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Indice
In questo numero la seconda parte della Monografia Primary Health Care, lavoro coordinato congiuntamente da Mara Morini (SItI), e Fulvio Lonati, presidente dell’Associazione APRIRE. Sono passati più di 40 anni dalla dichiarazione di Alma Ata del 1978, che delineava la Primary Health Care (PHC) come strategia di politica sanitaria per rendere universalmente accessibili i servizi sanitari essenziali e migliorare lo stato di salute di tutta la popolazione.
“Ad oggi siamo palesemente in un momento critico con davanti anni difficili, dove le risorse già si evidenziano incerte e insufficienti per rinsaldare il nostro Servizio Sanitario pubblico ed universale, dopo troppi anni di politiche sanitarie che hanno dato priorità a un sistema di cure specialistiche a discapito della sanità territoriale. Ma questa è la sfida e la lotta che deve raccogliere chi opera e crede nella sanità pubblica.
Il nostro sforzo editoriale di trattare la PHC, e di farlo con il contributo delle giovani generazioni di futuri dirigenti del SSN, deriva da una consapevolezza: solo una reale e diffusa conoscenza dei principi che guidano la PHC con l’applicazione delle strategie che l’accompagnano può marcare la differenza nel prossimo futuro e consentire la sostenibilità del “sistema salute””.
“Il processo di transizione verso un Servizio Socio-Sanitario Nazionale adeguatamente strutturato nella sua componente territoriale è ostacolato anche dal fatto che mancano professionisti formati per operare in equipe multiprofessionali con una visione e con competenze-esperienze ancorate ai quadri teorici, metodologici ed agli strumenti adeguati al lavoro “territorializzato”. Risulterebbe pertanto necessario attivare diffusamente, e che il contesto universitario ne diventi protagonista, percorsi di ricerca-formazione-intervento orientati alla interprofessionalità, alla intersettorialità, all’integrazione ed alla partecipazione comunitaria, centrati al trasferimento dei quadri teorico-metodologici nel quotidiano di lavoro e di vita dei professionisti dei servizi e dei pazienti”.
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Overcoming scientific and ethical reductionism
Paolo Vineis
DOI: 10.48291/SISA.66.4.1
OPEN ACCESS
DOI: 10.48291/SISA.66.4.1 Sistema Salute, 66, 4 2022: pp. 385-389
Al di là del riduzionismo scientifico e del riduzionismo etico
Overcoming scientific and ethical reductionism
Paolo Vineis
Professore ordinario di Epidemiologia Ambientale, Imperial College of London
Le incredibili sfide che il mondo moderno ci pone, a cominciare da quella climatica, mettono in evidenza i gravi limiti di alcuni dei sistemi di pensiero cui siano abituati da secoli. Dalla mia prospettiva, quella della “salute del pianeta”, il “male” oggi è la crisi ambientale che incombe su di noi. Sul piano scientifico disponiamo ormai di tutti i necessari strumenti diagnostici, e i nostri modelli predittivi ci consentono di stabilire con un grado elevato di accuratezza che ci cosa ci riserva il futuro. L’IPCC (il panel delle Nazioni Unite che rilascia periodicamente le stime sul grado di avanzamento del cambiamento climatico, sulle sue cause e sulle conseguenze) nel suo ultimo rapporto ha chiaramente descritto i diversi percorsi che ci si pongono di fronte: un percorso virtuoso, quello che può consentirci di raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi, e cioè un contenimento entro i 2 gradi C° entro il 2100. Il percorso opposto è invece quello su cui siamo avviati, in assenza di politiche incisive, ovvero un aumento previsto di almeno 3,5-4 gradi. Come ben sappiamo, il deficit non sta nelle capacità interpretative e predittive, ma nella decisione politica.
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Primary Health Care and Health District: regulatory, functional and application aspects
Elisa Gabrielli, Mara Morini
DOI: 10.48291/SISA.66.4.2
DOI: 10.48291/SISA.66.4.2 Sistema Salute, 66, 4 2022: pp. 390-406
Assistenza Primaria e Distretto socio-sanitario: aspetti normativi, funzionali e applicativi
Primary Health Care and Health District: regulatory, functional and application aspects
Elisa Gabrielli, Mara Morini
Elisa Gabriell, Medico in formazione specialistica in Igiene e Medicina preventiva
Alma Mater Studiorum, Università di Bologna
Mara Morini, Coordinatore Primary Health Care di SItI
Parole chiave: Distretto socio-sanitario, Assistenza Primaria, garanzia, integrazione, coordinamento
RIASSUNTO
Il Distretto è la macrostruttura organizzativa dell’Azienda Sanitaria, e quindi della Regione, deputata all’analisi dei bisogni di salute del territorio di riferimento, capace di tradurre, in programmazione e allocazione delle risorse, le risposte necessarie alle necessità dei cittadini, monitorarne l’andamento e valutarne i risultati.
