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Indice
Health promotion and inequality
Carlo Romagnoli
DOI: 10.48291/SISA. 61.4.1
OPEN ACCESS
Promozione della salute e disuguaglianza
Health promotion and inequality
Carlo Romagnoli
DOI: 10.48291/SISA. 61.4.1
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Promoting equity in health and elites social
Carlo Romagnoli
DOI: 10.48291/SISA. 61.4.2
Promozione dell’equità nella salute ed irresponsabilità sociale delle elites
Promoting equity in health and elites social irresponsibility
Carlo Romagnoli
DOI: 10.48291/SISA. 61.4.2
Medico specialista in sanità pubblica, socio ISDE, Staff Programmazione Epidemiologica ASL Umbria 1
Parole chiave: promozione salute; promozione equità nella salute; determinanti sociali della disequità nella salute; teorie comportamentali sulla equità nella salute; teorie dell’ignoranza; movimenti sociali per l’equità nella salute
RIASSUNTO
Problemi: a trenta anni dalla Carta di Ottawa, che ha messo al centro dei servizi sanitari pubblici l’azione sui determinanti di salute e la promozione della equità nella salute, l’evoluzione sociale in atto vede pochi che hanno moltissimo reddito e potere imporre scelte funzionali ai loro interessi di breve periodo che influenzano negativamente i determinanti di salute per moltissimi che hanno pochissimo reddito e potere, strutturando nuovi, violenti livelli di disuguaglianza.
Obiettivi e metodologia: emergono, tra le tante, alcune problematiche: a) quali sono i determinanti della disequità nella salute? b) il mercato produce equità nella salute? c) come sono evolute le politiche OMS per l’equità nella salute? d) con quali problemi si confrontano queste politiche OMS? Sulla base di una prima rassegna della letteratura scientifica vengono presentate le evidenze disponibili sulle aree problematiche individuate.
Risultati: a) i determinanti dell’equità nella salute consistono nel fatto che le società sono strutturate in diverse posizioni sociali che danno accesso a diversi livelli di risorse solo per alcuni e che la distribuzione degli individui sulle posizioni sociali segue regole che creano disuguaglianze nel raggiungere una posizione sociale più favorita; b) assenza di evidenze a favore del ruolo perequatore del mercato; c) crescente organicità degli enunciati OMS per la salute i tutte le politiche (HiAP) e la promozione dell’equità nella salute; d) sostanziale inefficacia delle politiche volte a ridurre la disequità nella salute, in un contesto segnato da: 1) crescente concentrazione di ricchezza e potere decisionale nelle mani di pochissimi; 2) numerose e crescenti ambiguità nelle politiche governative che dovrebbero promuovere equità nella salute; 3) contro produttività specifica della promozione della salute basata sui soli fattori comportamentali; 4) crearsi di una elites mondiale socialmente irresponsabile; 5) crescere della relazione tra mondo scientifico, movimenti sociali che lottano contro le disuguaglianze e politiche OMS/ONU.
Conclusioni: sviluppare la HiAP significa contrastare efficacemente: a) la disequità con azioni multilivello in grado anche di presidiare i luoghi in cui vengono prese le decisioni chiave sui determinanti della stessa; b) le pericolose scelte economiche, sociali, ambientali e militari di elites socialmente irresponsabili.
Keywords: health promotion; promote equity in health; social determinants of inequity in health; behavioral theories on equity in health; theories of ignorance; social movements for equity in health
SUMMARY
Problems: at thirty years since the Ottawa Charter, which has put the focus on public health services on health determinants and the promotion of equity in health, the social evolution in place sees few who have a lot of income and power to impose choices functional to their short-term interests that negatively affect the health determinants for many who have very little income and power, structuring new, violent levels of inequality.
