa corporea, pressione arteriosa, glicemia e, nei maschi, di circonferenza vita. Non sono stati rilevati analoghi miglioramenti nel GC. Nei partecipanti all’intervento è stato inoltre registrato un miglioramento in forza, resistenza e agilità, qualità di vita e percezione dello stato di salute.
Discussione e conclusioni: il modello realizzato si configura come un valido strumento per la gestione del DM2. L’elevata percentuale di abbandono rappresenta un elemento critico da considerare per migliorarne le possibili future applicazioni.
Key words: type 2 diabetes; lifestyles; diet; physical activity; disease management
SUMMARY
Objectives: to evaluate a multidisciplinary model integrated with physical activity and motivational support in the therapeutic management of type 2 diabetes mellitus (DM2).
Methodology: subjects with DM2 aged 50-70 years were enrolled and divided on voluntary basis between intevention group (IG) and control group (CG). IG followed a 9-month program of adapted physical activity and nutritional/movement education, while CG participated to a group meeting about healthy lifestyles. Body measures and clinical data were collected at the start and at the end of the intervention in both groups. Fitness (Senior Fitness Test), health status perception (Short Form 12), quality of life and behaviors related to physical activity and nutrition were also evaluated among participants.
Result: on a total of 190 participants, 59 (31%) completed the intervention; ninety subjects composed the CG. An improvement in considered parameters was registered in IG, with significant reductions (p<0,05) in body mass index, blood pressure, glycemic index and waist circumference in males. Similar changes were not observed in CG. Participants showed also improvements in strength, resistance and agility, quality of life and health status perception.
Discussion and conclusions: the proposed model seems to be a valid instrument for DM2 management. The high level of dropout is an element of concern that should be addressed in future applications.
Autore per corrispondenza: giorgio.liguori@uniparthenope.it
[ DIRECT URL ]
Towards an integrated management of chronic diseases: P.I.C.A.S.S.O. project results for the first six months. Experience of the Health Local Unit of Alessandria (Piemonte Region)
Viola Amprino, Elide Azzan, Maria Elisena Focati, Maria Rosaria Gualano, Alessia Piacenza, Simone Lazzaro Porretto, Roberta Siliquini, Roberto Stura, Paola Varese, Gilberto Gentili
DOI: 10.48291/SISA.61.1.5
Verso una gestione integrata della cronicità: il progetto P.I.C.A.S.S.O. a sei mesi dall’avvio. Esperienza dell’ASL di Alessandria (Regione Piemonte)
Towards an integrated management of chronic diseases: P.I.C.A.S.S.O. project results for the first six months. Experience of the Health Local Unit of Alessandria (Piemonte Region)
Viola Amprino 1, Elide Azzan 2, Maria Elisena Focati 3, Maria Rosaria Gualano 4, Alessia Piacenza 5,
Simone Lazzaro Porretto 6, Roberta Siliquini 4, Roberto Stura 7, Paola Varese 8, Gilberto Gentili 9
DOI: 10.48291/SISA.61.1.5
1 Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva-Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Università di Torino 2. Direzione Sanitaria ASL Alessandria 3 Direzione delle Professioni Sanitarie ASL Alessandria 4. Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Università di Torino 5. Dipartimento Strutturale della Riabilitazione-Fragilità-Continuità Assistenziale Presidio Ospedaliero Ovada ASL Alessandria 6. Direzione Presidi Ospedalieri ASL Alessandria 7. Coordinamento Distretti ASL Alessandria 8. S.C. Medicina Generale Presidio Ospedaliero Ovada ASL Alessandria 9 Direzione Generale ASL Alessandria
Parole chiave: fragilità; anziani; modelli assistenziali
RIASSUNTO
