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As soon as possible:primary health care and health houses
Lamberto Briziarelli
DOI: 10.48291/SISA.64.3.1
OPEN ACCESS
Editoriale Intervenire subito: Assistenza sanitaria di base e Case della salute
As soon as possible:primary health care and health houses
Lamberto Briziarelli
DOI: 10.48291/SISA.64.3.1
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Will the public health be overwhelmed by growing chaos?
Carlo Romagnoli
DOI: 10.48291/SISA.64.3.2
OPEN ACCESS
Editoriale Sarà la sanità pubblica travolta dal caos montante?
Will the public health be overwhelmed by growing chaos?
Carlo Romagnoli
DOI: 10.48291/SISA.64.3.2
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Sharing and developing a territorial primary prevention model: the eco-district
Carlo Romagnoli, Anna Rita Guarducci, Fabio Neri, Lucio Pala, Giovanni Vantaggi
DOI: 10.48291/SISA.64.3.3
Condivisione e sviluppo di un modello per la prevenzione primaria territoriale: l’ecodistretto
Sharing and developing a territorial primary prevention model: the eco-district
Carlo Romagnoli, Anna Rita Guarducci, Fabio Neri, Lucio Pala, Giovanni Vantaggi
DOI: 10.48291/SISA.64.3.3
Carlo Romagnoli 1, Anna Rita Guarducci 2, Fabio Neri 3, Lucio Pala 4, Giovanni Vantaggi 5
DOI: 10.48291/SISA.64.3.
1 medico specialista in Igiene, Sanità Pubblica ed Epidemiologia; presidente regionale per l’Umbria ISDE – Italia
2 bioarchitetta, Coordinatrice Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero
3 Fabio Neri, sociologo, Presidente Comitato No Inceneritori Terni
4 Lucio Pala, insegnante, Presidente Osservatorio Borgogiglione (PG)
5 Giovanni Vantaggi, medico, presidente provinciale ISDE – Italia Perugia
Parole chiave: modelli per la prevenzione primaria, determinanti ambientali di salute, riappropriazione matrici ambientali, gestione comune, esternalità negative dell’inquinamento ambientale
RIASSUNTO
Introduzione: i Modelli di Prevenzione Primaria Territoriale (MPPT) e la normativa ambientale vigenti non tutelano le matrici ambientali (aria, acqua, suolo) da attività produttive lineari che non separando ciclo tecnico e ciclo biologico, vi immettonoinquinanti che incrementano il rischio di malattie alterandole e sottraendole agli usi comuni degli abitanti, danneggiando l’omeostasi diecosistemi e l’habitat di altre specie.
Obiettivi: attivare un processo condiviso per la definizione e sperimentazione di un MPPT che:
- salvaguardi le matrici ambientali da usi patogeni e insicuri;
- riequilibri le connesse asimmetrie di potere;
- produca impatti positivi su salute, ambiente, economia e gestione dei territori.
Materiali e metodi: creazione di senso, meta-organizzazione, inchiesta/con-ricerca, sono utilizzati per attivare un processo di costruzione condivisa di un MPPT con comitati territoriali degli esposti in- volontari, associazioni ambientaliste ed enti locali e per motivare i saperi sociali presenti a partecipare all’arricchimento del modello.
Risultati: un primo gruppo di risultati riguarda:
- basi concettuali condivise (approccio sistemico, economia circolare, criteri per una efficace gestione dei commons) e 1.2) analisi dei processi connessi con attività produttive lineari (produzioni di rischio, spossessamenti ed esternalità negative) chefondano nominazioni (produttori di rischio, esposti involontari) più consone con impatti reali prodotti e 1.3) le caratteristiche costitutive di un MPPT capace di prevenirli, l’ecodistretto;
- un secondo gruppo di risultati documenta 2.1) sviluppi applicativi (prima attivazione degli ecodistretti in definiti territori, proposta di legge sull’ecodistretto, caratteristiche degli audit sullo stato delle matrici); 2.2) ostacoli potenziali emersi e 2.3) implementazioni in atto.
Discussione e conclusioni: vertono sugli aspetti di metodo connessi con i processi di condivisione e su aspetti di merito riguardanti gli impatti del MPPT ecodistretto su salute, ambiente ed economia/gestione dei territori.
Key words: models for primary prevention, environmental determinants of health, reappropriation of environmental matrices, common management, negative externalities of environmental pollution
SUMMARY
Introduction: the Models of Territorial Primary Prevention (MPPT) and the environmental regulations in force do not protect theenvironmental matrices (air, water, soil) from linear production activities that, by not separating technical and biological cycle,introduce pollutants that increase the carcinogenic and non-cancer risk and alter them, removing them from the common uses ofthe inhabitants and damaging the homeostasis of ecosystems and habitats of other species.
Objectives: to activate a shared process for the definition and testing of an MPPT that a) safeguards en- vironmental matricesfrom pathogenic and reckless uses; b) rebalances the related power asymmetries; c) produces positive impacts on health, environment, economy and land management.
