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Indice
Il tema della partecipazione dei cittadini in sanità è oggi sempre più centrale nel dibattito sulla riforma dei sistemi sanitari. Il contributo di Guido Giarelli et al affronta, da una prospettiva di analisi sociologica, il tema della Medicina partecipativa e le possibilità della sua applicazione. Dietro la retorica ufficiale, infatti, molti sono i rischi evidenziati ai diversi livelli dell’osservazione sociologica relativi alla garanzia dell’equità e di un reale empowerment delle forme di partecipazione adottate. Tali rischi non possono che essere arginati se non attraverso un nuovo protagonismo della società civile in partnership con le istituzioni sanitarie che ne mantenga inalterata la responsabilità politica a garanzia di equità e universalismo. A partire dalla ricostruzione storica dell’evoluzione del sistema di partecipazione della Regione Toscana è presentato un progetto di formazione-ricerca-azione partecipata attualmente in corso orientato a favorire processi di autoapprendimento organizzativo e a potenziare il ruolo di guida dell’Ente pubblico nei processi di governo comunitario per la salute.
Paola Ragazzoni et al riporta i risultati di un percorso di implementazione di una Buona Pratica Irlandese nel contesto scolastico italiano, il programma Active School Flag. Obiettivo del percorso è stato quello di analizzare e riflettere sulle condizioni di implementazione nel contesto locale e sulla trasferibilità e possibilità di diffusione su ampia scala. Si può affermare che il percorso di trasferimento di una buona pratica, anche tra nazioni e contesti culturali diversi, può dare buoni risultati se ci si avvale di una procedura chiara, condivisa e standardizzata, applicabile in diversi setting di promozione della salute.
Sulla base di una riflessione generale nell’ambito di una revisione sistematica delle Strategie Internazionali, Nazionali e Provinciali, delle evidenze e di una analisi qualitativa delle prassi presenti nell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, Ilaria Simonelli et al ci propongono un Modello aziendale per mettere a sistema le attività che riguardano la Patient centred care. Il Modello è finalizzato a garantire il miglioramento continuo della qualità dei servizi, l’incremento della soddisfazione dei pazienti, la maggiore adesione alle terapie, la razionalizzazione delle risorse e dei processi aziendali, un utilizzo appropriato dei servizi, un diffuso senso di appartenenza del personale.
L’articolo di Carlotta Di Bari et al presenta i risultati della valutazione del progetto di prevenzione della dipendenza da Internet: “Prox Experience Social & Technology” rivolto a studenti di scuola media superiore. Sono stati utilizzati metodi qualitativi, partecipativi e creativi. Dai risultati emerge come l’approccio educativo adottato e l’utilizzo di strumenti attivi abbia avuto un impatto positivo nel recepire i messaggi che gli operatori intendevano veicolare: la combinazione di informalità e formalità ha aumentato la concentrazione e il coinvolgimento della classe.
Al tema della salute della donna in gravidanza e del bambino nel primo anno di vita è dedicato il contributo di Patrizia Fistesmaire et al. Sono stati costituiti gruppi di professionisti e donne in gravidanza al fine di costruire un punto di riferimento stabile per prevenire o sostenere situazioni di fragilità, garantire la presa in carico psicologica delle madri. Le emozioni ed i pensieri verbalizzati dalle donne sono stati monitorati durante l’esperienza di gruppo e riportati come indicatori dei processi di cambiamento avvenuti nell’arco di tempo dalla gravidanza alla maternità.
L’approccio Pnei che studia le relazioni bidirezionali tra dimensione psichica e sistemi bio- logici nel contesto ambientale e sociale fornisce un modello adeguato anche all’identificazione dei fattori di rischio e di resistenza all’infezione della SARS-CoV-2. Su tale assunto l’articolo di Anna Giulia Bottaccioli et al. Si evidenzia come l’approccio sia efficace nell’ individuare i fattori principali della resistenza all’infezione nella pandemia ed è posta la questione di intercettare il disagio psicosociale diffuso e i problemi psichici più strutturati conseguenti all’epidemia, al fine di fornire una risposta appropriata ed articolata attraverso una strategia integrata di professionisti che comprenda l’intervento psicologico.
L’articolo di Marco Grignani esamina le differenze che emergono nelle difese psicologiche, nella cura e nella prevenzione delle condizioni di sofferenza degli individui durante le catastrofi naturali e nel corso della pandemia Covid. Le catastrofi dovute a eventi naturali comportano meccanismi di difesa legati ai tentativi di espulsione dell’esperienza, mentre i vissuti connessi con la pandemia sono caratterizzati essenzialmente dall’emergere di angosce provenienti dal mondo interno dei soggetti, conclude l’Autore. Sono proposti differenti modelli di intervento e, in particolare, si segnala come in entrambe le situazioni sia importante l’approccio dialogico.