Obiettivi: il Progetto è volto al potenziamento della presa in carico del cittadino fragile (età, patologie croniche, caratteristiche socio-economiche, assunzione di politerapie) nell’attuazione del concetto di rete assistenziale intesa come collaborazione multiprofessionale secondo criteri di appropriatezza clinica e organizzativa. Metodi: il Progetto si articola su tre linee: 1) Centro di Accoglienza delle Fragilità (C.A.F.), 2) Osservazione Breve Territoriale (O.B.T.) e 3) Progetto di ricerca Prima vengo io! Per un migliore uso dei farmaci. Il Distretto di Acqui Terme/Ovada, considerate le caratteristiche epidemiologiche e l’avvio dell’Infermiere di Famiglia (I.F.), è stato scelto per la fase sperimentale della durata di un anno, iniziata a dicembre 2015. 1) Il C.A.F. rappresenta un Punto Unico di Accesso sul territorio in cui trova collocazione l’Infermiere di Famiglia. 2) I posti letto di O.B.T. attivati presso la Struttura Complessa di Medicina Generale sono gestiti dai Medici di Assistenza Primaria (MAP) e da personale infermieristico; l’osservazione non può superare le 24h. 3) Il Progetto di ricerca Primavengoio! ha l’obiettivo di migliorare l’aderenza terapeutica nei pazienti anziani in politerapia attraverso un’azione di deprescribing (Criteri di Beers). Risultati: gli utenti presi in carico dall’I.F. nei primi sei mesi sono stati: 38 con diabete, 26 scompenso circolatorio, 14 BPCO e 13 altro (pazienti presi in carico provenienti da altre declinazioni progettuali) (età media 80±11.9). I pazienti afferenti all’O.B.T. sono stati 25 (13 osservazioni cliniche, 5 trasfusioni, 4 somministrazioni terapie e 3 preparazioni per esami diagnostici) con durata media dell’osservazione 6h49±6.0 e età media 73.6±18.8. Nell’ambito del deprescribingsono state analizzate n.414 lettere di dimissione (criteri di esclusione: decesso n.43, ricovero>1 n.3, lungodegenti n.25, missing n.42) e considerate per l’analisi n.301. L’analisi multivariata ha mostrato che la degenza ³21 giorni (OR=2.58 IC=1.20-5.54), aumenta significativamente la probabilità di assumere una politerapia alla dimissione. Conclusioni: la gestione integrata del paziente fragile con cronicità è auspicabile per potenziare la presa in carico.
Key words: fragile; elderly people; health care models
SUMMARY
Objectives: the project aims to implement a multi-professional clinical network based on clinical and organizational appropriateness in order to intake fragile citizens (age, chronic diseases, socioeconomic status, use of polypharmacy). Methods: the Project consists of three lines: 1) Fragile Centre (F.C.), 2) Brief Territorial Observation (B.T.O.) and 3) Observational Research I come first! For better use of medicines. The District of Acqui Terme/Ovada, given the epidemiological characteristics and the ongoing project of the Family and Community Nurse (F.N.) has been chosen for the pilot phase lasting one year (started on December 2015). 1) The F.C. is a Unique Access Point in the territory and with a Family and Community Nurse. 2) The B.T.O. beds activated at the ward of General Medicine are managed by Family Doctors and nursing staff; the observation can not exceed the 24 hours. 3) The research project I come first! aims to improve therapeutic adherence in elderly patients in polytherapy through deprescribing action (Beers Criteria). Results: patients taken in charge by the F.N. in the first six months were: 38 with diabetes, 26 heart failure, 14 COPD and 13 other (patients taken in charge from others lines of the Project) (mean age 80 ± 11.9). The patients referred to the B.T.O. were 25 (13 clinical observations, 5 transfusions, 4 therapy administration and 3 preparations for diagnostic tests) with a mean 6 h observation time. 49 ± 6.0 and mean age 73.6 ± 18.8. Within the context of deprescribing we have been analyzed n.414 discharge letters (exclusion criteria: deaths=43, hospitalization>1=3, long-term patients=25, missing=42) and we have been considered for analysis n.301. Multivariate analysis showed that the length of hospital stay ³ 21 days (OR=2.58 CI =1.20 to 5.54), significantly increases the likelihood of taking multiple medications at discharge.Conclusions: the integrated management of the patient with chronic illness is desirable to improve the care.