Materials and methods: creation of meaning, meta-organization and con-research are used to activate a process of shared construction of an MPPT with territorial committees of the exposed, environmental associations and local authorities and to motivate the social knowledge present to participate in the enrichment of the model.
Results: a first group of results concerns: 1.1) shared conceptual bases (systemic approach, circular eco- nomy, criteria for an effective management of the commons) and 1.2) analysis of the processes con- nected with linear production activities (riskproduction, dispossessions and negative externalities) that found nominations (risk producers, involuntary exposed) more suitable to the real impacts produced and 1. 3) the constitutive characteristics of an MPPT able to prevent them, the ecodistrict; 2) a second group of results documents 2.1) application developments (first activation of the ecodistricts in defined territories,proposal of law on the ecodistrict, characteristics of audits on the state of the matrices); 2.2) potential obstacles emerged and 2.3) implementations in progress.
Discussion and conclusions: these concern methodological aspects related to the sharing processes and aspects of merit regarding the impacts of the MPPT on health, environment and economy/land management.
Autore per corrispondenza: Carlo Romagnoli mail surfcasting.dakhla@gmail.com
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The organic district: a cultural turning point
Massimo Formica
DOI: 10.48291/SISA.64.3.4
Il distretto biologico: una svolta culturale – The organic district: a cultural turning point
DOI: 10.48291/SISA.64.3.4
Massimo Formica
ISDE (International Society of Doctors for the Environment)
Parole chiave: suolo, microbioma, epigenetica, qualità nutrizionale
RIASSUNTO
Obiettivi: la relazione si propone di evidenziare come una errata concezione dell’agricoltura basata su un sapere proto-scientifico degli anni sessanta fondata su chimica di sintesi a meccanizzazione spinta sia stata travolta dalle conoscenze di cui oggi si dispone, ma che sembrano colpevolmente celate e/o sottovalutate, in termini di ecosistemi e delle implicazioni sulla base delle analisi biomolecolari-epigenetiche. La tardiva scoperta di 1. doverci confrontare con un sistema di riferimento chiuso 2. di dipendere anche genomicamente da un invisibile ed onnipervasivo microbiota 3. di disporre di un genoma fluido che epigeneticamente registra puntualmente in noi il fuori-di-noi, 4. di valorizzare, enfatizzare, proteggere l’integrità delle matrici naturali aria-acqua-suolo precondizioni esistenziali ci pone nella posizione obbligata di rivedere totalmente gli algoritmi meccanicistico-lineari che dominano il presente ma che risultano ormai anacronistici ed antiscientifici.
Metodi: si è presa in considerazione la messe di dati disponibile evocativa della necessità del cambiamento del paradigma vigente partendo dagli indirizzi e dalle logiche ispiratorie degli aspetti normo-legislativi e di orientamento della comunità europea sul distretto biologico.
Risultati: si dimostrano le interconnessioni che ci abitano, il rapporto tra contesto e la triade genetica- epigenetica-microbiomica, l’imperativo di sostituzione ad una epistemica di prevedibilità, fallace per poche riduttive variabili considerate, quello dell’ipercomplessità delle infinite multivarianze in un sistema biologico basato su creatività ed autopoiesi per adattamenti seriali provvisori in evoluzione dinamica. I risultati parlano inequivocabilmente di viraggio obbligato ed accelerato all’agroecologia pena la distruzione definitiva matriciale che renderebbe inemendabile l’avviato processo di estinzione multispecie.
Conclusioni: si evidenzia oltre ogni ragionevole dubbio la necessità di una rapida assunzione del combinato etica e direttività politica nel controllo-marginalizzazione dei produttori di rischio, di riposizionamento dei diritti sociali alla salute e alla qualità ambientale e nutrizionale, nel recupero non ultimo della bellezza come ulteriore fattore nutritivo. Il tutto nel rispetto più ampio della biodiversità e di tutte le cose e creature che con noi condividono un destino comune.