Sempre al tema della salute mentale è dedicato il lavoro di Roberta Mezzina e Paolo Da Col. Gli Autori presentano un approfondito esame delle evidenze internazionali, delle leggi italiane, delle esperienze delle pratiche nate e progredite a Trieste al fine di evidenziare, all’interno dei diversi quadri teorici, normativi ed economici di riferimento, il ruolo ed il valore delle Cooperative Sociali quali strumenti e risorse essenziali nei percorsi di salute, nelle pratiche terapeutico-riabilitative a favore delle persone con disturbo mentale e altre forme di svantaggio sociale. Un quadro complessivo che conferma il valore dell’impresa sociale quale rilevante strumento positivo per lo sviluppo umano e nella ripresa-guarigione.
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Dalla Responsabilità sociale d’impresa alla Responsabilità sociale del cittadino. Lotta continua contro la pandemia virale
From Enterprise Social Responsibility to Citizen Social Responsibility. Viral Pandemic against
Lamberto Briziarelli
DOI: 10.48291/SISA.65.1.1
Dalla Responsabilità sociale d’impresa alla Responsabilità sociale del cittadino. Lotta continua contro la pandemia virale
From Enterprise Social Responsibility to Citizen Social Responsibility. Viral Pandemic against
Lamberto Briziarelli
DOI: 10.48291/SISA.65.1.1
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Parliamo di due cose precise, sul piano dei principi generali la filosofia della Promozione della salute e dell’Assistenza Sanitaria di Base; su quello individuale di Educazione sani- taria o alla salute, di Health Literacy (alfabetizzazione sanitaria) e di coscienza sanitaria. Nei primi anni “90 del secolo XX, sotto l’attacco violento della filosofia neo-liberista (do- vuta all’infausto impegno anglosassone di Reagan e Tathcher contro migliori condizioni del lavoro e dei lavoratori), era stato creato con il sostegno della DG V della Commissio- ne Europea, ad opera di studiosi di cinque Paesi europei, un Network internazionale per la Promozione della salute nei luoghi di lavoro (European Network Workplace Health Promotion- ENWHP).
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A participatory model of multi-level partnership in the Tuscan Regional Health System
Guido Giarelli, Silvia Cervia, Linda Lombi
DOI: 10.48291/SISA.65.1.2
Un modello partecipativo di partnership multi-livelli nell’ambito del Sistema Sanitario Regionale Toscano
A participatory model of multi-level partnership in the Tuscan Regional Health System
DOI: 10.48291/SISA.65.1.2
Guido Giarelli 1, Silvia Cervia 2, Linda Lombi 3
1 Professore ordinario di Sociologia generale, Dipartimento di Scienze della Salute, Università “Magna Græcia”, Catanzaro
2 Ricercatrice in Sociologia dei processi culturali, Dipartimento di Scienze Politiche, Università di Pisa
3 Ricercatrice in Sociologia generale, Dipartimento di Scienze della Formazione, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Parole chiave: partecipazione, medicina partecipativa, partnership multilivelli, formazione-ricerca-azione, governance comunitaria per la salute
RIASSUNTO
Obiettivi: dopo aver delineato il nuovo scenario che l’emergere della “Medicina delle 4 P” delinea per la partecipazione dei cittadini in sanità, in particolare per quanto riguarda la cosiddetta “Medicina partecipativa”, viene presentato un modello di partnership multilivelli finalizzato ad un approccio sociologicamente comprensivo articolato ai tre livelli micro-meso-macro e potenzialmente in grado di ovviare ai rischi che la retorica dell’empowerment può comportare.
Metodi: sulla base di una ricostruzione storica dell’evoluzione del sistema di partecipazione della Regione Toscana in ambito sanitario, viene quindi presentato il progetto di formazione-ricerca-azione partecipata in corso di realizzazione orientato a favorire processi di autoapprendimento organizzativo e a potenziare il ruolo di stewardship dell’Ente pubblico nei processi di governance comunitaria per la salute. Risultati: il progetto di formazione-ricerca-azione partecipata è attualmente in corso di realizzazione nelle forme di partnership multilivelli messe in campo nella Regione Toscana descritte, i cui risultati sarà interessante analizzare al termine della sperimentazione.
Key words: participation, participatory medicine, multi-level partnerships, training-research-action, community governance for health
SUMMARY
Objectives: after outlining the new scenario that the emergence of the “Medicine of the 4 P” entails for the participation of citizens in healthcare, in particular with regard to the so-called “Participatory Medicine”, a model of multi-level partnership is presented aimed at a sociologically comprehensive approach articulated at the three micro-meso-macro levels and potentially able to obviate the risks that the rhetoric of empowerment can entail.
Methods: on the basis of a historical reconstruction of the evolution of the participation system of the Tuscany Region in the health sector, the project of participatory training-research-action in progress is then presented, aimed at favoring organizational self-learning processes and strengthening the stewardship role of the public institution in community governance processes for health.
Results: the project of participatory training-research-action is currently being implemented in the forms of multi-level partnerships implemented in the Tuscany Region described, the results of which will be interesting to analyze at the end of the experimentation.