Autore per corrispondenza: viola.amprino@unito.it
[ DIRECT URL ]
Prisoners health conditions in Umbria
Anna Cirronis, Alberto Busnelli, Fabio Voller, Marco Grignani
DOI: 10.48291/SISA.61.1.6
Le condizioni di salute dei detenuti in Umbria
Prisoners health conditions in Umbria
Anna Cirronis, Alberto Busnelli, Fabio Voller 2, Marco Grignani 3
DOI: 10.48291/SISA.61.1.6
- Ricercatore CCM
- Agenzia regionale di sanità della Toscana – Osservatorio di Epidemiologia
- Dipartimento Salute Mentale Usl Umbria 1
Parole chiave: salute in carcere, disturbi psichici in carcere, Umbria, stili di vita e interventi di educazione alla salute
RIASSUNTO
Obiettivi: lo studio si propone di rilevare le condizioni di salute nelle strutture detentive umbre, con particolare attenzione ai disturbi psichici, ai fini di strutturare più efficaci strumenti di raccolta e trasmissione dei dati e da adottare misure preventive e interventi terapeutici più adeguati ai reali bisogni. Una sezione dello studio è riservata alla rilevazione dei fattori di rischio suicidari e alla valutazione dell’efficacia delle misure preventive messe in atto.
Metodi: il lavoro è parte di uno studio epidemiologico (Programma del Ministero della Salute/CCM 2012) finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito delle progettualità del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) e ha riguardato la popolazione dei detenuti presenti al 03 febbraio 2014 nelle strutture carcerarie di 6 regioni italiane. Come strumento di rilevazione è stata utilizzata la “scheda clinica informatizzata” elaborata dall’ARS Toscana. Sono stati estrapolati dall’indagine epidemiologica complessiva, i dati socio-demografici e sanitari, con particolare attenzione ai disturbi psichici, relativi alla coorte dei detenuti presenti nelle quattro strutture carcerarie umbre (Perugia, Terni, Spoleto, Orvieto). I dati sanitari includono la rilevazione dei fattori di rischio, delle patologie codificate secondo la classificazione ICD-9-CM e dei rispettivi trattamenti farmacologici, la segnalazione di eventuali atti autolesionistici e autosoppressivi verificatisi all’interno delle strutture detentive. Relativamente alla C.C. Capanne di Perugia è stato valutato il rischio suicidario nei detenuti giunti da libertà presso la struttura detentiva nel periodo tra il 03 febbraio 2014 e il 03 giugno 2014. Per questa valutazione è stata utilizzata la scala di Blaauw come strumento di screening di I livello e la valutazione psicologica come strumento di screening di II livello.
Risultati: la popolazione detentiva umbra rispecchia, seppure con alcune differenze, le caratteristiche socio-demo- grafiche della popolazione carceraria italiana. Gli stessi risultati si ottengono andando a valutare i dati socio-sanitari. Relativamente alla valutazione del rischio suicidario nei nuovi giunti da libertà, sembra che gli strumenti di screening attualmente utilizzati nonché le misure preventive ad oggi messe in atto siano efficaci, visto che nel periodo di osservazione non si sono verificati episodi di suicidio.
Conclusioni: lo studio conferma, innanzitutto, la necessità di elaborare uno strumento clinico informatizzato utilizzabile in tutte le strutture penitenziarie per migliorare il percorso sanitario e fornire risposte preventive e terapeutiche adeguate ai reali bisogni. Potenziare l’intero processo assistenziale, anche adottando protocolli di cura multidisciplinari, determinerebbe un miglioramento delle condizioni sanitarie della popolazione carceraria.