Objectives and methods: among the many, emerge some issues: a) what are the determinants of inequality in health? b) Does the market produce equity in health? c) How have WHO policies developed for health equity? d) What are the issues that these WHO policies are facing? Based on a first review of scientific literature, evidence is available on the identified problem areas suggest:
Results: a) The determinants of equity in health are the fact that societies are structured in different social positions that provide access to different levels of resources only for some and that the distribution of individuals on social positions follows rules that create inequalities in reaching a more favored social position; (b) absence of evidence in favor of the market equalisation role; c) increasing organics of WHO statements for the health of all policies (HiAP) and the promotion of health equity; d) Substantial ineffectiveness of policies to reduce disequilibrium in health, in a context marked by: 1) increasing concentration of wealth and decision-making power in the hands of very few; 2) numerous and growing ambiguities in government policies that should promote health equity; 3) “against specific productivity” of health promotion based solely on behavioral factors; 4) the creation of a socially irresponsible world elite; 5) Growth of the relationship between the scientific world, social movements struggling against inequalities and WHO / UN policies.
Conclusion: developing HiAP means effectively counteracting: a) multilevel action inequality that can also preserve the places where key decisions are taken on the determinants of it; b) the dangerous economic, social, environmental and military choices of socially irresponsible elites.
Autore per corrispondenza: carlo.romagnoli@uslumbria1.it
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Environment and social inequalities: an ecological approach to public health
Carlo Modonesi
DOI: 10.48291/SISA. 61.4.3
OPEN ACCESS
Ambiente e disparità sociali: un approccio ecologico alla salute pubblica
Environment and social inequalities: an ecological approach to public health
Carlo Modonesi
DOI: 10.48291/SISA. 61.4.3
Unità Registro Tumori e Epidemiologia Ambientale, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano
Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale, Università degli Studi di Parma
Parole chiave: disparità sanitarie, ecoepidemiologia, ecologia sociale, interazione uomo-ambiente, pensiero biologico
RIASSUNTO
Comprendere i fattori ricorrenti che determinano il destino degli individui è sempre stato uno dei temi più spinosi per schiere di filosofi e scienziati. Il nesso tra le questioni che toccano la vita di tutti i giorni, e che per comodità definiamo “questioni sociali”, e le questioni di scienza, intendendo qui per “scienza” un qualsiasi criterio verificabile utile a spiegare la struttura organizzativa della realtà, potrebbe sembrare per nulla scontato, eppure esiste, anche se viene sistematicamente rimosso. Nello scenario attuale, tuttavia, dove ogni aspetto della vita sociale viene accreditato o addebitato alle scelte individuali, senza alcun riferimento alle vicende storiche e al funzionamento delle istituzioni – proprio come se il destino dei singoli fosse unicamente nelle mani dei singoli – il dibattito sulle differenze, o meglio sulle disparità, di salute pubblica resta sepolto sotto una coltre di equivoci e di luoghi comuni.Le cronache del mondo odierno ci mostrano, a prescindere dalle promesse trite e ritrite di benessere diffuso garantite dal cosiddetto sviluppo, come la mobilità sociale sia una componente minore della società attuale, dato che, prima o poi, il parametro “classe sociale” prende il sopravvento per segnare il destino degli individui.
Il presente articolo vuole enfatizzare, adottando un punto di vista ecologico, il rilevante potere di condiziona- mento che una struttura sociale come quella odierna, fondata sull’autorità esclusiva del mercato e governata attraverso un modello economico neoliberista privo di vincoli pubblici, esercita sull’esistenza degli individui.
Key words: health disparities, ecoepidemiology, social ecology, human-environment interaction, biological thought
SUMMARY
Understanding the recurring factors that affect the fate of individuals has always been a critical theme for philosophers and scientists. The link between issues of everyday life that can be defined “social issues”, and science issues — with the term “science” here we mean any verifiable criteria useful to explain the organizational structure of reality — might seem to be inconsistent; however, this link does exist even if it is systematically removed. In the current scenario, where every aspect of social life is assigned to individual choices, without any reference to the historical events and functioning of institutions, just as if the fate of individuals was solely under their own control, the debate on health disparities is buried under a blanket of misunderstandings and commonplaces.
The events of today’s world show us, regardless of the promise of a widespread well-being assured by the so-called “development”, that the social mobility is a minor component of the real society. Sooner or later, in fact, the “social class” order parameter emerges and establishes the destiny of individuals. This article emphasizes the conditioning power that a social structure like the current one, based on the exclusive authority of the market and governed by a neoliberal economic model without public constraints, produces on the existence of the individuals and on their health status.