Le funzioni del Distretto, da un punto di vista normativo, sono evolute dalla introduzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) del 1978, andando a comprendere produzione, governo, committenza, programmazione e garanzia nei riguardi dei cittadini, integrando la produzione propria di servizi con quella dei dipartimenti territoriali ed ospedalieri, dei servizi sociali, del privato accreditato, dell’associazionismo e del volontariato, in una logica che si fonda sul Health Needs Assessment, ovvero sulla conoscenza dei bisogni di salute, su cui si fonda tutta la programmazione dell’assistenza territoriale. Secondo queste indicazioni il Distretto socio-sanitario rappresenta da un punto di vista organizzativo, la concreta appli- cazione, nella realtà del nostro paese, dei principi fondanti la Primary Health Care, qui tradotta in Assistenza Primaria (AP). Elementi capaci di rispondere ad un contesto epidemiologico e sociale che vede l’Italia con una popolazione anziana in progressivo aumento, con un’alta aspettativa di vita, ma affetta per circa il 40% dei suoi residenti da almeno una patologia cronica e con molti anni vissuti non in buona salute nell’ultima fase della vita. Inoltre, si assiste alla crescita di nuclei monofamiliari, che faticano ad accompagnare e sostenere le persone anziane fragili, disabili e non autosufficienti nei loro percorsi di cura. A tutto ciò si associa una difficoltà di sostenibilità economica del sistema, che consuma il 70-80% delle risorse destinate al SSN per questa fascia di popolazione anziana.
Si delinea, in tale scenario, la necessità di un cambio di paradigma che consista nell’operare sui determinanti della salute; promuovere interventi di promozione e prevenzione della salute; individuare precocemente le fragilità e prenderle in carico in forma coordinata tra servizi e professionisti, al fine di rallentarne o anticiparne evoluzioni verso disabilità e non autosufficienza; implementare strategie di co-production e community building al fine di raccogliere tutte le energie del territorio.
In questa interpretazione si rafforza il ruolo chiave del Distretto, nella sua funzione di integrare, coordi- nare, garantire e governare l’assistenza territoriale e tutti gli attori coinvolti. Una necessità, sottolineata, nel difficile periodo della pandemia, come indispensabile, proprio per le differenze emerse in termini di maggiore capacità di risposta che hanno avuto le realtà regionali che hanno maggiormente puntato sullo sviluppo del Distretto, rispetto alle regioni con modelli sanitari prevalentemente “ospedalo-centrici”. Allo stato attuale, di grandi cambiamenti nella gestione della sanità territoriale, con importanti finan- ziamenti europei e un DM 77/2022 che introduce “Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel SSN”, risulta fondamentale riflettere sulla realtà organizzativa distrettuale, individuare le esperienze di successo, presenti in molte realtà regionali e coraggiosamente diffondere e sistematizzare in tutto il paese le migliori esperienze prodotte. Questa la difficile sfida che il nostro SSN dovrà affrontare nel prossimo futuro declinando in modo chiaro e lungimirante ruoli e responsabilità di ogni attore coinvolto nel sistema.
Key Words: Health District, Primary Health Care, guarantee, integration, coordination
SUMMARY
The Health District is an organizational unit of the Local Health Authority system. It is deputed to analyze the District healthcare needs, plan economic and technical healthcare resources, and monitor healthcare services, according to the “Health Needs Assessment” model.
From a regulatory perspective, the functions of the Health District have constantly evolved since it was established in 1978, and they currently include production, governance, purchasing, planning, guarantee towards citizens and integration between territorial and hospital healthcare services.
The Health District represents the practical application of the Primary Health Care founding principles and it can best respond to the peculiar Italian epidemiological and social setting. Given the progressive aging of the Italian population coupled with the increase in chronic diseases, the growth of small nuclear families that struggle to assist their sick elderly people and the rise in healthcare costs, a paradigm change is necessary to help move towards health promotion and disease prevention, as well as to implement strategies of healthcare co-production and community building.
In the current post-pandemic scenario and in consideration of the large European investments (PNRR), it is crucial for the Italian Health System to focus on the Health District organizational structure, and to identify and share its best practices in order to effectively respond to community social-clinical needs and improve the territorial healthcare services.
Autore per corrispondenza: elisa.gabrielli4@studio.unibo.it
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The House of Health and its role as education and research laboratory: the experience of HoH Le Piagge (Florence)
Chiara Milani
DOI: 10.48291/SISA.66.4.3
DOI: 10.48291/SISA.66.4.3 Sistema Salute, 66, 4 2022: pp. 407-424
La Casa della Salute come laboratorio di formazione e ricerca: l’esperienza della CdS Le Piagge (Zona Distretto Firenze)
The House of Health and its role as education and research laboratory: the experience of HoH Le Piagge (Florence)
Chiara Milani
Medica specialista in Igiene e Medicina Preventiva, Dipartimento di Scienze della Salute Università degli Studi di Firenze
Parole chiave: Casa della Salute, Cure primarie, formazione multidisciplinare, ricerca-azione
SOMMARIO
La Casa della Salute Le Piagge, una delle 3 CdS attive della Zona Distretto di Firenze, AUSL Toscana Centro, ospita fin dal 2019 una sperimentazione di un modello di cura e di salute che tende ai principi della PHC comprehensive. Il legame tra Azienda USL TC e Università degli Studi di Firenze e il tempo e le competenze di giovani medici di medicina generale e altri professionisti della struttura hanno permesso di dar vita ad un progetto di ricerca – azione che ha coinvolto giovani ricercatori e studenti universitari in esperienze di ricerca e di formazione.