Kew words: health in prison, psychic disturbs in prison, Umbria, lifestyle and health education interventions
SUMMARY
Objectives: the study is aimed to evaluate health conditions in correctional centers in Umbria, with particular attention to psychic disturbs, with the purpose to structure more effective data collection and transmission instruments as well as to adopt preventive measures and therapeutic interventions more appropriate answer to real needs. A section of the study is dedicated to the survey on suicide risk factors and efficacy assessment of the preventive measures currently applied. Methods: the work is part of an epidemiologic study financed by the Ministry of Health within the Project of the National center for disease prevention and control (CCM) and was aimed at the population of prisoners present in the correctional centers of six Italian regions on the 3rd of February of 2014. As a survey tool was used the “computerized medical record” made by the ARS Toscana. Healthcare and socio-demographic data were extrapolated from the overall epidemiologic survey, with particular attention to psychic disturbs related to the population of prisoners present in the four Umbria prison centers (Perugia, Terni, Spoleto and Orvieto). Healthcare data included the risk factor survey, all diseases that are classified according to the ICD-9-CM classification of pharmacological treatments and reports of possible self-injury acts or suicide occurred in detention facilities. With regard to the detention facility of C.C. Capanne di Perugia the study assessed the suicide risk of new prisoners in the period between 3rd of February – 3rd of June 2014. For this assessment the Blaauw scale was used as a I° level screening and the psychological assessment as a II° level screening tool.
Results: the Umbria detention population reflects, although there are some differences, the socio-demographic characteristics of the Italian prison population. The same results are obtained from the assessment of the socio-health data. With regard to the suicide risk evaluation on new prisoners, it appears that both the screening methods and the preventive measures that are currently in use are effective, considering that during the assessment period no suicide episodes have occurred.
Conclusions: the study confirms, the necessity to achieve a computerized clinic tool that is applicable to all the detention centers in order to improve the health path and provide preventive and therapeutic answers which are calibrated to real needs. The enhancement of the whole welfare process, also through the adoption of multidisciplinary therapy protocols, could determine an improvement of health conditions of the prison population.
Autore per corrispondenza: marco.grignani@uslumbria1.it
[ DIRECT URL ]
Study on experiences of suffering of people with multiple sclerosis: implications for empowerment and health promotion
Alberto Caoci, Eleonora Cocco
DOI: 10.48291/SISA.61.1.7
Studio sulle esperienze di sofferenza di persone con sclerosi multipla: implicazioni per l’empowerment e la promozione della salute
Study on experiences of suffering of people with multiple sclerosis: implications for empowerment and health promotion
Alberto Caoci 1, Eleonora Cocco 2
DOI: 10.48291/SISA.61.1.7
- Antropologo culturale, Università di Cagliari
- Neurologa, Università di Cagliari
Parole chiave: rottura biografica, sofferenza, educazione alla salute, empowerment, grounded theory
RIASSUNTO
Obiettivi: l’articolo si propone di dar conto dei risultati di una ricerca qualitativa sui vissuti e le esperienze di sofferenza tra le persone con sclerosi multipla (SM), come possibile contributo ad iniziative di promozione della salute ed empowerment a loro rivolte.
Metodi: la studio è stato svolto attraverso l’analisi del contenuto delle narrazioni di persone affette da Sclerosi Multipla con un approccio fenomenologico-interpretativo e Grounded Theory e il supporto del programma di analisi qualitativa NVivo 11.
Risultati: il discorso biomedico tende a censurare la sofferenza incarnata in esperienze di malattia quando la riduce a categorie extralocali, cioè a generalizzazioni che prescindono dai vissuti personali e dal contesto sociale all’interno dei quali prende forma.
Conclusioni: i medici possono dare un contributo significativo ad affrontare la sofferenza dei loro pazienti non solo agendo farmacologicamente sulla loro “patologia”, ma anche contrastando i processi sociali di stereotipizzazione e disabilitazione che considerano l’esperienza di malattia cronica come un marchio di disvalore morale. In altre parole quando sollecitano i loro pazienti a prendersi cura delle loro ferite, comprese quelle esistenziali inscritte in un “corpo sociale e politico”, invitandoli a restare aperti al cambiamento.
Key words: biographical disruption, suffering, health education, empowerment, grounded theory
SUMMARY
Objectives: the aim of the article is to report the results of a qualitative research study regarding the illness, and suffering, experienced by people with multiple sclerosis (MS), as a possible input to promote a specific health promotion and empowerment program.
Methods: the qualitative study has been performed by analyzing the content of narrations by people with MS, using a phenomenological interpretive approach and the application of the Grounded Theory method, supported by software for qualitative analysis, NVivo11.