Key words: soil, microbiome, epigenetics, nutritional quality
SUMMARY
Objectives: this article aims to show how an erroneous concept of agriculture based on a proto-scientific knowledge of the sixties, founded on chemical synthesis and forced mechanization has been crushed by the knowledge we have since gained but which seems to have been culpably concealed and/or underrated in terms of ecosystems and of its implications on the basis of epigenetic, biomolecular analyses. The de- layed discovery of 1. the need to measure ourselves with a closed system of reference 2. the dependence, even genomic, on an invisible and omnipervasive microbiota 3. the reliance on a fluid genome that duly registers epigenetically within us the outside world 4. the need to give value to, to emphasize and protect the integrity of our natural air-water-soil matrices. All existential preconditions which oblige us to totally reframe the mechanistic, linear algorithms that pervade the present but which prove to be anachronistic and unscientific. |
Methods: the available data invoking a change in paradigm has been taken into consideration. The starting point is the orientation and the logic inspiring the European Community’s legislation on organic districts. |
Results: a case is made for the interconnectivity that inhabits us, the relationship between the context and the genetic-epigenetic-microbiomic triad, the imperative to substitute an epistemic of predictability which is fallacious on account of the reductive variables considered, the hypercomplexity of the infinite multivari- ates in a biological system based on creativity and autopoiesis, on serial and interim adaptations in dynamic evolution. The results speak unequivocably of a necessary and rapid conversion to agroecology to avoid the definitive destruction of our matrix that would lead to an inemendable process of multispecies extinction. |
Conclusions: there is evidence beyond any reasonable doubt of the need for a rapid assumption of political ethics and leadership to control and marginalize the risk producers, to reestablish the right to health, envi- ronmental and food quality and furthermore beauty itself as a nuturing element. All in the greatest respect possible for biodiversity and all the creatures and things with which we share a common destiny. |
Autore per corrispondenza: maxsusant@gmail.com |
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Systemic and participatory design of socio-ecological and territorial matrices as an interface between human and environmental systems: the (possible) role of Eco-District
Francesco Masciarelli
DOI: 10.48291/SISA.64.3.5
Design sistemico e partecipato delle matrici socio-ecologiche e del territorio come interfaccia tra sistemi umani ed ambientali: il (possibile) ruolo dell’Eco-Distretto
Systemic and participatory design of socio-ecological and territorial matrices as an interface between human and environmental systems: the (possible) role of Eco-District
DOI: 10.48291/SISA.64.3.5
Francesco Masciarelli
Architetto e ricercatore indipendente, Perugia, IT
Parole chiave: Urbanistica sostenibile resiliente; Eco-Distretto Systemic Design; Territorio-Interfaccia; Sistemi Socio-Ecologici
SOMMARIO
Problemi affrontati: le crisi di ambiente naturale e territorio sono crisi sistemiche ambientali e sociali: am- biente naturale e territorio sono Sistemi Socio-Ecologici (SSE), ovvero sistemi nei quali “le componenti sociali, economiche, ecologiche, culturali, politiche, tecnologiche e di altro tipo sono fortemente collegate …, sottolineando il concetto integrato della prospettiva umano-in-natura”. Si tratta di sistemi profondamente interconnessi e di tipo co-evolutivo, nei quali la “componente ecologica fornisce servizi essenziali alla società”. Il carattere integrato dei SSE rende la prospettiva ambientale inscindibile da quella sociale, e reciprocamente condizionate. L’approccio a studio, progettazione e governance di ambiente naturale e territorio, “culturalmente” basato sui “valori della modernità”, è attualmente indirizzato allo sfruttamento dell’ambiente naturale e di quello dell’uomo a scopi di profitto e sviluppo economico. Sfruttamento che, per poter essere attuato con successo, richiede processi e strumenti in grado di garantire distanziamento e separazione degli esseri umani tra loro e dalla natura.
Obiettivi: questa ricerca parte dall’assunto della necessità di una revisione dei “valori della modernità”, e ritiene di dover mettere in discussione le modalità tecno-politiche e gli strumenti attraverso cui questi valori “creano”, o modificano, i SSE che chiamiamo ambiente naturale e territorio. Strumenti rappresentati, in primo luogo, dalla pianificazione urbanistica e territoriale.
Metodi: dopo una disamina di modelli innovativi ed alternativi di progettazione e governance del territorio, riteniamo di individuare nel Systemic Design basato sull’EcoDistretto (Eco-Distretto-Systemic-Design – EDSD), lo strumento sistemico e partecipativo, propedeutico alla riqualificazione sostenibile e resiliente delle matrici socio-ecologiche di ambiente naturale e territorio.
Risultati: nel modello che proponiamo l’Eco-Distretto, come Modello per la Prevenzione Primaria Territoriale (MPPT), diviene elemento strutturante “l’organizzazione di una armatura cognitiva territoriale”, in grado di contenere, organizzare e rendere trasmissibili “tutti gli elementi che compongono il complesso spazio urbano e territoriale”. Il territorio è qui considerato come un’interfaccia tra sistemi sociali ed ambientali fisici (naturali e modificati dall’uomo), la sostenibilità integrata dal concetto di resilienza, l’economia lineare trasformata in circolare. I processi di formazione, informazione e partecipazione alle decisioni progettuali delle trasformazioni del Territorio-Interfaccia (TI) come bene comune socio-ecologico, ed alla relativa governance, sono estesi a tutti i portatori di interesse ed avvengono con modalità digitali.