Il presente lavoro descrive alcune di tali esperienze che hanno coinvolto studenti/studentesse e giovani professionisti in lavori di tesi con l’obiettivo di mettere in luce l’interconnessione tra università e servizi territoriali aziendali e tra studenti, ricercatori e professionisti che lavorano nei servizi nella riorganizzazione e sostenibilità degli stessi.
Si tratta di un processo tuttora in corso che tende all’approccio della Ricerca Azione Partecipata, coin- volgendo le persone che lavorano, vivono e studiano nel territorio della CdS e utilizza strumenti metodologici di ricerca quantitativa e qualitativa.
I lavori si focalizzano sui seguenti temi: strumenti di analisi e conoscenza dei bisogni di salute della popolazione; mappatura delle realtà non istituzionali che concorrono a promuovere la salute nel territorio; approfondimento delle relazioni tra le varie figure professionali nella costruzione di pratiche di lavoro in equipe, a cui si è associato un approfondimento sul modello di accoglienza e presa in carico dei bisogni; analisi dell’importanza e del ruolo degli spazi esterni della CdS e di come utilizzarsi per promuovere la pratica di attività fisica.
La CdS può assumere funzione di laboratorio permanente di sperimentazione, formazione, ricerca e di costruzione di pratiche che integra sia il livello istituzionale, relazionale e interpersonale che gli ambiti di formazione, ricerca, organizzazione e gestione, richiedendo tuttavia un percorso continuo di analisi, implementazione, valutazione, monitoraggio che coinvolge operatori sanitari e sociali, studenti e ricercatori e la comunità tutta. Tale processo è necessario alla costruzione e sostenibilità stessa del modello di Casa della Salute/Comunità.
Key Words: House of Health, Action-research, Multidisciplinary education, Primary health care
SUMMARY
In the Florence Health District (Tuscany, Italy), the primary care network includes three operating Houses of Health (HoHs): the HoH Le Piagge presents the most advanced process of health and social service integration and provides experimentation of new models of collaborative practice.
Since 2019, the connection between the Local Health Unit, the University of Florence and health professionals (HPs) from different services – in particular the GPs working in the HoH – promoted a new project of action-research, which involved students in research and education experiences.
The present work describes some of these experiences – realized or in progress – at the HoH Le Piagge, involving students and young HPs in research and thesis works. It aims to enhance the existing link with university and local health services, students, researchers and HPs in experimentation and sustainability of new working practices.
The project is designed and conducted with the active participation of people who live, work or study in the community supplied by the HoH. Both quantitative and qualitative methodologies were used. The included research and thesis works involve the following research themes: the instruments of knowledge and analysis of population health needs; the context analysis and the detailed mapping of the associations and volunteering groups operating on the field in health promotion practices; the investigation of HPs and social workers perceptions about multidisciplinary teamwork and team approach in the HoH, including the analysis of health needs reception; the analysis of outdoor spaces of the HoH and their relevance in the promotion of physical activity.
In the HoH, the institutional and management functions integrate with research and educational projects. Therefore, the HoH could become a permanent laboratory of experimentations in primary care, innovative working interactions, and community participation. The development and sustainability of the HoH model depends on the HPs, social workers, students and researchers, and community participation to the experimentation and research process.
Autore per corrispondenza: chiara.milani@unifi.it
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The House of Health in the experience of Emilia Romagna Region
Fosco Foglietta, Giovanni Paladini, Anastasia Troia
DOI: 10.48291/SISA.66.4.4
DOI: 10.48291/SISA.66.4.4 Sistema Salute, 66, 4 2022: pp. 425-446
Le Case della Salute nella esperienza della Regione Emilia-Romagna
The House of Health in the experience of Emilia Romagna Region
Fosco Foglietta, Giovanni Paladini, Anastasia Troia
Fosco Foglietta, già Direttore Generale ASL Bologna Sud e ASL Ferrara, Presidente del Consiglio di Amministrazione della Società Cup 2000 Spa
Giovanni Paladini, Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, Dipartimento delle Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Università di Torino
Anastasia Troia, Scuola diSpecializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione, Università di Ferrara
Parole chiave: Assistenza Primaria, modelli organizzativi, indicatori di qualità, gestiona della Salute Pubblica, legislazione come argomento, Case della Salute
SOMMARIO
Il presente articolo intende ricostruire un percorso storico/valutativo che ha visto la nascita e lo sviluppo delle “Case della salute” nella Regione Emilia-Romagna.Un percorso durato circa 15 anni, dalla prima esperienza sperimentale in quel di Portomaggiore (comune della Asl di Ferrara) ai tempi nostri, quando la “Casa della salute” diviene la premessa per una ulteriore transizione verso la “Casa della comunità”. Questo, in Emilia-Romagna, poiché in non poche, altre Regioni di “Case della salute” non se ne è fatto nulla o ci si è limitati a qualche sporadico tentativo. Il racconto di ciò che è avvenuto viene affidato, in parte, alla memoria delle origini, in parte, alla analisi comparativa delle due delibere di Giunta Regionale che hanno delineato il profilo strutturale e funzionale del “modello”, in parte – ed è, questo, un approc- cio assolutamente originale – a due indagini che l’“Agenzia sanitaria e sociale regionale” ha condotto per verificare, attraverso indicatori “oggettivi” e valutazioni percettive espresse dagli utenti, l’apporto che le “Case della salute” hanno dato a favore del miglioramento delle cure primarie e dei servizi territoriali intermedi. Fatto assai poco frequente, la modalità analitica utilizzata nella presente elaborazione non si basa sul “dover essere” di un modello futuribile e sulla presunzione della sua efficacia, bensì sul riscontro concreto della positività dei risultati ottenuti.