Autore per corrispondenza: giarelli@unicz.it
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Promoting movement at school: Irish good practice implementation in Italy
Paola Ragazzoni, Claudio Tortone, Susanna Dal Rio, Patrizia Venesia, Simonetta Lingua, Vincenzo Rubino, Anna Motta, Anna Maria Capra, Sara Coccolo, Antonella Bena
DOI: 10.48291/SISA.65.1.3
Promuovere il movimento a scuola: la trasferibilità di una Buona Pratica Irlandese in Italia
Promoting movement at school: Irish good practice implementation in Italy
DOI: 10.48291/SISA.65.1.3
Paola Ragazzoni 1, Claudio Tortone 1, Susanna Dal Rio 2, Patrizia Venesia 3, Simonetta Lingua 1, Vincenzo Rubino1, Anna Motta 4, Anna Maria Capra 5, Sara Coccolo 5, Antonella Bena 1
1 Dors, Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute, ASL TO3, Regione Piemonte
2 Istituto comprensivo Centro Storico Moncalieri
3 Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini, Torino
4 Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte 5Ufficio Scolastico Territoriale, Torino
Parole chiave: scuola primaria, attività fisica, buona pratica, trasferibilità, promozione della salute
RIASSUNTO
Introduzione: presentiamo qui i risultati di un percorso di implementazione di una Buona Pratica Irlandese in Italia, il programma Active School Flag, nell’ambito della Joint Action Chrodis Plus, finanziata dalla Comunità Europea (Health Programme 2014-2020). Nonostante i benefici di uno stile di vita attivo siano ben documentati da tempo in letteratura, gli ultimi dati di Okkio alla Salute (2016) evidenziano come in Piemonte solo 1 bambino su tre raggiunga i livelli di attività fisica raccomandati per l’età, mentre 1 bambino su 7 (15%) risulta fisicamente non attivo, soprattutto tra le femmine. Dal momento che vi è evidenza che i modelli comportamentali acquisiti in età evolutiva tendono a trasformarsi in abitudini nell’età adulta, diventa fondamentale favorire nei bambini e negli adolescenti stili di vita attivi.
Obiettivi: gli obiettivi del percorso di trasferimento della Buona Pratica ASF nel contesto italiano (in due scuole identificate su base volontaria al termine di un percorso formativo regionale) sono quelli di introdurre nelle due scuole alcune attività del programma ASF e analizzare e riflettere sulle condizioni di implementazione e sulla trasferibilità e possibilità di diffusione su ampia scala.
Metodi: l’implementazione è stata realizzata secondo un protocollo identificato e condiviso durante la Joint Action Europea Chrodis Plus con diversi passaggi. Il programma irlandese Active School Flag, finalizzato alla promozione dell’attività fisica nei bambini dai 5 ai 18 anni attraverso lo sviluppo di una comunità scolastica “educata” al movimento, si è ispirato ad altre esperienze europee e internazionali. Risultati: le due scuole implementatrici hanno introdotto una serie di attività nella routine scolastica (pause attive in classe, intervalli all’aperto con attività di movimento, risveglio muscolare e corsa mattutina, compiti a casa di movimento, partecipazione a eventi locali di promozione dell’attività fisica), una scuola ha organizzato la settimana attiva (7-10 May #ASW19) in gemellaggio con una scuola irlandese ed infine entrambe le scuole hanno inserito l’attività fisica nei documenti di policy scolastica. Le insegnanti intervistate al termine della implementazione (settembre 2018- febbraio 2020) hanno trovato le attività facili da introdurre nella routine scolastica e ben gradite ai bambini che, dopo averle realizzate in classe, si mostrano più attenti e collaborativi durante le lezioni.
Conclusioni: elementi chiave per il successo della trasferibilità e della sua sostenibilità nel tempo sono stati: la presenza di un metodo di implementazione strutturato e basato su strumenti e metodi validati, il coinvolgimento e la motivazione dei decisori istituzionali (Ufficio Scolastico Regionale e Provinciale e Dirigenti Scolastici), l’inserimento del percorso in una cornice regionale più ampia (Protocollo d’intesa Regione Piemonte con Ufficio Scolastico Regionale), la creazione di una specifica policy scolastica sul tema, la strategia comunicativa e di knowledge exchange tra il gruppo che ha inizialmente realizzato e proposto la pratica e il gruppo locale di implementazione. Sono al momento in fase di valutazione le possibilità di prosecuzione e trasferibilità ad altre scuole e ad altre regioni italiane delle attività realizzate.