Results: biomedical discourse tends to censure the suffering embodied in a patient’s own experience of illness by reducing it to some extralocal categories, which are generalizations that disregard the individual’s lived experience, and the social context in which it occurs.
Conclusions: physicians could give a significant contribution to facing their patients’ suffering by not only approaching the “disease” pharmacologically, but also confronting the social processes of stereotyping and disabilitation which place a low moral value on patients’ experience with chronic diseases. In other words physicians could solicit patients to take care of their wounds, including the existential ones embedded in the “social and political body” and by inviting them to be open to change.
Autore per corrispondenza: alberto.caoci@gmail.com
[ DIRECT URL ]
Nutritional screening of the elderly hospitalized in the nursing homes, the experience of a local health authority in Tuscany
Silvia Memmini, Mariapia Macchiarulo, Alberto Tomasi, Luigi Rossi, Bianca Maria Mulini, Fausto Bruno Morgantini
DOI: 10.48291/SISA.61.1.8
Lo screening nutrizionale degli anziani istituzionalizzati nelle Residenze Sanitarie Assistite, l’esperienza di una ASL Toscana
Nutritional screening of the elderly hospitalized in the nursing homes, the experience of a local health authority in Tuscany
Silvia Memmini1, Mariapia Macchiarulo1, Alberto Tomasi 2, Luigi Rossi 3, Bianca Maria Mulini 2
Fausto Bruno Morgantini 2
DOI: 10.48291/SISA.61.1.8
- Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, Università di Pisa
- ASL Toscana Nordovest, U.O. Igiene Pubblica e Nutrizione
- ASL Toscana Nordovest, Direzione distretto zona di Lucca
Parole chiave: nutrizione in casa di cura, fragilità, anziani
RIASSUNTO
Obiettivi: valutare lo stato nutrizionale e il rischio di malnutrizione dei soggetti over 65 (esclusi pazienti neoplastici o con aspettativa di vita inferiore a tre mesi) ricoverati nelle Residenze Sanitarie Assistite dell’ASL Toscana Nordovest- zona di Lucca dal 1 gennaio 2013 al 31 dicembre 2015.
Metodi: sono state selezionate le cartelle nutrizionali degli ospiti ricoverati nel periodo indicato: è stato registrato lo stato nutrizionale presente al momento della prima rilevazione e il rischio di malnutrizione secondo lo screening MUST (Malnutrition Universal Screening Tool).
Risultati: nel periodo considerato 637 soggetti sono stati sottoposti ad almeno uno screening nutrizionale, di questi il 70% non aveva alterazioni ponderali né in eccesso né in difetto. Per quanto riguarda il rischio di malnutrizione, il MUST ha rivelato il 78% dei soggetti a basso rischio di malnutrizione, il 17% a medio rischio e il 5% ad alto rischio.
Conclusioni: lo screening nutrizionale rappresenta un valido strumento per rilevare lo stato nutrizionale dei soggetti ricoverati in RSA e per impostare un intervento preventivo finalizzato al mantenimento dello stato di salute e/o alla prevenzione delle complicanze delle patologie già in atto. Si tratta, infatti, di una categoria fragile, che con l’istituzionalizzazione va incontro al cambiamento dello stile di vita rischiando maggior sedentarietà e isolamento sociale. Affinché l’intervento preventivo risulti efficace, è necessario che la gestione nutrizionale venga attuata sin dalla fase di scelta degli alimenti e pertanto è indispensabile la formazione di tutti gli operatori coinvolti nella preparazione e nella distribuzione degli alimenti.
Keywords: nutrition in nursing homes, elder, fragility
SUMMARY
Objectives: to assess the nutritional status and the risk of malnutrition of the people over 65 (except patients with cancer or life expectancy inferior than three months) hospitalized in the nursing homes of the local health author- ity, ASL northwest Tuscany, Lucca, between January 2013 and 31 December 2015.
Methods: Have been selected the nutritional folders of the elderly guest hospitalized in the period indicated. Was recorded nutritional status present at the time of initial recognition and the risk of malnutrition with the score MUST (Malnutrion Universal Screening Tool).