Key Words: Primary Health Care, organizational models, quality indicators, public health administration, legislation as topic, primary care centers
SUMMARY
This article’s objective is to trace a historical and evaluating path that brought to life the “Case della Salute” in the Emilia Romagna region in Italy.
A development that took about 15 years, ever since the first experimental prototype in Portomaggiore (near Ferrara) up until now. The “Casa della salute is” the promise for a transition towards a new or- ganizing model: the “Casa della Comunità”. This paper will only focus on the Emilia Romagna region because not many other regions have had developments on the matter.
This article starts by going deep in the origins, then on to comparing the two Regional Councils’ Decisions determined the structure and inner workings of this new model, then goes on to summarize two surveys the regional “Agenzia sanitaria e sociale” carried out on the positive impact the “Case della salute”. This last segment proposes to give an innovative perspective when speaking of “Case della salute” by evaluating their contribution to Primary Health Care and intermediate territorial services: one survey focused on objective indicators, while the other gathered the personal experiences given by users.
The analytical approach to result evaluation in this paper aims to provide an account of the positive tangible results, which is not frequently found in the literature on these topics, instead of focusing on the desired and supposed efficacy of a presumed model
Autore per corrispondenza: fosco.foglietta@gmail.com
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Management of chronicity and emergencies with telemedicine: the USL Toscana Sud-Est experience
Sandro Limaj, Maria Giovanna D’Amato, Roberto Turillazzi, Simona Dei
DOI: 10.48291/SISA.66.4.5
DOI: 10.48291/SISA.66.4.5 Sistema Salute, 66, 4 2022: pp. 447-460
La telemedicina per gestire la cronicità e l’emergenza: l’esperienza dell’USL Toscana Sud-Est
Management of chronicity and emergencies with telemedicine: the USL Toscana Sud-Est experience
Sandro Limaj, Maria Giovanna D’Amato, Roberto Turillazzi, Simona Dei
Sandro Limaj, Specializzando in Igiene e Medicina Preventiva, Università di Siena
Maria Giovanna D’Amato, Roberto Turillazzi, Simona Dei, Direzione Sanitaria, ASL Toscana Sud Est
Parole chiave: telemedicina, cronicità, covid, emergenza
RIASSUNTO
Obiettivi: la Toscana Sud Est è un’area vasta caratterizzata da ampia superficie e bassa densità abitativa, con molti comuni montuosi e più distanziati dalle grandi città. Questo, unito successivamente alla necessità portata dalla pandemia, ha spinto l’Azienda a sviluppare dei modelli di governance basati sulla telemedicina per favorire la capillarità dei servizi sanitari, favorire la multiprofessionalità e raggiungere il paziente isolato. Obiettivo di questo articolo è di raccontare l’esperienza dell’Azienda nella gestione della cronicità e dell’emergenza pandemica.
Metodi: dopo una descrizione dei modelli di governance e degli strumenti, abbiamo proceduto a raccogliere i dati dai nostri repository e da ARS Toscana e a farci uno studio retrospettivo.
Risultati: dall’inizio del 2020 al 31/05/2022 sono stati presi in cura 126671 pazienti COVID, 32573 dei quali ultrasessantacinquenni. Sono state erogate 976579 prestazioni e seguite 66 Residenze Sanitarie Assistenziali. Dal 1/1/2021 al 31/05/2022 sono state inserite in cure intermedie 1787 persone (1259 nel 2021, 528 fino a maggio 2022). Oltre il 90% dei casi COVID sono stati gestiti a domicilio.
Conclusioni: nella nostra area vasta la centralizzazione dei flussi dati in un unico repository permette alla cen- trale di coordinare la presa in cura del paziente, di mettere in contatto i diversi professionisti e specialisti per confrontarsi e aiutarsi e di trattare pazienti anche instabili a domicilio, prevenendo ricoveri o accessi ospedalieri evitabili. Con l’avvento del DM77 la medicina territoriale punta verso questa stessa direzione attraverso il potenziamento della telemedicina e l’aumentata capillarizzazione dei servizi e professionisti sanitari nel territorio.