Key words: primary school, phisical activity, good practice, transferability, health promotion SUMMARY
Introduction: we present findings from the use of the implementation framework developed in CHRO- DIS-PLUS Joint Action wich has received funding from the European Union, in the framework of the Health Programme (2014-2020). In this Joint Action we transferred an Irish intervention, Active School Flag, identified previously as Good Practice and aimed at promoting physical activity in school aged children, in the Italian school context. According to a survey conducted in 2016 (Okkio alla Salute Sur- vey) in selected schools of Piedmont Region (Italy), about 1 in 7 children (15%) are physically inactive, more females than boys. Only 1 in 3 children have a recommended level of physical activity for their age, although the benefits for children of being physically active are well documented in literature. The acquisition of active behavioral models during childhood and adolescence tends to make these behaviors regular in adulthood and Public health interventions in schools are key elements due to the large number of children reached. |
Objectives: The objectives of the transfer path of the ASF in the Italian context are to introduce some ac- tivities of the ASF program in two schools of Piedmont Region (schools identified on a voluntary basis at the end of a regional training course) and to analyze and reflect on the implementation conditions and on transferability and the possibility of widespread dissemination. |
Methods: the implementation process was carried out according to a protocol identified and shared during the European Joint Action Chrodis Plus with several steps. |
The Active School Flag (ASF) is an Irish nationwide initiative focused on supporting a whole school ap- proach to enhance levels of physical activity for children through developing a physically active and phys- ically educated school community. The ASF mirrors other “active school” models operating throughout Europe and internationally. Schools are recruited to the program by invitation and, once engaged with the program, they are supported on a program of action planning and self-evaluation. |
Results: the two implementers schools introduced new activities into the daily school routine, such as active class breaks, active outdoor breaks, The Daily Mile programme, active homework, children and families participation at local sport events; one school organized an Active School Week (7-10 May #ASW19) pairing with an Irish school and both the implementer schools embedded physical activity into school policy documents. From the qualitative point of view, the two school Principals enhanced and supported the programme, the participating teachers find the ASF process easy and feasible and report that children were more attentive and collaborative during lesson, enjoyed the activities and those with disability showed improved motor coordination. |
Conclusions: key elements for future implementation, sustainability and replicability were: a structured implementation method based on validated tools and methods, the involvement and motivation of insti- tutional decision makers (Regional and Provincial School Offices and School Principals) , the inclusion of the path in a wider regional framework and the creation of a specific school policy on the subject, the com- munication and knowledge exchange strategy between the group that initially created and proposed the practice and the group local implementation. The possibilities of continuing and generalizing the activities to other schools and other Italian regions are currently under evaluation. Autore per corrispondenza: paola.ragazzoni@dors.it |
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The Patient, family and community centred care model: the study and the experience of the Healthcare Trust of the Autonomous Province of Trento
Ilaria Simonelli, Renata Brolis, Annamaria Guarnier, Rolando Bergamo, Enrico Nava, Eugenio Gabardi
DOI: 10.48291/SISA.65.1.4
Il Modello di cura centrata sul paziente, sulla famiglia e sulla comunità: lo studio e l’esperienza dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento
The Patient, family and community centred care model: the study and the experience of the Healthcare Trust of the Autonomous Province of Trento
DOI: 10.48291/SISA.65.1.4
Ilaria Simonelli 1, Renata Brolis 2, Annamaria Guarnier 3, Rolando Bergamo 4, Enrico Nava 5, Eugenio Gabardi 6
1 Sociologa della Salute, Dipartimento di Governance, Servizio Integrazione socio-sanitaria, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (Progettazione e Realizzazione della Revisione, supporto alla strategia aziendale, stesura articolo)
2 Direttore, Servizio Professioni Sanitarie Area Cure Primarie, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Trento – Coordinatore dell’Integrazione Ospedale Territorio (Progettazione e realizzazione della strategia aziendale, revisione articolo)
3 Responsabile Servizio Governance processi di assistenza e riabilitazione, Dipartimento di Governance, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (Progettazione e realizzazione della strategia aziendale, revisione articolo)
4 Responsabile Servizio Integrazione socio-sanitaria, Dipartimento di Governance, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (Collaborazione e supporto alla strategia aziendale, revisione articolo)
5 Direttore, Direzione Integrazione Socio-sanitaria, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (Validazione strategia aziendale e validazione articolo)
6 Direttore, Dipartimento di Governance, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (Validazione strategia aziendale e validazione articolo)
Parole chiave: strategia, modello, patient centred care
RIASSUNTO
Obiettivi: Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari lavora da sempre per garantire la soddisfazione dell’utenza e alti livelli di qualità all’interno dei propri servizi. In questi anni sono state realizzate importanti iniziative coerenti con l’approccio di Patient Centred Care (PCC). E’ stata avviata recentemente una progettazione aziendale per sistematizzare tutte le iniziative già in atto mettendo a fuoco una Strategia Aziendale ed un Modello unici per tutta la comunità.
Metodi: è stata svolta una revisione delle prassi presenti in Azienda, una Revisione sistematica della letteratura su fonti pre-appraised ed un confronto con URP sui reclami pervenuti in Azienda per verificare il livello di soddisfazione dell’utenza rispetto alle singole iniziative PCC già presenti.
Risultati: è emersa coerenza tra le azioni APSS e le strategie internazionali e nazionali in questo ambito, nonché un capitale professionale e di esperienze che hanno soddisfatto l’utenza e che possono costituire una base forte per il Modello e la Strategia aziendale futura.
Conclusioni: APSS potrà procedere nella valutazione degli elementi strutturali, di processo, programmatori da attivare per realizzare la propria Strategia, essendo fondata su evidenze e prassi consolidate.
Key words: strategy, model, patient centred care
SUMMARY
Objectives: the Healthcare Trust of the Autonomous Province of Trento (APSS) has always worked to ensure user satisfaction and high levels of quality within its services. In recent years, important initiatives have been carried out that are consistent with the Patient Centered Care (CCP) approach. A corporate planning has recently been launched to systematise all the initiatives already in place by focusing on a unique Strategy and Model for the whole community.