Results: 637 guests had been subjected to at least one nutritional screening. Of these 70% had not reported weight alterations. MUST screening revealed a low risk of malnutrition in 78% of the observed, a medium risk in the 17% and an high risk in the 5%.
Conclusions: nutritional screening is a valuable tool to detect the nutritional status of hospitalized subjects in nurs- ing homes and to set up a preventive intervention aimed at maintaining the health status and / or prevention of complications of the diseases already in place. This concept is even more specific in a fragile category which, with the institutionalization, goes to a change in the lifestyle risking a more sedentary and social isolation. However, for an effective preventive intervention, it is necessary to manage the nutrition status since the stage of selection of foods and, therefore, it is essential to train all operators involved in the preparation and distribution of food.
Autore per corrispondenza: alberto.tomasi@uslnordovest.toscana.it
[ DIRECT URL ]
Degenerative spinal disorders prevalence in a representative sample of the Local Naples Police
Annalisa Molisso, Umberto Carbone
DOI: 10.48291/SISA.61.1.9
Prevalenza delle patologie degenerative vertebrali in un campione rappresentativo della Polizia locale di Napoli Degenerative spinal disorders prevalence in a representative sample of the Local Naples Police
Annalisa Molisso1, Umberto Carbone 2
DOI: 10.48291/SISA.61.1.9
1.Tecnico della Prevenzione negli ambienti e nei luoghi di lavoro 2. Professore associato di scienze tecniche mediche applicate, Dipartimento di Sanità pubblica, Università degli Studi di Napoli Federico II
Parole chiave: patologie osteoarticolari, agenti di polizia locale, fattori di rischio
RIASSUNTO
I disturbi osteoarticolari sono divenuti la più frequente forma di patologia correlata al lavoro, alla determinazione della quale concorrono diversi fattori di rischio. Obiettivo dello studio è stato quello di valutare la prevalenza di danni a carico dell’apparato osteoarticolare, in particolare della colonna vertebrale, in un campione costituito da 1392 Agenti della Polizia Locale di Napoli. La definizione delle patologie osteoarticolari è scaturita dall’elaborazione combinata dei dati anamnestici e clinici. L’elaborazione dei risultati è stata resa possibile dal preliminare inserimento di dati codificati degli esiti delle singole visite in un programma di elaborazione statistica SPSS 21.0. Sono stati effettuati calcoli di prevalenza delle patologie della colonna vertebrale, nelle diverse stratificazioni caratterizzanti il campione in considerazione di diversi fattori quali il genere, fasce d’età, luoghi di lavoro. Tali calcoli hanno evidenziato che l’età costituisce un elemento significativamente influente in entrambi i generi, ed ancora che l’esposizione a condizioni climatiche sfavorevoli e l’obbligo del mantenimento della postura eretta, fattori coesistenti negli addetti alla regolazione del traffico veicolare, hanno una maggiore potenzialità di determinare danni alla colonna vertebrale.
Keywords: osteo-articular diseases, local policy, risk factors
SUMMARY
Bone and joint disorders have become the most common form of work-related disease, the determination of which combine several risk factors. Objective of the study was to evaluate the prevalence of damages for the osteoarticular tract, particularly of the spine, in a sample of 1392 agents of the Local Police of Naples. The definition osteoarticular disorders has resulted from the combined process of the medical history and clinical data. The analysis of the results was made possible by the preliminary insertion of coded data of the outcomes of individual visits in a statistical processing program SPSS 21.0. Calculations of prevailing diseases of the spine were performed, in the different layers that characterize the sample, considering various factors such as gender, age groups and workplaces. These calculations have shown that age is a significantly influential factor in both genders, and even that exposure to unfavorable weather conditions and the obligation of maintenance of upright posture, factors coexisting in those assigned to the regulation of vehicular traffic, have a higher potential to cause damage to the spine.
[ DIRECT URL ]
Aumentare le imposte sui tabacchi ne scoraggia l’acquisto, riduce cancro e malattie cardiache, promuove il benessere economico
[ DIRECT URL ]