Key Words: telemedicine, chronic diseases, covid, emergency medicine
SUMMARY
Objectives: the South-Eastern area of Tuscany covers a wide surface, but has a significantly low density of population. Several cities are located in elevated areas between mountains or generally distant one from the other. This scenario, alongside the COVID pandemic, has brought the Local Health Unit to find a solution and a governance model based on telemedicine and e-health, to reach every citizen in the area regardless of the city, especially the fragile patients who might live alone. Furthermore, it proved crucial to create a network of health professionals with different competences and specialties to allow them to work together to help the above mentioned patients. The goal of this study is to describe how the South-Eastern Tuscany Local Health Unit tackled this issue while dealing with chronic patients before and after the COVID years.
Methods: after describing all the models created and adopted for the health governance in the area, we gathered data from our repositories, collected by the described softwares which were and are used during the selected timeframe, and we confronted them with the data from ARS Toscana to perform a retrospective study.
Results: from the beginning of 2020 to the 31st of May 2022, the Tuscany South East LCU followed 126671 Covid patients, 32573 of which being 65 years old or more. 976579 health services were performed and 66 health residences were followed. From the 1st of January 2021 to the 31st of May 2022 1787 patients were trated in intermediate care services (1259 in 2021, 528 up to May 2022). Over 90% of COVID patients were treated in their own houses.
Conclusions: in our area, the centralization of all data in a single repository allowed our Central to coordinate the health route of the patient, to follow him constantly, to create a multidisciplinary team of different health professionals which can discuss and help each other to treat patients in their home setting, even the unstable ones, in order to prevent avoidable ER accesses. In the era of the new DM77, community medicine is going towards these same goals: empowering telemedicine and an increased reach of health services and health professionals.
Autore per corrispondenza: sandro.limaj@uslsudest.toscana.it
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Community Engagement and the culture of the Community that creates Health
Alessandro Roberto Cornio, Marcello Di Pumpo, Laura Scarano, Franco Prandi
DOI: 10.48291/SISA.66.4.6
OPEN ACCESS
DOI: 10.48291/SISA.66.4.6 Sistema Salute, 66, 4 2022: pp. 461-478
Il Community Engagement e la cultura della Comunità che crea Salute
Community Engagement and the culture of the Community that creates Health
Alessandro Roberto Cornio, Marcello Di Pumpo, Laura Scarano, Franco Prandi
Alessandro Roberto Cornio1, Marcello Di Pumpo2, Laura Scarano3, Franco Prandi4
1Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Università degli studi di Torino
2Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma
3Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
4Associazione Prima la Comunità
Parole Chiave: community cngagement, comunità, empowerment; persona, prossimità, Casa della Salute, capitale sociale
RIASSUNTO
Introduzione: l’Engagement, nella sua accezione di consapevolezza e autodeterminazione nei percorsi di cura, rappresenta un tema molto dibattuto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte sottolineato che la Salute si genera laddove le persone vivono e si relazionano. Il contributo consapevole dell’individuo risulta fondamentale e diventa necessario uno sguardo olistico dove tutti devono essere ingaggiati allo stesso modo.Siamo abituati a pensare che il contesto non sia parte integrante di ogni relazione, ma sia solo la cornice che contribuisce a dare “luce al quadro”, pur essendo altro dal quadro stesso. Ivan Illich richiama il rischio reale di creare “dipendenza”: c’è davvero una società dei sani che si prodiga per quella dei malati e si lamenta perché non vi è corrispondenza?
Metodi: l’elaborato si è sviluppato intorno a testi di filosofi e sociologi di spicco, oltre al parere dell’esperto Dott. Franco Prandi, sociologo un tempo impegnato nell’organizzazione dei servizi alla persona nell’Azienda sanitaria di Reggio Emilia e attualmente socio, co-fondatore e promotore dell’associazione Prima la Comunità.
Risultati: l’individuo, insieme a tutta la Comunità, non è la destinataria della decisione ma è la protagonista. Persona è esperienza esistenziale in relazione. In questa idea di complessità siamo sollecitati come professionisti/persone ad essere promotori di reciprocità per attivare e valorizzare risorse.
Conclusioni: la nostra Salute è, quindi, nelle nostre mani e ci interpella direttamente come singoli e come Comunità. Con queste premesse, la Casa della Comunità diventa una scommessa in grado di rappresentare il luogo di incontro della vita della Comunità e dell’insieme simbolico delle risorse in campo per il benessere.
Key Words: community engagement, community, empowerment, person, proximity, share capital
SUMMARY
Introduction: engagement, in its meaning of awareness and self-determination in care pathways, represents a much debated topic. The World Health Organization has repeatedly pointed out that health is generated where people live and interact. The conscious contribution of a person is fundamental and a holistic view becomes necessary when everyone must be engaged in the same way. We use to think that the context is not an integral part of every relationship, but it is only the frame that contributes to clarifying “the picture”, even though it is different from the picture itself. Ivan Illich recalls the real risk of creating “addiction”: is there really a society of the healthy people that helps the one of the sick people and com- plains because there is no correspondence?
Methods: the paper was developed around texts by prominent philosophers and sociologists, in addition to the opinion of the expert Dr. Franco Prandi, a sociologist who was once involved in the organization of personal services in Reggio Emilia healthcare company and currently a partner, co-founder and promoter of the association Prima la Comunità.