Conclusioni: scopo del modello è quello di contribuire a mantenere in equilibrio, con approcci sistemici, partecipati e circolari, le “matrici estese”, ovvero le matrici dei sistemi sociali e di quelli ambientali fisici (naturali e modificati dall’uomo). Ciò per restituire una prospettiva al concetto di “umano-in-natura”, prospettiva oggi estremamente incerta
Key words: Sustainable resilient urban planning; Eco-District Systemic Design; Territory-Interface; Socio-Ecological Systems
SUMMARY
Problems addressed: the crises of natural environment and territory are systemic, environmental and social ones: natural environment and territory are Socio-Ecological Systems (SESs), that is like saying systems in which “the social, economic, ecological, cultural, political, technological and other components are stron- gly linked …, emphasizing the integrated concept of the human-in-nature perspective”. These are deeply interconnected and co-evolutive systems, in which the “ecological component provides essential services to society”. The integrated character of SESs makes the environmental perspective inseparable from the social one and mutually conditioned. The approach to study, design and governance of natural environment and territory is instead “culturally” based on the “values of modernity” and so far, directed to the exploitation of natural and human environment for profit and economic development aims. Such an exploitation, in order to be successfully implemented, requests processes and tools that can guarantee distancing and separation of human beings from each other and from nature.
Objectives: this research starts from the assumption of the need for a review of the “values of modernity”, and believes it must question the ways and means through which these values “create”, or modify, the SESs we call natural environment and territory.
Methods: after an examination of innovative and alternative models of design and governance of the terri- tory, we believe we can identify in Systemic Design based on the EcoDistrict (Eco-District-Systemic-Design – EDSD), the systemic and participatory tool for a sustainable and resilient requalification of the socio-eco- logical matrices of natural environment and territory.
Findings: in our model the Eco-District, as a Model for Territorial Primary Prevention (MTPP), becomes a structuring element of “the organization of a territorial cognitive framework, which contains, organizes and makes transmissible all the elements that make up the complex urban and territorial space”. The territory is here considered as an interface between physical environmental systems (natural and human modified) and social systems and sustainability integrated by the concept of resilience while linear economy becomes circular. The processes of training, information and participation in decision-making and planning of the transformations of the Territory-Interface (TI) as a socio-ecological common good, and the related gover- nance, are extended to all the possible stakeholders and take place digitally.
Conclusions: aim of the model is to help keeping the “extended matrices”, that are the matrices of social systems and environmental (natural and human modified) ones, in balance through systemic, participative and circular approaches. This in order to give back a perspective to the “human-in-nature” concept, per- spective that is extremely uncertain nowadays.
Autore per la corrispondenza: info@architettomasciarelli.com
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Economics vs. Environment: Where Are We Going?
Rita Castellani
DOI: 10.48291/SISA.64.3.6
Economia e ambiente: dove stiamo andando?
Economics vs. Environment: Where Are We Going?
DOI: 10.48291/SISA.64.3.6
Rita Castellani
Già docente di Economia Politica dell’Università di Perugia
Parole chiave: esternalità, costo marginale sociale, property rights, Antropocene, alienazione, entropia, matrici ambientali
RIASSUNTO
Obiettivi: confrontare i fondamenti dell’approccio della teoria economica mainstream con le più recenti valutazioni sulla complessità delle problematiche derivanti da attività umane impattanti sull’ambiente, verificare se la metodologia dei modelli che derivano da quell’approccio può continuare a considerarsi adeguata per una efficace valutazione dell’entità dell’impatto.
Metodi: il metodo è comparativo: l’inquinamento come conseguenza sporadica della produzione occasionale vs. la sistematicità e la continuità degli effetti impattanti osservati; il rapporto one-to-one tra inquinatori e esposti vs. la molteplicità delle conseguenze di ogni attività inquinante; l’a-temporalità dei modelli mainstream vs. la complessità della storia dei rapporti tra uomo e ambiente.
Risultati: il superamento dell’approccio mainstream consente di recuperare il filo argomentativo di modelli eterodossi, che pure nel tempo hanno prodotto una diversa considerazione dell’impatto delle attività umane sull’ambiente (e le sue conseguenze, per esempio sulla salute umana), sia a livello locale, sia a livello globale. Conclusioni: la sistematicità e, quindi, la prevedibilità dei danni ambientali inducono a considerare che il loro recupero e la loro prevenzione debbano fondarsi sul riconoscimento delle matrici ambientali (aria, acqua, suolo) come beni comuni, sottratte perciò alla logica della estrazione di valore, e ricondotte al controllo della collettività dei cittadini responsabili (“corporate citizens”).
Keywords: externality, marginal social cost, property rights, Anthropocene, alienation, entropy, environmental matrix
SUMMARY
Objectives: to compare the foundations of mainstream environmental economics with the contemporary evaluations of the complex problems deriving from human activities with an impact on environment. To verify if the methodology of mainstream models can still be considered adequate for an effective assessment of the extent of such impact.
Methods: the method is comparative: pollution as a sporadic and occasional consequence of production vs. the systematic an continuous occurrence of the observed polluting effect; the relationship one-to-one between the polluters and the exposed vs. the multiplicity of consequences of every polluting activity; the a-temporality of mainstream models vs. the complexity of the history of relationship between humanity and environment.