Autore per corrispondenza: carlomaurizio.modonesi@unipr.it
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Chronic diseases and inequalities in health
Gavino Maciocco
DOI: 10.48291/SISA. 61.4.4
Gavino Maciocco
DOI: 10.48291/SISA. 61.4.4
Università di Firenze, Coordinatore Osservatorio sulla Salute Globale
Parole chiave: multimorbosità, malattie croniche; diseguaglianze nella salute, iniquità orizzontale, iniquità verticale
RIASSUNTO
La multimorbosità è rapidamente diventata la norma nella popolazione affetta da malattie croniche. Sebbene considerata una condizione tipica dell’età anziana, essa interessa un grande numero di persone giovani. La multimorbosità non è semplicemente un problema cronologico dell’invecchiamento e non è neppure un fenomeno distribuito a caso: in un recente studio scozzese di Barnett e coll, che ha coinvolto 1,8 milioni di soggetti le persone con due o più malattie croniche di età inferiore ai 65 anni erano più numerose di quelle più anziane. Lo studio ha rilevato che la deprivazione socioeconomica influenza non solo la quantità ma anche la tipologia della multimorbosità, che è più comune nelle aree più deprivate rispetto a quelle benestanti e – quando la deprivazione socio-economica cresce – nel mix delle patologie aumentano le malattie mentali. L’articolo introduce due diversi concetti di iniquità nella salute: l’iniquità orizzontale e l’iniquità verticale. L’iniquità orizzontale significa che persone con gli stessi bisogni non hanno accesso alle stesse risorse. L’iniquità verticale si verifica quando persone con maggiori bisogni non hanno a disposizione risorse più grandi. I sistemi universalistici tendono a garantire l’equità orizzontale, ma hanno molta difficoltà ad attuare l’equità verticale.
Key words: multimorbidity; chronic diseases; inequality in health; horizontal iniquity; vertical iniquity
SUMMARY
Multimorbidity has quickly become the norm in the population with chronic illnesses. Though considered a typical condition of the elderly, it affects a large number of young people. Multimorbidity is not simply a chronological problem of aging and is not even a randomly distributed phenomenon: in a recent Scottish study by Barnett and Coll, involving 1.8 million people with two or more chronic age-related diseases under 65 were more numerous than the older ones. The study found that socioeconomic deprivation influences not only the quantity but also the typology of multimorbidity, which is more common in the most deprived areas than the wealthy, and – when socio-economic deprivation grows – in the mix of pathologies increases mental illness. The article introduces two different concepts of iniquity in health: horizontal iniquity and vertical iniquity. Horizontal iniquity means people with the same needs do not have access to the same resources. Vertical iniquity occurs when people with higher needs do not have larger resources available. Universalistic systems tend to ensure horizontal equity, but have a lot of difficulty in enforcing vertical equity.
Autore per corrispondenza: gavino.maciocco@gmail.com
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The Law Clinics as Support to Movements for Health and Environment. The experience of the Perugia Department of Law
Giovanni Landi
DOI: 10.48291/SISA. 61.4.5
La Law clinic come supporto ai movimenti per la salute e per l’ambiente. L’esperienza della Facoltà di Giurisprudenza di Perugia
The Law Clinics as Support to Movements for Health and Environment. The experience of the Perugia Department of Law
Giovanni Landi
DOI: 10.48291/SISA. 61.4.5
Dottorando di ricerca in Scienze Giuridiche presso l’Università di Perugia
Membro della Law Clinic “Salute, Ambiente e Territorio”
Parole chiave: cliniche legali, diritto alla salute, diritto all’ambiente, smaltimento dei rifiuti
RIASSUNTO
L’articolo descrive l’esperienza della clinica legale “Salute, Ambiente e Territorio”, attiva presso il Dipartimento di Giurisprudenza di Perugia e impegnata a rafforzare l’efficienza dei diritti collettivi alla salute e all’ambiente e a ridurre gli effetti delle disuguaglianze. Negli ultimi due anni la clinica ha affiancato alcuni comitati e associazioni nella difficile battaglia per scongiurare il rafforzamento dell’uso degli inceneritori come mezzo di smaltimento dei rifiuti in Italia. Attraverso il richiamo alle attività dall’istituzione universitaria e ad alcuni casi emblematici, il contributo intende evidenziare l’importanza della dimensione collettiva del diritto alla salute e il valore delle cliniche legali come strumento di accesso alla giustizia e di diffusione del sapere giuridico.