Results: the person, together with the whole community, is not the addressee of the decision but the protagonist. A person is existential experience in relation. In this idea of complexity we are solicited as professionals/people to be promoters of reciprocity to activate and enhance resources.
Conclusions: our health is therefore in our hands and challenges us directly as individuals and as a community. With these premises, a Health Center becomes a bet capable of representing the meeting place of the life of the Community and of the symbolic set of resources in the field for well-being.
Autore per corrispondenza: alessandroroberto.cornio@unito.it
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Community path towards a new welfare system of the Matildiche Hills Union: a project of participatory analysis of the needs and collective construction of the Casa della Salute in Puianello
Alessandro Roberto Cornio, Elena Sciurpa, Federica Cirlini
DOI: 10.48291/SISA.66.4.7
OPEN ACCESS
DOI: 10.48291/SISA.66.4.7 Sistema Salute, 66, 4 2022: pp. 479-492
Il percorso di Comunità per un nuovo sistema di Welfare dell’ Unione Colline Matildiche: un progetto di analisi partecipata dei bisogni e di costruzione collettiva della Casa della Salute di Puianello
Community path towards a new welfare system of the Matildiche Hills Union: a project of participatory analysis of the needs and collective construction of the Casa della Salute in Puianello.
Alessandro Roberto Cornio, Elena Sciurpa, Federica Cirlini
Alessandro Roberto Cornio1, Elena Sciurpa1, Federica Cirlini2
1Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Università degli studi di Torino
2Responsabile Area Sociale Unione Colline Matildiche
Parole chiave: coinvolgimento comunitario, comunità, welfare, capitale sociale, Casa della Salute
RIASSUNTO
Introduzione: i processi di Engagement comunitario sono sempre più diffusi e riconosciuti come strumenti di promozione della salute e analisi dei bisogni di salute.
Obiettivi: l’elaborato ha lo scopo di presentare il progetto di Engagement comunitario “Percorso di Comunità per un nuovo sistema di Welfare dell’Unione Colline Matildiche”.
Metodi: l’esperienza di Engagement dell’Unione Colline Matildiche si è sviluppata intorno a pratiche di coinvolgimento e di inclusione della Comunità nella progettazione di una Casa della Salute attiva in quei territori. In questo articolo il progetto verrà raccontato grazie a un’intervista alla Dott.ssa Federica Cirlini, una delle promotrici.
Risultati: dagli spunti e le tematiche emerse nel corso delle attività di coinvolgimento e ascolto della Comunità è nato il “Patto Sociale di Comunità”, un documento in cui le istituzioni, le associazioni e in generale tutti i cittadini del territorio si sono impegnati a definire le linee guida e di azione per costruire e sperimentare insieme una nuova forma di Casa della Salute.
Conclusioni: il progetto rappresenta un esempio di co-costruzione di servizi sociali e sanitari che rispondano ai bisogni dei cittadini, elemento basilare per poter garantire il passaggio da Casa della Salute a Casa della Comunità.
Key Words: community engagement, community, welfare, social capital, Primary Care Center
SUMMARY
Introduction: community Engagement strategies are increasingly widespread and recognized as tools for health promotion and health needs analysis.
Objectives: the paper aims to present the community engagement project named “Community path for a new welfare system for the Matildiche Hills Union”.
Methods: the Engagement experience of the Matildiche Hills Union has developed around practices of involvement and inclusion of the Community with the primary purpose of planning health and social services of the newborn Primary Care Center (Casa della Salute) in those territories. In this article, the project will be told by one of the promoters: Drss. Federica Cirlini.
Results: the “Community Social Pact” is the final document in which the institutions, associations and in general all the citizens of the territory have tried to define the guidelines and actions to immagine and experiment together a new kind of Primary Care Center. That document, born from the ideas and issues that emerged during the community engagement activities.
Conclusions: community engagement enables health institutions to plan services that really answer to the Health needs of citizens. This is a primary aspect in order to guarantee the transition from Casa della Salute to Casa della Comunità.
Autore per corrispondenza: alessandroroberto.cornio@unito.it
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Ten rules for health and social care integration
Franco Pesaresi, Sara Fantini, Annalisa Napoli
DOI: 10.48291/SISA.66.4.8
DOI: 10.48291/SISA.66.4.8 Sistema Salute, 66, 4 2022: pp. 493-505
Dieci regole per l’integrazione sociosanitaria
Ten rules for health and social care integration
Franco Pesaresi, Sara Fantini, Annalisa Napoli
Franco Pesaresi1, Sara Fantini2, Annalisa Napoli3
1 Franco Pesaresi – Network Non Autosufficienza (NNA) – Direttivo Asiquas
2 Sara Fantini – Dipartimento di scienze Biomediche Metaboliche e Neuroscienze, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
3 Annalisa Napoli – Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, Università degli Studi della Campania “L. Vanvitelli”
Parole chiave: integrazione socio sanitaria; complessità; distretto socio sanitario; enti locali; case manager
RIASSUNTO
Questo lavoro affronta il complesso tema dell’integrazione sociosanitaria che rappresenta una sfida per la sostenibilità dei servizi sanitari, in Italia e nel mondo.