Results: the overcoming of the mainstream approach allows to recover the line of argument of heterodox models, that in different times have still produced an alternative consideration of the impact of human activities on environment (and its consequences, on the human health for example), both at the local and the global level.
Conclusions: the systematic occurrence and, therefore, the predictability of environmental damages induce to think that their prevention and restoration ought to be based on the acknowledgement of environmental matrices (air, water, soil) as common goods. They could be kept safe from value extraction and put in con- trol of liable citizens (“corporate citizens”).
Autore per corrispondenza: ritacastellani@gmail.com
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Available records on Effective Microorganisms technology in soil bioremediation
Maristella Pitzalis
DOI: 10.48291/SISA.64.3.7
Evidenze disponibili sulla efficacia dei Microrganismi Effettivi nel biorisanamento di suoli
Available records on Effective Microorganisms technology in soil bioremediation
DOI: 10.48291/SISA.64.3.7
Maristella Pitzalis
Già docente di Ecologia agraria presso l’Università di Perugia
Parole chiave: microrganismi effettivi, biorisanamento dei suoli, biofertilizzanti
RIASSUNTO
Introduzione: si voleva verificare l’uso dei Microrganismi Effettivi come mezzo biologico atto a restituire fertilità al suolo e a risanare le alterazioni da contaminanti.
Obiettivi: acquisire informazioni sulla tecnologia, l’uso dei Microrganismi Effettivi e lo stato attuale della ricerca.
Metodi: attraverso la consultazione della letteratura disponibile sono stati confrontati risultati di sperimentazioni eseguite in molte aree.
Risultati: aumentare la biodiversità della microflora può avere effetti positivi sul terreno e sulle colture. I risultati sperimentali al momento disponibili non consentono di fare affermazioni definitive sulla reale efficacia dei Microrganismi Effettivi.
Conclusioni: occorre un maggior numero di ricerche interdisciplinari che verifichino nel lungo periodo la risposta colturale e l’impatto sull’ecosistema prima di consigliare questa tecnica.
Keywords: effective microorganisms, soil bioremediation, biofertilization
SUMMARY
Introduction: we are interested to verify if the Effective Microorganisms technology can be used to restore soil fertility and/or contaminated sites.
Objectives: to acquire informations on the technology and use of Effective Microorganisms, and the current state of research on the subject
Methods: by consulting the available literature, the results of experiments carried out in many areas were compared.
Results: increasing microflora biodiversity can have positive effects on soil and crops. The experimental results currently available do not allow definitive statements to be made on the real efficacy of Effective Microorganisms.
Conclusions: more interdisciplinary research should be carried out over the long term to verify crop response and impact on the ecosystem before recommending this technique.
Autore per corrispondenza: mariperugia@gmail.com
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The definition of strategies to support dementia conditions in Trentino: the contribution of the Healthcare Trust of the Autonomous Province of Trento
Ilaria Simonelli, Renata Brolis, Andrea Fasanelli, Camilla Frizzera, Letizia Kersbamer, Lorenza Vieno, Rolando Bergamo, Enrico Nava
DOI: 10.48291/SISA.64.3.8
La costruzione di strategie a supporto delle condizioni di demenza in Trentino: il contributo dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari
The definition of strategies to support dementia conditions in Trentino: the contribution of the Healthcare Trust of the Autonomous Province of Trento
DOI: 10.48291/SISA.64.3.8
Ilaria Simonelli 1, Renata Brolis 2, Andrea Fasanelli 3, Camilla Frizzera 4, Letizia Kersbamer 5,
Lorenza Vieno 6, Rolando Bergamo 7, Enrico Nava 8
1 Sociologa della Salute, PhD, Direzione Integrazione socio-sanitaria e Servizio Governance processi socio-sanitari, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento (Progettazione e svolgimento della Revisione sistematica; stesura articolo) 2 Direttore, Servizio Professioni Sanitarie, Area Cure Primarie, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento (Ideazione dello studio, Assegnazione obiettivi della revisione sistematica, Revisione bozze) 3 Coordinatore della Rete Clinica Disturbi Cognitivi e Demenze, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento (Predisposizione dei dati aziendali, Revisione bozze)
4 Servizio Governance processi socio-sanitari, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento (Revisione bozze) 5 Servizio Governance processi socio-sanitari, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento (Revisione bozze) 6 Servizio Governance processi socio-sanitari, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento (Revisione bozze) 7 Responsabile, Servizio Governance Processi Socio Sanitari, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento (Revisione bozze) 8 Direttore, Direzione Integrazione socio-sanitaria, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento (Autorizzazione allo studio, Validazione dell’articolo, Autorizzazione alla pubblicazione)
Parole chiave: diagnosi, prevenzione, demenza, personalizzazione, integrazione socio-sanitaria
RIASSUNTO
Nel 2019, l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS) ha collaborato al lavoro di preparazione dei contenuti relativi al rinnovo del Piano Demenze provinciale per gli anni 2019-2023. A tal fine APSS, attraverso la Direzione Integrazione socio-sanitaria ed al Servizio Governance dei processi socio-sanitari, ha condotto una revisione sistematica della letteratura per mettere a fuoco le possibili sfide future legate alla demenza. I risultati mostrano come diagnosi tempestiva, personalizzazione degli interventi, attenzione ai caregivers e prevenzione siano aspetti centrali da tenere in considerazione nella formulazione delle prossime strategie nell’ambito del trattamento della demenza.