Methods: a review of the practices present was carried out, a systematic review of the literature on pre-appraised sources and a comparison with URP on complaints to verify the level of user satisfaction was carried out.
Results: consistency between APSS actions and international and national strategies in this area have emerged, as well as a professional and experience capital that has satisfied the users and that can form a strong basis for the Model and future Business Strategy.
Conclusions: APSS will be able to proceed with the evaluation of the structural, process and programming elements to be activated in order to implement its own Strategy, being based on consolidated evidence and practices.
Autore per la corrispondenza:ilaria.simonelli@apss.tn.it
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New technologies between risks and opportunities: the outcomes of Prox-Experience evaluation
Carlotta Di Bari, Alice Scavarda, Franca Beccaria
DOI: 10.48291/SISA.65.1.5
Le nuove tecnologie tra rischi e opportunità: gli esiti della valutazione di Prox-Experience
New technologies between risks and opportunities: the outcomes of Prox-Experience evaluation
DOI: 10.48291/SISA.65.1.5
Carlotta Di Bari 1, Alice Scavarda 2, Franca Beccaria 3
1 Department of Health Promotion, University of Maastricht, NL
2 Eclectica Istituto di ricerca e formazione/ Università di Torino
3 Eclectica Istituto di ricerca e formazione
Parole chiave: tecnologie, rischi, opportunità
RIASSUNTO
L’articolo presenta i risultati della valutazione del progetto di prevenzione della dipendenza da Internet: “Prox Experience Social & Technology”, avviato nel 2015 dal Dipartimento delle Dipendenze Patologiche della Città di Torino. L’obiettivo della valutazione era identificare i messaggi recepiti dai ragazzi, studenti del liceo, alla luce di quanto veicolato dagli operatori nell’ambito delle attività di laboratorio e di classe e veri- ficare eventuali cambiamenti negli atteggiamenti e nella percezione delle norme sociali. Sono stati utilizzati metodi qualitativi, partecipativi e creativi, in linea con la metodologia utilizzata nel contesto d’intervento, quali la foto-elicitazione e l’utilizzo della helping hand. L’analisi dei questionari somministrati agli studenti e delle attività proposte mostra i vantaggi dell’utilizzo di strumenti attivi e partecipativi in ambito educativo rispetto al metodo frontale. La combinazione di informalità e formalità ha aumentato la concentrazione e la partecipazione della classe e ha favorito l’interiorizzazione dei messaggi veicolati, relativi all’importanza di tutelare la privacy e di ridurre il tempo trascorso online. È inoltre rilevabile un cambiamento nelle norme sociali percepite, in particolare per quanto riguarda l’uso delle tecnologie in un contesto sociale.
Key words: new technologies, risks, opportunities
SUMMARY
The paper illustrates the results of the evaluation of the project: “Prox Experience Social & Technology”, about the prevention of Internet addiction. The project has been promoted by the Department of Addi- ctions of the Turin Municipality in 2015. The aim of the evaluation was to identify the messages received by the recepients, high school students, in the light of what has been conveyed during the workshop and to verify possible changes in the students’ attitudes and in their perception of social norms. We used qualitative participatory and creative methods to carry out the evaluation, consistent with the methodology applied in the workshop activities, like photo-elicitation and helping hand. The analysis of the survey to students and of the qualitative evaluation highlights the advantages of the use of active and participatory methods in edu- cation. The combination of informality and formality intensified the concentration and the participation of the class and promoted the internalisation of the conveyed messages, related to the importance of protecting the privacy of data and of limiting time online. Furthermore, results show a change in the perceived social norms, particularly as far as the use of technology in a social context is concerned.
Autore per la corrispondenza: alice.scavarda@unito.it
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Perinatal Psychology: The group as an intervention tool, the experience of the Zona/Distretto Piana di Lucca Consultorio
Patrizia Fistesmaire, Margherita Sergiampietri, Luigi Rossi
DOI: 10.48291/SISA.65.1.6
Psicologia Perinatale: il gruppo come strumento di intervento, l’esperienza del Consultorio della Zona/Distretto Piana di Lucca
Perinatal Psychology: The group as an intervention tool, the experience of the Zona/Distretto Piana di Lucca Consultorio