Inizialmente viene analizzata l’utilità dell’integrazione sociosanitaria e i principali ostacoli alla diffusione della stessa. Si fornisce poi un decalogo per favorire l’integrazione sociosanitaria: esso si basa sull’analisi della normativa e sulle prassi consolidate.
Le dieci proposte riguardano: il ruolo delle Regioni nella definizione delle regole per l’integrazione sociosanitaria; l’importanza strategica dei distretti sanitari e degli enti locali; la necessità di avere strumenti comuni di programmazione e di condurre una comune analisi dei bisogni tra distretti sanitari ed enti locali; la figura del case manager; il bisogno di un sistema informativo integrato; l’importanza della responsabilizzazione e del raggiungimento di elevati livelli di analiticità nella programmazione; l’innovazione; l’incentivazione finanziaria. Attraverso queste regole si cerca di fornire un utile strumento a chi riveste ruoli strategici nell’ambito sociosanitario.
Key Words: health and social care integration; complexity; health district; local authorities; case manager
SUMMARY
This paper deals with the complex topic of health and social care integration that is a challange for the sustainability of health care services, both in Italy and worldwide. Initially we analyze the importance and the main barriers of health and social care integration.
Than we provide a decalogue to promote this topic, based on legislation and established practices.Ten rules deal with: the role of Regions to establish health and social care regulations; the strategic importance of health districts and local authorities; the requirement to obtain common tools between health districts and social authorities for territorial planning and for analysis of the needs; the case manager; the need for a integrated information system; the importance of responsibility and analytical planning; innovation; financial incentive. These ten rules can be a useful tool for someone in a strategic role in health and social care field.
Autore per corrispondenza: sara.fantini1991@gmail.com
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The fight against chronicity: proactive prevention first step for a proactive medicine
Alessandra Buja, Mariagiovanna Manfredi, Elisa Gabrielli
DOI: 10.48291/SISA.66.4.9
DOI: 10.48291/SISA.66.4.9 Sistema Salute, 66, 4 2022: pp. 506-517
La lotta alla cronicità: la prevenzione proattiva nella medicina d’iniziativa
The fight against chronicity: proactive prevention first step for a proactive medicine
Alessandra Buja, Mariagiovanna Manfredi, Elisa Gabrielli
Alessandra Buja 1, Mariagiovanna Manfredi 2, Elisa Gabrielli 3
1 Laboratorio di valutazione dei servizi sanitari e della promozione della salute. Dipartimento di Scienze cardio-toraco- vascolari e Sanità Pubblica. Università degli studi di Padova
2 Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva. Università degli Studi di Padova
3 Medico in formazione specialistica in Igiene e Medicina preventiva presso Alma Mater Studiorum. Università di Bologna
Parole chiave: sanità pubblica, promozione della salute, ricerca sanitaria, stratificazione del rischio, salute della popolazione, prevenzione primaria
RIASSUNTO
La lotta alla cronicità è la grande sfida di tutti i Paesi industrializzati. Le strategie fino ad ora messe in campo dal Servizio Sanitario Nazionale, focalizzati sugli interventi di cura ed assistenza, non sono orientate alla riduzione dell’incidenza di malattia, il cui trend è in costante e in progressiva crescita, con conseguente sempre maggiore impegno di risorse sanitarie, economiche e sociali. Il presente articolo si propone di delineare la visione di sviluppo di una prevenzione di popolazione proattiva della malattia cronica. Attraverso una Medicina di Iniziativa, un modello assistenziale che “va incontro” al paziente, o meglio a target di popolazione, prima che le patologie insorgano o si aggravino, garantendo interventi proattivi adeguati e differenziati in rapporto al livello di rischio.
Key Words: Public health, health promotion, health care research, risk stratification, population health, primary prevention
SUMMARY
The fight against chronic diseases is the great challenge of all industrialized countries. The strategies hitherto deployed by the National Health Service, focused on treatment and care interventions, are not oriented towards reducing the incidence of disease: The actual trend of chronic diseases is constantly and progressively increasing, resulting in an ever greater commitment of health, economic and social resourc- es. This article aims to outline the vision of developing a proactive population prevention of chronic disease. Through a Medicine of Initiative, a care model that ‘meets’ the patient, or rather the targets of population, before diseases arise or worsen, guaranteeing adequate proactive interventions differentiated according to their needs and risk level.