Key words: Law clinics, right to health, right to the environment, waste disposal
SUMMARY
The article describes the experience of the Law Clinic “Health, Environment and Territory”, which is active at the Perugia Department of Law and is committed to enhancing the efficiency of the collective rights to health and environment and to reducing the effects of inequalities. Over the past two years, the clinic has supported some associations in the difficult battle to avoid the use of incinerators as a primary mean of waste disposal in Italy. By recalling the activities of the university institution and some emblematic cases, the contribution intends to highlight the importance of the collective dimension of the right to health, as well as the value of the law clinics as a tool for access to justice and legal knowledge.
Autore per corrispondenza: giovannilandi@hotmail.it
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Self-training about self-care through the “health diary” method. Results of a pilot experience carried on a group of “emergent young adults”
Pierpaola Pierucci
DOI: 10.48291/SISA.61.4.6
L’autoformazione alla cura di sé attraverso il metodo del «diario di salute». Risultati di un’esperienza pilota su un gruppo di «giovani adulti emergenti»
Self-training about self-care through the “health diary” method. Results of a pilot experience carried on a group of “emergent young adults”
Pierpaola Pierucci
DOI: 10.48291/SISA. 61.4.6
Assegnista di ricerca in sociologia della salute, Laboratorio “Paracelso”, Dipartimento Studi Umanistici Università di Ferrara
Parole chiave: educazione alla salute, cura di sé, diario di salute, giovani adulti emergenti, apprendimento nel corso della vita.
RIASSUNTO
Obiettivi: il progetto pilota ha riguardato la sperimentazione del metodo del «diario di salute» quale stru- mento di apprendimento auto-riflessivo e auto-formativo favorente la cura di sé (Self-care).
Metodi: per la realizzazione dell’indagine, di tipo qualitativo, è stata usata una scheda-diario per orientare il gruppo di studenti universitari circa i temi rispetto ai quali auto-osservarsi per la scrittura del diario, al termine della quale ogni diarista ha prodotto una relazione autoriflessiva finale sul periodo osservato, riguardante i cambiamenti (o meno) nella propria percezione e nel proprio atteggiamento verso la salute, la cura di sé e sulle eventuali intenzioni di attuare un progetto di benessere per il futuro. Durante la sperimentazione del diario, inoltre, sono stati svolti due incontri di monitoraggio sul metodo e, a tre mesi di distanza dalla conclusione, un follow up di verifica. La fascia d’età prescelta per la ricerca-azione è stata quella dei «giovani adulti emergenti» (18-25 anni), in considerazione della scarsità di studi e interventi di educazione alla salute/cura di sé rivolti a questa età di transizione verso l’adultità.
Risultati: dalla sperimentazione emerge una crescita della consapevolezza e delle capacità auto-osservative e riflessive da parte dei diaristi, con ricadute sulla salute/cura di sé sia in termini di percezione (salute non solo fisico-organica, ma anche psico-socio-relazionale) che di progettualità (intenzioni migliorative) e pratiche di autocura (azioni).
Conclusioni: il metodo del diario di salute dimostra di essere una pratica di apprendimento autoriflessivo di Self-care in grado di attivare la disponibilità al cambiamento e di orientare il soggetto verso la ricerca e l’attuazione di nuovi approcci e modalità comportamentali utili al proprio benessere.
Key words: health education, self-care, health diary, emergent young adults, lifelong learning
SUMMARY
Objectives: the pilot project was based on “health diary” method experimentation, as self-reflex ion and self-training learning tool, in order to favor self-care.
Methods: for realizing the quality type survey, has been used a diary card in order to orientate the university students group about themes as self-observation for writing their diaries: at the end of this job each diary writer has issued a self reflective report on its observation period concerning changes ( or not) on perception and attitude to health, self-care and eventual intention of acting a health project for the future. Furthermore, during the diary experimentation has been managed two methods monitoring meetings, and three months after a follow-up test. The selected age range for the study is the “emergent young adults” (18-25) in consideration of poor study and educational trainings on health and self-care oriented focused on this age of transition to adult status.