Keywords: diagnosis, prevention, dementia, personalization, integrated care
SUMMARY
In 2019, the Healthcare Trust of the Autonomous Province of Trento (APSS) collaborated in the preparation of the contents related to the renewal of the provincial Dementia Plan for the years 2019-2023. To this end, APSS, through its Social and Health Integration Directorate and the Governance service for social and health processes integration, conducted a systematic review of the literature to focus on possible future challenges related to dementia. The results show how timely diagnosis, customization of interventions, attention to caregivers and prevention are central aspects to be taken into consideration in the formulation of the next strategies in the field of dementia treatment.
Autore per corrispondenza: ilaria.simonelli@apss.tn.it
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The importance of oral hygiene in the elderly
Lorenzo Righi, Stefano Trapassi, Anna D'Antuono, Fulvia
DOI: 10.48291/SISA.64.3.9
L’importanza dell’igiene del cavo orale nell’anziano
The importance of oral hygiene in the elderly
Lorenzo Righi, Stefano Trapassi, Anna D’Antuono, Fulvia
DOI: 10.48291/SISA.64.3.9
Lorenzo Righi 1, Stefano Trapassi 2, Anna D’Antuono 3, Fulvia Marini 4
1 Infermiere, U.A. PS ed Emergenza Sanitaria Territoriale NORD SI -VE, referente Gruppo EBP, USL Toscana Sud Est. Docente a contratto SSD MED/45 Università degli Studi di Siena 2 Infermiere, U.A. Processi Assistenziali e Comfort Alberghieri, referente Gruppo EBP, USL Toscana Sud Est 3 Infermiere, Area Medica, USL Toscana Sud Est 4 Infermiere Coordinatore, U.O.C. Continuità Assistenziale Ostetrica e di supporto all’assistenza, referente Gruppo EBP, USL Toscana Sud Est. Docente a contratto SSD MED/45 Università degli Studi di Siena
Parole chiave: igiene orale; malattia parodontale; malattia cardiovascolare; malattia respiratoria
RIASSUNTO
Introduzione: l’igiene orale è una pratica di fondamentale importanza che non deve essere trascurata, soprattutto nel soggetto anziano, in quanto la salute orale è in grado di influenzare lo stato di salute generale dell’individuo. Oggi parliamo di “Oral Health-Related Quality of Life” proprio per descrivere l’impatto della salute orale sulle esperienze personali dell’individuo nella vita di ogni giorno.
Obiettivi: l’obiettivo del nostro articolo è quello di descrivere come l’igiene orale contribuisca al mantenimento della salute generale nella persona anziana.
Metodi: è stata effettuata una revisione narrativa consultando la banca dati biomedica PubMed su revisioni sistematiche con metanalisi, studi clinici randomizzati controllati e studi osservazionali sia in lingua inglese che italiana pubblicati dal 2009 ad oggi.
Risultati: il parodonto malato è implicato nello sviluppo di complicanze cardiovascolari, malattie polmonari e/o disturbi respiratori e può influenzare negativamente il controllo glicemico.
Conclusioni: è auspicabile che tutti i professionisti della salute, e gli infermieri in particolare, siano sensibilizzati sull’importanza dell’igiene orale e adottino strumenti di valutazione dello stato del cavo orale stesso nella pratica assistenziale quotidiana.
Keywords: oral hygiene; periodontal disease; cardiovascular diseases; respiratory diseases
SUMMARY
Introduction: oral hygiene is an essential practice that should not be neglected, especially in the elderly, as oral health is able to influence the general health status of individual. Today we are talking about “Oral Health-Related Quality of Life” just to describe the impact of oral health on the individual’s personal experiences in everyday life.
Objectives: the objective of this paper is to describe and analize how oral hygiene contributes to the maintenance of general health in the elderly person.
Methods: a narrative review carried out by consulting the PubMed biomedical database to search for systematic reviews with meta-analysis, randomized controlled clinal trials and observational studies in English and Italian published from 2009 onwards.
Results: siseased periodontium is involved in the development of cardiovascular complications, lung disease and/or breathing problems and can adversely affect glycaemic control.