DOI: 10.48291/SISA.65.1.6
Patrizia Fistesmaire 1, Margherita Sergiampietri 2, Luigi Rossi 3
1 Dirigente Psicologa, perfezionata in Psicologia perinatale e Responsabile di UF Consultoriale Piana di Lucca
2 Psicologa e Psicoterapeuta sistemico familiare presso la coop. C.T.C.Di.Re.
3 Direttore di Zona Distretto Piana di Lucca
Parole chiave: psicologia perinatale, consultorio, gravidanza, depressione post-parto
RIASSUNTO
Premessa: nella società contemporanea, la gravidanza rappresenta un periodo molto delicato perché richiede la formulazione di nuovi assetti e adattamenti della vita personale e familiare che mutano l’equilibrio preesistente. Spesso le future madri e le neomamme provano disagio ed imbarazzo nel confidare i propri timori agli altri, persino ai propri partner, e questo può sfociare nella chiusura in se stesse e nell’isolamento. Quindi, il percorso che porta alla maternità risulta essere un momento critico, ricco di cambiamenti, da dover prendere in considerazione in ottica preventiva, creando occasioni di ascolto, accoglienza e supporto. È proprio a partire da questa considerazione che sorge la necessità di incrementare differenti risorse e di sviluppare una rete di sostegno che supporti in maniera adeguata le donne e le nuove famiglie. Il Consultorio della Z/D Piana di Lucca, per rispondere a questo bisogno, si è attivato insieme al Comune di Lucca nel rafforzare ulteriormente l’offerta di percorsi di accompagnamento alla nascita, aderendo al Progetto “Lucca In – Interrelazioni in natura contro la povertà”.
Obiettivi: l’equipe di lavoro, formata dalla responsabile del Consultorio e dalla psicologa della cooperativa C.T.C.Di.Re., si è adoperata alla creazione di un percorso di sostegno psicologico per donne in attesa che le accompagnasse fino al primo anno di vita del nascituro. L’ipotesi iniziale è stata la formazione di un gruppo che potesse svolgere una funzione di contenimento delle ansie e delle preoccupazioni nei confronti della maternità e che potesse rappresentare un punto di riferimento stabile per la costruzione di uno stato di benessere. Gli obiettivi principali sono stati: 1) essere un involucro di protezione per le situazioni di fragilità (come ad esempio il baby blues o la depressione post parto) attraverso momenti di scambio e creando un clima di fiducia, di vicinanza e di supporto interpersonale; 2) dedicarsi alla presa in carico psicologica, facendo sentire le future madri parte di una comunità che tutela i loro diritti e quelli dei loro bambini, al fine di eliminare il senso di smarrimento e isolamento che accompagna solitamente gravidanza e maternità.
Metodi: sono stati attivati tre gruppi all’interno del progetto che ha preso il nome di “Te lo dico di pancia”. Il percorso ha accompagnato le donne a partire dal quarto mese di gravidanza fino al primo anno di vita del bambino. I gruppi erano composti da circa quindici donne ciascuno e sono stati delineati per età, numero di gravidanza, luogo di nascita e residenza, titolo di studio ed occupazione, sottolineando l’eterogeneità del campione. Le emozioni ed i pensieri verbalizzati dalle donne sono stati monitorati durante l’esperienza di gruppo e sono stati riportati come indicatori dei processi di cambiamento avvenuti nell’arco di tempo dalla gravidanza alla maternità.
Conclusioni: dall’elaborato emergerà che: 1) i gruppi di condivisione hanno favorito il confronto e la diffusione di informazioni aiutando le future madri a vivere gravidanza e maternità con maggior consapevolezza dei propri processi di evoluzione fisica, psicologica, emotiva e relazionale; 2) la condivisione di pensieri e sensazioni negli incontri precedenti al parto ha creato relazioni intime tra le partecipanti. Infatti, nel corso del tempo si è andata a creare una vera e propria rete amicale che ha fatto da tramite per la ripresa del percorso dopo le nascite, stimolando anche le neomamme ad affrontare i propri timori.
Key words: perinatal psychology, counseling, pregnancy, motherhood
SUMMARY
Background: pregnancy in contemporary society represents a very delicate period because it requires the development of new arrangements and adaptations of both personal and family life that change the pre-existing balance. Often, future mothers and new mothers experience discomfort and embarrassment in confiding their fears to others, even to their partners, and this can lead to withdrawal and isolation. Therefore, the path that leads to motherhood is a critical moment, full of changes which must be considered in a preventive manner, by creating opportunities for listening, welcoming and support. Following this consideration, the need arises to increase different resources and develop a support network, that adequately supports women and new families. In order to respond to this need, the Z/D Piana di Lucca Consultorio, together with the Municipality of Lucca, was activated to further strengthen the offer of childbirth preparation courses, by joining the “Lucca In – Interrelations in nature against poverty” project.
Objectives: the work team, formed by the head of the Consultorio and the psychologist of the C.T.C.Di. Re. cooperative, worked to create a course of psychological support for pregnant women to accompany them up to the first year of their child’s life. The initial hypothesis was the formation of a group that could perform a function of containing anxieties and concerns regarding motherhood and that could represent a stable reference point for the establishment of a state of well-being. The main objectives were: 1) being a protective shell for situations of frailty (such as baby blues or postpartum depression) through moments of exchange and by creating an atmosphere of trust, closeness and interpersonal support; 2) taking psychological care of yourself, thus making future mothers feel part of a community that protects their rights and those of their children, in order to eliminate the sense of loss and isolation that usually accompanies pregnancy and motherhood.
Methods: three groups were activated within the project which took the name of “Te lo dico di pancia”. The path has accompanied women from the fourth month of pregnancy to the first year of the child’s life. The groups consisted of about fifteen women each and were outlined by age, pregnancy number, place of birth and residence, educational qualification and occupation, underlining the heterogeneity of the sample. The emotions and thoughts recorded by the women were monitored during the group experience and were reported as indicators of the processes of change that occurred over time from pregnancy to motherhood.