Results: from this experimentation comes out a growth on awareness and self-observation capacity from diary writers, impacting on health and self-care perception (health intended, not only as physical-organic but psycho-social-relational also) attitude for plans ( intention to improve) and self-care practice (actions).
Conclusion: health diary method shows to be a self-training learning practice for self-care, able to activate changing availability, orienting subject to research , new approaches execution and behavior modality useful to its welfare.
Autore per corrispondenza: prcppi@unife.it
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Integration of the Vigilance and the Promotion of Health, Safety and Ergonomics in the Workplaces in Siena The Casole d'Elsa Good Practice and the POLO for the Promotion of Health, Safety and Ergonomics in the Micro, Small and Medium sized Enterprises of the Siena Province
Corrado Barone, Massimo Bartalini, Alessandro Fattorini, Fabio Strambi, Giuseppe Michele Masanotti
DOI: 10.48291/SISA. 61.4.7
Integrazione della vigilanza e della promozione della salute, della sicurezza e dell’ergonomia nei luoghi di lavoro nell’esperienza senese La Buona Pratica di Casole d’Elsa e il POLO per la Promozione della Salute, della Sicurezza e dell’Ergonomia nelle Micro, Piccole e Medie Imprese della Provincia di Siena
Integration of the Vigilance and the Promotion of Health, Safety and Ergonomics in the Workplaces in Siena The Casole d’Elsa Good Practice and the POLO for the Promotion of Health, Safety and Ergonomics in the Micro, Small and Medium sized Enterprises of the Siena Province
Corrado Barone*, Massimo Bartalini*, Alessandro Fattorini*, Fabio Strambi*, Giuseppe Michele Masanotti*
DOI: 10.48291/SISA. 61.4.7
* U.F. PISLL Azienda USL Sud Est- Toscana, POLO per la Promozione della Salute, della Sicurezza e dell’Ergonomia nelle Micro, Piccole e Medie Imprese della Provincia di Siena
** Università di Perugia, ENWHP (European Network for Workplace Health Promotion)
Parole chiave: promozione della salute nei luoghi di lavoro, buone prassi, ergonomia, vigilanza nei luoghi di lavoro, sicurezza cantieri edili
RIASSUNTO
Obiettivi: dimostrare, attraverso l’esperienza condotta in provincia di Siena, che l’integrazione fra interventi di repressione, vigilanza e controllo sul rispetto delle leggi in materia di prevenzione nei luoghi di lavoro, e attività di assistenza alle imprese, datori di lavoro e lavoratori, per la promozione della sicurezza, della salute e dell’ergonomia è possibile ed efficace.
Metodi: il coordinamento delle azioni di vigilanza sul rispetto delle leggi di prevenzione nei luoghi di lavoro è stato garantito, come previsto dalla normativa vigente, dalla Sezione Permanente (organismo provinciale istituito dalla regione Toscana in conformità dall’art. 2, comma 3, del DPCM 21.12.2007) che ha anche collaborato alle attività di assistenza, formazione e informazione alle imprese avendo come interlocutore il POLO per la Promozione della Salute, Sicurezza ed Ergonomia nelle Micro Piccole e Medie Imprese, PMMI, della Provincia di Siena. Nel POLO, costituito nel 2006 su finanziamento della regione Toscana, sono rappresentate, in un Comitato di Indirizzo e Verifica, le amministrazioni locali, l’Azienda USL, la Scuola Edile di Siena, la Regione Toscana, il Network Europeo per la promozione della salute nei luoghi di lavoro e gli attori sociali, organizzazioni sindacali dei lavoratori e associazioni dei datori di lavoro. Risultati: in oltre 10 anni la presenza del POLO ha promosso e facilitato la realizzazione di numerose iniziative a sostegno della promozione della salute nei luoghi di lavoro come ad esempio: applicazione del “Metodo Feedback” ad alcune delle macchine più pericolose utilizzate nell’industria, in edilizia e in agricoltura (seghe circolari e fresatrici per la lavorazione del legno, carrelli elevatori a forche, telehandler, smerigliatrici angolari, mietitrebbiatrici, trattori agricoli e, ultimamente, vendemmiatrici); iniziative di informazione e formazione, soprattutto per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, sui principali aspetti di prevenzione, promozione della salute, sicurezza ed ergonomia; attività per la Promozione della Salute nei luoghi di lavoro, in collaborazione con ENWHP (http://www.move-europe.it), i cui delegati tra l’altro sono stati ospitati a Siena nel 2015, e che ha portato anche alla recente adesione di due grandi aziende senesi al progetto regionale WHP (http://www.regione.toscana.it/lavoraresicuri/whp) con sviluppo dei temi relativi al contrasto al fumo e alla corretta alimentazione (http://www.pranzosanofuoricasa.it/it/news/20- evento-alla-mensa-trigano-spa); applicazione della Buona Prassi “La Buona Pratica di Casole d’Elsa” in 32 cantieri edili, la cui efficacia è stata dimostrata con un monitoraggio costante e puntuale nel corso di oltre 16 anni.