Conclusions: it would be desirable for all health professionals, and nurses in particular, to be made aware of the importance of oral hygiene and to adopt tools assess the state of the oral cavity itself in daily care practice.
Autore per corrispondenza: lorenzo.righi@hotmail.it
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The role of the Hospital Pharmacist in clinical research: a qualitative-quantitative retrospective analysis and future perspectives
Chiara Marengo, Maddalena Marcato, Lucia Borsotti, Carlo Macchiolo, Maria Carmen Azzolina, Annalisa Gasco
DOI: 10.48291/SISA.64.3.10
Il ruolo del Farmacista Ospedaliero nella ricerca clinica: analisi retrospettiva quali-quantitativa e prospettive future
The role of the Hospital Pharmacist in clinical research: a qualitative-quantitative retrospective analysis and future perspectives
Chiara Marengo, Maddalena Marcato, Lucia Borsotti, Carlo Macchiolo, Maria Carmen Azzolina, Annalisa Gasco
DOI: 10.48291/SISA.64.3.10
Chiara Marengo1, Maddalena Marcato 2, Lucia Borsotti 3, Carlo Macchiolo 4, Maria Carmen Azzolina 5, Annalisa Gasco 6
1 Dirigente Farmacista – SC Farmacia Ospedaliera – AO Ordine Mauriziano di Torino
2 Specializzanda Farmacista – SC Farmacia Ospedaliera – AO Ordine Mauriziano di Torino 3 Ufficio Sperimentazioni Cliniche Aziendale – AO Ordine Mauriziano di Torino
4 Dirigente Medico – SC Direzione Medica di Presidio – AO Ordine Mauriziano di Torino
5 Direttore Sanitario – AO Ordine Mauriziano di Torino
6 Direttore SC Farmacia Ospedaliera – AO Ordine Mauriziano di Torino
Parole chiave: farmacista clinico, sperimentazione clinica, accessibilità, sostenibilità
RIASSUNTO
Obiettivi: l’’obiettivo di questo lavoro è delineare il ruolo del Farmacista Ospedaliero nell’ambito della ricerca clinica in linea con quanto previsto dal contesto normativo vigente e sulla base dell’esperienza condotta all’interno dell’Azienda nell’ultimo quinquennio.
Metodi: è stata condotta una analisi retrospettiva qualitativa per l’identificazione delle aree di intervento e delle funzioni svolte all’interno del contesto aziendale. Sono state individuate 10 aree di intervento ed è stato valorizzato il tempo dedicato a ciascuna attività. Queste attività sono state messe a confronto con le Linee Guida per la Buona Pratica Clinica e con i “criteri generali per la definizione di standard della dirigenza farmaceutica ospedaliera e territoriale del SSN” (SiNaFO). Il tempo dedicato a ciascuna area di intervento è stato correlato alla complessità di gestione dei diversi campioni sperimentali per ciascuna tipologia di studio (A, B, C, D) ed è stata effettuata un’estrazione delle sperimentazioni attive nel triennio 2017-2019, ottenendo per gli studi interventistici l’andamento percentuale per ciascuna tipologia nel corso degli anni. E’ stato calcolato per ciascuna fase del processo di gestione e per ciascuna tipologia di studio, il tempo medio in minuti impiegato per l’espletamento delle attività.
Risultati: l’esperienza che stiamo conducendo suggerisce un ruolo a tutto tondo che riprende le Linee Guida per la Buona Pratica Clinica (ICH-GCP, 4.6) ed il documento prodotto da SiNaFO ma propone in aggiunta attività che non sono presenti nei due documenti di partenza.Il farmacista è responsabile della gestione del farmaco sperimentale in tutte le sue fasi: dalla gestione logistica del campione sperimentale al suo coinvolgimento nelle fasi di stesura del protocollo, dalla pianificazione del disegno di studio alla redazione della documentazione necessaria alla sottomissione dello studio, nonché riveste un ruolo rilevante all’interno del Comitato Etico.In particolare, da gennaio 2017 a dicembre 2019, si osserva un aumento del 15% delle sperimentazioni interventistiche di tipo A ed un aumento significativo dei clinical trials di tipologia C e D, i quali vedono maggiormente coinvolto il farmacista nell’attività di gestione e monitoraggio dell’IMP in studio per un totale di 21,7 ore a settimana. In aggiunta, 5 ore a settimana sono risultate essere l’impegno complessivo settimanale del Farmacista Ospedaliero inserito all’interno di un Comitato Etico. Conclusioni: è di tutta evidenza come l’istituzione nel 2015 dell’Ufficio Sperimentazioni Cliniche abbia determinato non solo un aumento del numero delle sperimentazioni ma anche un ampliamento delle figure coinvolte e dei relativi compiti e funzioni. Il disegno, il coordinamento e l’analisi di un trial clinico, nell’ottica di una solida politica di ricerca, non possono che avvalersi del coinvolgimento di un team multidisciplinare che vede la partecipazione del Principal Investigator (PI), farmacisti, data managers, infermieri, clinical research associate (CRA) ed di altri sperimentatori.I centri impegnati nella conduzione di Randomized Clinical Trials (RCTs) necessitano di una compatta base di supporto che vede offrire al Farmacista Ospedaliero un ampio spazio di azione che cresce proporzionalmente al numero di sperimentazioni cliniche in corso.In questo contesto il FO è un attore strategico fortemente coinvolto ed apprezzato per le proprie competente professionali, in grado di incidere positivamente sulla qualità dello studio, dalla gestione logistica fino al coinvolgimento nella realizzazione di protocolli sperimentali per il miglioramento della pratica clinica, con un approccio virtuoso e predittivo delle terapie che verranno erogate. Tuttavia, troppo spesso la mancanza all’interno della Farmacia Ospedaliera di una figura professionale dedicata in questo ambito porta a svolgere queste mansioni nei ritagli di tempo oppure addirittura fuori dall’orario di servizio. I risultati quali-quantitativi ottenuti da questa analisi sono di grande conforto, nella prospettiva di poter ambire nel futuro ad un ruolo istituzionale per il Farmacista Ospedaliero coinvolto nell’ambito delle sperimentazioni cliniche, con un auspicabile potenziamento degli organici delle Farmacie Ospedaliere.