Conclusions: from the paper it will emerge that: 1) the sharing groups have facilitated the comparison and the dissemination of information by helping future mothers to live pregnancy and motherhood with greater awareness of their physical, psychological, emotional and relational evolution processes; 2) the sharing of thoughts and feelings in the pre-birth encounters created intimate relationships between the participants. In fact, over time it has gone on to create a real friendship network that has acted as an intermediary for the resumption of the path after birth, also stimulating new mothers to face their fears.
Autore per corrispondenza: margheritasergiampietri@hotmail.com
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Integrating medicine and psychology against SARS-CoV-2
Anna Giulia Bottaccioli, David Lazzari, Francesco Bottaccioli
DOI: 10.48291/SISA.65.1.7
Integrare medicina e psicologia contro SARS-CoV-2
Integrating medicine and psychology against SARS-CoV-2
DOI: 10.48291/SISA.65.1.7
Anna Giulia Bottaccioli 1, David Lazzari 2, Francesco Bottaccioli 3
1 Medico specialista in medicina interna, Università dell’Aquila e di Torino; Società Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia, Roma; Università “Vita e Salute” San Raffaele, Milano; Medicina Interna, Clinica San Marco, Latina.
2 Psicologo psicoterapeuta, Presidente del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi, Roma; Università dell’Aquila e di Torino; Unità operativa complessa di Psicologia Ospedale S. Maria, Terni; Società Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia, Roma.
3 Psicologo neurocognitivo e filosofo della scienza, Università dell’Aquila e di Torino; Società Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia, Roma.
Parole chiave: psiconeuroendocrinoimmunologia, covid-19, equilibrio immunitario, stato mentale e immunità, cura integrata
RIASSUNTO
Obiettivi: la pandemia Covid-19, che coinvolge anche le nazioni più ricche e tecnologicamente avanzate, che sperimentano inedite esperienze di mortalità, di paura ed isolamento sociale, per le difficoltà che incontrano i servizi sanitari e per l’incertezza sulla sua evoluzione e sulle sue ricadute economiche su scala globale, richiede un approccio innovativo.
Metodi: l’esame delle pluridecennali evidenze scientifiche e cliniche sulle relazioni tra stati mentali ed efficienza del sistema immunitario, documenta che paura, isolamento, condizioni di stress cronico indebolisco- no la resistenza all’infezione da SARS-CoV-2.
Conclusioni: è richiesto un cambiamento nella prevenzione e nella cura dell’infezione, basato sull’integrazione delle scienze e delle professioni biomediche e psicologiche. Al riguardo, l’Italia può mettere in campo decine di migliaia di psicologi e psicoterapeutiche, in quanto operatori sanitari, possono essere impiegati, a fianco della medicina del territorio e ospedaliera, nelle cure primarie e nella promozione della resilienza dei cittadini e degli stessi operatori sanitari.
Key words: psychoneuroendocrineimmunology, covid-19, immune equilibrium, immunity and mental state, integrated care
SUMMARY
Objectives: the Covid-19 pandemic – due to its impact on the wealthiest and most technologically advanced nations, which are experiencing unprecedented experiences of mortality, fear and social isolation, to the difficulties faced by health services and to the uncertainty regarding the evolution of the pandemic and its economic repercussions on a global scale – requires an innovative approach.
Methods: we review decades of scientific and clinical evidence on the relationship between mental states and immune system efficiency, that plausibly weaken the resistance to SARS-CoV-2 infection.
Conclusions: need a change in the prevention and treatment of the infection, based on the integration of biomedical and psychological sciences and professions. Italy can deploy tens of thousands of psychologists and psychotherapists who, as health workers, could be employed, alongside local and hospital medicine, in primary care and in promoting the resilience of citizens and health workers themselves.
Autore per corrispondenza: annagiulia.bottaccioli@gmail.com
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Reflections on the relationship between psychopathology and natural disasters at the age of Covid
Marco Grignani
DOI: 10.48291/SISA.65.1.8
Riflessioni sui rapporti tra psicopatologia e catastrofi naturali nell’età del Covid
Reflections on the relationship between psychopathology and natural disasters at the age of Covid
DOI: 10.48291/SISA.65.1.8
Marco Grignani
Direttore Struttura Complessa Salute Mentale Assisano Media Valle del Tevere, Dipartimento Salute Mentale USL Umbria 1
Parole chiave: pandemia, catastrofi, meccanismi di difesa, PTSD, angoscia, approccio one health
RIASSUNTO
Obiettivi: l’articolo si propone di studiare le differenze nelle difese psicologiche, nei sistemi di cura e nella prevenzione delle condizioni di sofferenza che emergono durante le catastrofi naturali e nella pandemia Covid 19.
Metodi: si esaminano le diverse situazioni attraverso una breve disamina della letteratura, considerazioni provenienti dalla esperienza personale e dalle idee di altri autori.
Risultati: si mette in evidenza come le catastrofi dovute a eventi naturali comportino meccanismi di difesa legati ai tentativi di espulsione dell’esperienza, mentre i vissuti connessi con la pandemia siano caratterizzati essenzialmente dall’emergere di angosce provenienti dal mondo interno dei soggetti.