Conclusioni: l’esperienza del POLO ha permesso di realizzare un modello organizzativo e d’intervento partecipativo per il miglioramento delle condizioni dei luoghi di lavoro, costituendo tra l’altro un collegamento tra la realtà senese e altre realtà regionali, italiane ed europee. Ciò è stato possibile solo con l’integrazione degli interventi di vigilanza, condotti attraverso la Sezione Permanente, con le iniziative di assistenza e promozione della salute della sicurezza e dell’ergonomia nei luoghi di lavoro. La costituzione del POLO può essere considerata un esempio per la prevenzione dei rischi lavorativi e per la promozione del benessere delle lavoratrici e dei lavoratori in un contesto di sviluppo produttivo di qualità.
Key words: Health promotion in workplaces, good practice, ergonomics, vigilance at workplaces, construction site safety
SUMMARY
Objectives: to demonstrate, through the experience in the province of Siena, that the integration of vigilance and control with prevention/promotion of health, safety ad ergonomics in the workplace is possible and effective.
Methods: coordination of vigilance and control with the activities of assistance, training and information to the companies were guaranteed by the Sezione Permanente and the POLO for the Promotion of Health, Safety and Ergonomics in the PMIs of the Province of Siena. The POLO, was established in 2006 and financed by the Tuscany region. In this committee are present: the Local Government, the Local health Agency, the Siena Regional School for construction, the Tuscany Region, the European Network for the Promotion of Health and all social stakeholders: local trade unions, employers’ associations.
Results: over 10 years, POLO has facilitated the implementation of numerous initiatives in support of health promotion in workplaces such as: application of the “Feedback Method” to machines used in industry, construction and in agriculture (woodworking machines, forklifts, telehandlers, combine harvester, etc.); Information and training initiatives, especially for workers’ representatives for security, on the main aspects of prevention, promotion of health, safety and ergonomics; Activities in the field of health promotion in the workplace, in collaboration with ENWHP, whose delegates were hosted in Siena in 2015, which led also to the adhesion at the WHP regional project (http://www.regione.toscana.it/lavoraresicuri/whp) of two major enterprises (http://www.regione.toscana.it/lavoraresicuri/whp) . With the development of projects related to smoking and nutrition (http://www.pranzosanofuoricasa.it/it/news/20-evento-alla-mensa-trigano-spa); application in 32 building sites of the Good Practice “Good Practice of Casole d’Elsa”, whose effectiveness has been demonstrated with constant monitoring over 16 years.
Conclusions: the POLO experience made it possible to create an effective organizational model based on the participation of all stakeholders to improve the health and safety in the workplaces and gave the possibility to link Siena with other regional, Italian and European realities. This experience can be considered as an example for the prevention of occupational hazards, the promotion of well-being of workers in a context of quality production.