Keywords: clinical pharmacist, clinical trial, affordability, sustainability
SUMMARY
Objectives: the aim of this work is to outline the role of the Hospital Pharmacist involved with clinical research in line with the current regulatory context and based on the hospital experience in the last five years.
Methods: a qualitative retrospective analysis was conducted to identify the intervention areas and functions performed in the hospital. 10 areas of intervention were identified and the time dedicated to each activity was evaluated.These activities were compared with the Guidelines for Good Clinical Practice and with the “general criteria for the definition of standards for the hospital and territorial pharmaceutical management of the NHS” (SiNaFO).The time dedicated to each area of intervention has been correlated to the complexity of the managing of the experimental samples for each type of study (A, B, C, D). An extraction of the ongoing interventional trials between the 2017 and 2019 has been performed, obtaining a percentage trend for each type over the years. The time in minutes essential to carry out each phase of the management process and each type of study was calculated.
Results: the experience we conduct suggests a complete role that incorporates the Guidelines for Good Clinical Practice (ICH-GCP, 4.6) and the document produced by SiNaFO but also proposes activities that are not included in the two documents mentioned before.The pharmacist is responsible for the management of the experimental drug in all phases: from the management of the experimental sample (IMP) to his involvement in the writing of the protocol, from the study design to the preparation of the documentation necessary for the submission to Ethics Committee (EC), as well as a relevant role within the EC. In particular, from January 2017 to December 2019, there is a 15% increase in trials type A and a significant increase in clinical trials type C and D, which more involve the pharmacist in the management and monitoring activity of the IMP for a total of 21.7 hours per week. In addition, 5 hours per week were the overall weekly commitment of the Hospital Pharmacist included in an Ethics Committee. Conclusions: the istitution of the Clinical Trials Office in 2015 has led not only to an increasing of the clinical trials number but also to a growth of the staff involved relating with tasks and functions. The design, coordination and analysis of a clinical trial, in terms of a solid research policy, has to be composed by a multidisciplinary team, with the participation of the Principal Investigator (PI), pharmacists, data managers, nurses, clinical research associated (CRA) and other sub-investigators. Sites involved in randomized clinical trials (RCTs) need a compact support that offer to Hospital Pharmacists a wide space of action that grows proportionally to the number of undergone clinical trials. In this context, the HP is a strategic actor strongly involved and appreciated for its professional skills, able to positively affect the quality of the study, from the logistic management to his involvement in the writing of the protocol for the improvement of the clinical practice, with a virtuous and predictive approach of therapies. However, too often the lack of a dedicated figure in this area leads to operate during cutouts or even over the hours of service. The qualitative and quantitative results obtained from this analysis give us great comfort, in the perspective of hoping of an institutional role for the Hospital Pharmacist involved in the clinical trials, with a desirable strengthening of the staff of the Hospital Pharmacies.
Autore per corrispondenza: Maddalena Marcato – mmarcato@mauriziano.it
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Law Clinic “Salute, Ambiente e Territorio” Dipartimento di Giurisprudenza, Università degli studi di Perugia
PROGETTO DI LEGGE REGIONALE: “Norme in materia di partecipazione, ecodistretti, economia circolare e giustizia ambientale”
OPEN ACCESS
Costruire l’ecodistretto: un nuovo strumento giuridico tra partecipazione, economia circolare e giustizia ambientale
Law Clinic “Salute, Ambiente e Territorio” Dipartimento di Giurisprudenza, Università degli studi di Perugia PROGETTO DI LEGGE REGIONALE: “Norme in materia di partecipazione, ecodistretti, economia circolare e giustizia ambientale”
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