Conclusioni: sono proposti differenti modelli di intervento e, in particolare, segnalando come in entrambe le situazioni sia importante l’approccio dialogico. Nel caso della pandemia la salute mentale deve essere affrontata all’interno di un approccio “One Health”, insieme ad altre linee metodologiche, con l’apporto di specialisti di varie discipline, non solo mediche e psicologiche.
Key words: Covid 19 Pandemic, Catastrophes, defense mechanisms, PTSD, anxiety, “one health” approach
SUMMARY
Objectives: the article aims to study differences in psychological defenses, in systems of treatment and in prevention interventions in suffering conditions emerging during natural disasters or arising from the Co- vid-19 pandemic.
Methods: the different situations are considered through a brief examination of the literature, considerations from personal experience and ideas of other authors.
Results: it is highlighted how catastrophes due to natural events involve defense mechanisms linked to attempts to expel the experience, while the experiences connected with the pandemic are essentially characterized by the emergence of anxieties coming from the internal world of the subjects.
Conclusions: different models of intervention are proposed. It is pointed out how the dialogic approach is important in both situations. In the case of the pandemic, mental health must be faced within a “One Health” approach together with other methodological lines and with the contribution of specialists from various disciplines, not focusing only on medical and psychological ones.
Autore per corrispondenza: marco.grignani@uslumbria1.it
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Relevance of social cooperation in job placement of people with mental disorder. A comprehensive framework
Roberto Mezzina, Paolo Da Col
DOI: 10.48291/SISA.65.1.9
Valore e rilevanza della cooperazione sociale nell’inserimento socio-lavorativo delle persone con disturbo mentale. Un quadro complessivo
Relevance of social cooperation in job placement of people with mental disorder. A comprehensive framework
DOI: 10.48291/SISA.65.1.9
Roberto Mezzina*, Paolo Da Col**
*già Direttore DSM – Centro Collaboratore OMS di Trieste, Chair International Mental Health Collaborating Network
** Responsabile Nazionale Centro Studi CARD – già Direttore di Distretto e Direttore Sanitario Azienda Sanitaria di Trieste
Parole chiave: inserimento lavorativo, cooperazione sociale, impresa sociale, economia sociale
RIASSUNTO
Introduzione: la cooperazione sociale rappresenta un’eccellente opportunità per le persone affette da disturbo mentale. Il lavoro che si crea al suo interno rappresenta a tutti gli effetti uno dei più potenti strumenti di (ri)abilitazione, di inclusione sociale e di sviluppo umano. Esso è riconosciuto internazionalmente come un diritto umano e come determinante di salute.
Obiettivi: scopo della rassegna è presentare, all’interno dei diversi quadri teorici, normativi ed economici di riferimento, il ruolo ed il valore delle Cooperative Sociali quali strumenti e risorse essenziali nei percorsi di salute, nelle pratiche terapeutico-riabilitative a favore delle persone con disturbo mentale e altre forme di svantaggio sociale.
Metodi: vengono illustrati dati, riferimenti della letteratura, leggi per valutare quale sia il loro rapporto con l’efficacia della riabilitazione professionale e dell’inserimento lavorativo, con le relative implicazioni sanitarie e legali.
Risultati: l’esame delle evidenze internazionali, delle leggi italiane, delle esperienze delle persone e delle pratiche nate e progredite a Trieste forniscono un quadro complessivo che conferma il valore dell’impresa sociale quale rilevante strumento positivo per lo sviluppo umano e nella ripresa-guarigione (“recovery”).
Conclusioni: in una prospettiva di approccio globale, unitario (“whole life approach”), l’attività dell’impresa sociale, combinata con l’ingaggio della comunità e la coproduzione di servizi, deve diventare una pratica diffusa, sorretta da una legislazione ad hoc e da politiche appropriate ed efficaci.
Key words: Job placement, social co-operation, social enterprise, social economy
SUMMARY
Introduction: social cooperation represents an excellent opportunity for people with mental disorder. The work that is created within it represents in all respects one of the most powerful tools for (re)habilitation, social inclusion and human development. It is internationally recognized as a human right and as a deter- minant of health.
Objectives: the purpose of the review is to present, within the various theoretical, regulatory and economic frameworks of reference, the role and value of Social Cooperatives as essential tools and resources in health care, in therapeutic-rehabilitative practices in favour of people with mental disorder and other forms of social disadvantage.
Methods: data, literature references, laws are illustrated to assess their relationship with the effectiveness of vocational rehabilitation and job placement, with the related health and legal implications.
Results: the examination of international evidence, Italian laws, people’s experiences and good practices born in Trieste provide an overall framework that confirms the value of the social enterprise as an important positive tool for human development and recovery.
Conclusions: in a perspective of a global, unitary approach (“whole life approach”), the activity of the social enterprise, combined with the engagement of the community and the co-production of services, should become a widespread practice, supported by ad-hoc legislation and by appropriate and effective policies.
Autore per corrispondenza: romezzin@gmail.com
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