Autore per corrispondenza: fabiostrambi@gmail.com
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Cognitive-behavioral therapy for eating disorders (ED): comparison of non-intensive and intensive clinic treatment
Vincenza Gianfredi, Jessica Jannì, Daniele Nucci, Giovanni Minutolo, Mattia Acito, Milena Villarini
DOI: 10.48291/SISA. 61.4.8
Terapia cognitivo-comportamentale dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: studio comparativo tra trattamento clinico non intensivo e intensivo
Cognitive-behavioral therapy for eating disorders (ED): comparison of non-intensive and intensive clinic treatment
Vincenza Gianfredi1, Jessica Jannì 2, Daniele Nucci 3, Giovanni Minutolo 4, Mattia Acito 2, Milena Villarini 2
DOI: 10.48291/SISA. 61.4.8
1. Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, Dipartimento Medicina Sperimentale, Università degli Studi di Perugia 2. Dipartimento di Scienze Farmaceutiche (Unità di Sanità Pubblica), Università degli Studi di Perugia 3. Unità Semplice Dipartimentale di Endoscopia Digestiva, Istituto Oncologico Veneto IOV – IRCCS, Padova, Italia 4. Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso (AIDAP), Reggio Calabria
RIASSUNTO
Introduzione: il DSM-V rinomina i disturbi del comportamento alimentare (DCA) in “Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione” definendoli come: «disturbi caratterizzati da un persistente disturbo dell’alimentazione oppure da comportamenti inerenti l’alimentazione che hanno come risultato un alterato consumo o assorbimento di cibo e che compromettono significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale». A questo capitolo appartengono: Pica o disturbo da alimentazione incontrollata; disturbo da ruminazione; disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo; anoressia nervosa; bulimia nervosa; disturbo del binge eating; disturbo della nutrizione o dell’alimentazione con altra specificazione, e il disturbo della nutrizione o alimentazione senza specificazione. La terapia di soggetti affetti da DCA richiede un approccio integrato e multidisciplinare, che deve essere flessibile e personalizzato, in funzione dell’età, del tipo di DCA, della gravità, del decorso, della fase del disturbo, in grado di offrire dal trattamento ambulatoriale fino al ricovero ospedaliero.
Metodi: nel presente studio sono state comparate la terapia cognitivo comportamentale(CBT) ambulatoriale rispetto a quella intensiva in pazienti con diagnosi di anoressia nervosa, che si sono rivolte al centro Aidap (Associazione Italiana Disturbi dell’alimentazione e del Peso) operante a Reggio Calabria.
Risultati: i risultati ottenuti mostrano un incremento statisticamente significativo del BMI nel trattamento intensivo, così come una riduzione dell’esercizio fisico eccessivo. Mentre per il trattamento non intensivo si registra una riduzione del numero di volte in cui le pazienti hanno ridotto le porzioni o che hanno praticato il food checking.
Conclusioni: la terapia cognitivo-comportamentale associata ai DCA sia nel trattamento ambulatoriale non intensivo che in quello intensivo è di grande aiuto nel recupero del peso corporeo e delle sani abitudini ali- mentari. La tipologia di trattamento da preferire è dunque dipendente dalle fasi di malattia, dalle condizioni fisiche, mentali e nutrizionali, nonché dalle preferenze della paziente stessa.
SUMMARY
Introduction: the DSM-V renames eating disorders (ED) in “Disorders of nutrition and diet,” defined as “disorders characterized by persistent discomfort power or from behaviours inherent power that results in an altered consumption or absorption of food and which significantly affect the physical health or psycho- social functioning.” In this chapter there are included: Pica or binge eating disorder; rumination disorder; disorder avoidant / restrictive food intake; anorexia nervosa; bulimia nervosa; binge eating disorder; di- sorder of nutrition with other specification, and the disturbance of nutrition without specification. The treatment of ED requires an integrated and multidisciplinary approach, which must be flexible and based on age, type of ED, severity and grade of the disorder; and it could be range from ambulatory treatment up to hospital admission.
Methods: in this study were compared cognitive behavioural therapy (CBT) to intensive treatment among patients with anorexia nervosa in the Aidap Center (Associazione Italiana Disturbi dell’alimentazione e del Peso) operating in Reggio Calabria.
Results: the results show a statistically significant increase in BMI in the intensive treatment group, as well as a reduction in excessive physical exercise. In the non-intensive treatment there was a reduction in the number of times that patients have reduced portions or have practiced the food checking.
Conclusions: cognitive-behavioral therapy both in intensive and non-intensive treatment is fundamental to improve the recovery of body weight and healthy eating habits. The type of treatment to be preferred it is therefore dependent on the stage of the disease, physical condition, mental and nutritional as well as the preferences of the patients themselves.
Autore per corrispondenza: milena.villarini@unipg.it
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