Autore per corrispondenza: alessandra.buja@unipd.it
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The General Practice “Julian Tudor Hart”: PHC-oriented management at the proximity level
Agostino Panajia, Desiree Barbetta
DOI: 10.48291/SISA.66.4.10
OPEN ACCESS
DOI: 10.48291/SISA.66.4.10 Sistema Salute, 66, 4 2022: pp. 518-536
Medicina Generale “Julian Tudor Hart”: elementi di gestione a livello di prossimità orientati alla PHC
The General Practice “Julian Tudor Hart”: PHC-oriented management at the proximity level
Agostino Panajia, Desiree Barbetta
Agostino Panajia, Medico di Medicina Generale presso la Medicina di Gruppo Julian Tudor Hart di Ferrara, membro della Campagna Primary Health Care: Now or Never
Desiree Barbetta, Medica di Medicina Generale, collaboratrice presso la Medicina di Gruppo Julian Tudor Hart di Ferrara, membro della Campagna Primary Health Care: Now or Never
Parole chiave: medicina generale, organizzazione delle cure primarie, prassi, territorializzazione, Comunità
RIASSUNTO
L’articolo intende fornire un esempio concreto di sviluppo di un presidio di Medicina Generale orientato alla PHC, affinché stimoli l’auto-organizzazione dei professionisti anche in contesti di scarso supporto strutturale. In particolare, si pone l’attenzione su alcuni degli elementi e strumenti caratterizzanti la gestione di un presidio di salute a livello di prossimità. L’esperienza descritta è stata condotta secondo la metodologia della ricerca-formazione-intervento. La ricerca-formazione-intervento condotta presso il presidio Julian Tudor Hart ha portato alla costruzione di un gruppo interprofessionale responsabilizzato e capace di riflettere sulle prassi, all’integrazione formazione-lavoro, all’avvio del processo di territorializ- zazione e del processo di partecipazione comunitaria. Ciò dimostra che è possibile costruire un presidio di Medicina Generale orientato alla PHC anche in contesti in cui è assente un’organizzazione preesi- stente di supporto. Affinché ciò sia possibile sono necessari: la conoscenza dei quadri teorici della PHC, tempi e strumenti dedicati alla riflessione collettiva sulle prassi in essere, integrazione formazione-lavoro, coinvolgimento di tutti gli attori fondamentali a un’azione trasformativa delle pratiche (comunità, professionisti, enti di formazione/ricerca, amministrazione/politica).
Key Words: general practice, primary care management, praxis, community oriented primary care
SUMMARY
The objective of this article is to show a concrete example of development of a PHC-oriented General Practice, in order to motivate professionals self-organization, even in contexts where the structural sup- port may be inadequate. The experience reported was conducted according to the Participatory Action Research (PAR) methodology. The Participatory Action Research conducted at the Julian Tudor Hart General Practice lead to the formation of an accountable interprofessional team capable of reflecting on praxis, to the integration of education-work processes, and to the start of Community Oriented Primary Care processes, that is the so called “Territorializzazione” and Community Participation. Forming a PHC-oriented General Practice is possible even in contexts where structural support is inadequate. This requires: knowledge of PHC framework, time and tools for collective reflection over ongoing praxis, education-work integration, participation of all fundamental actors (community, professionals, education/ research, administration/politics) in order to foster transforming actions in praxis.
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Role of Clinical Pathways in the development of new Italian models and standards of primary care: challenges and opportunities
Vera Maria Avaldi, Elisa Gabrielli, Carlo Descovich
DOI: 10.48291/SISA.66.4.11
DOI: 10.48291/SISA.66.4.11 Sistema Salute, 66, 4 2022: pp. 537-546
Ruolo dei PDTA nello sviluppo dei nuovi Modelli e Standard dell’Assistenza Territoriale: sfide e opportunità
Role of Clinical Pathways in the development of new Italian models and standards of primary care: challenges and opportunities
Vera Maria Avaldi, Elisa Gabrielli, Carlo Descovich
Vera Maria Avaldi 1, Elisa Gabrielli 2, Carlo Descovich 1
1 UOC Governo Clinico, Ricerca, Formazione e Sistema Qualità, Azienda USL di Bologna
2 Medico in formazione specialistica in Igiene e Medicina preventiva presso Alma Mater Studiorum, Università di Bologna
Parole chiave: percorsi diagnostico terapeutico assistenziali, cronicità, Governo Clinico, DM77, assistenza primaria
RIASSUNTO
I percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (PDTA) vengono definiti come piani di cura strutturati e multidisciplinari che delineano i passaggi essenziali per la cura di pazienti con specifici problemi di salute, favorendo l’applicazione locale dei risultati della ricerca scientifica, delle raccomandazioni delle linee guida e delle pratiche evidence-based. L’Azienda Usl di Bologna, a partire dal 2009, ha cominciato a sviluppare i PDTA come strumento di Governo Clinico per migliorare la qualità dell’assistenza e l’esperienza maturata negli anni ha permesso di consolidare pratiche e strumenti per l’attività di disegno, implementazione e monitoraggio dei percorsi. Tale esperienza aziendale relativa ai PDTA ha rivelato i loro punti di forza, ma anche le potenziali criticità e ha fatto emergere che spesso la loro progettazione e gestione può incontrare numerose barriere che riguardano sia aspetti inerenti i modelli organizzativi esistenti sia i comportamenti professionali. Il Decreto Ministeriale n 77/2022 pone la sfida della riforma della sanità territoriale, incentrandosi sulla personalizzazione delle cure, tipica della Sanità di Iniziativa. Alla luce dei cambiamenti organizzativi territoriali proposti ed in evoluzione negli ultimi anni, lo strumento del PDTA può essere considerato una risorsa per l’implementazione delle cure personalizzate ed integrate. I PDTA possono rappresentare un valore aggiunto per implementare le innovazioni previste nella sanità territoriale partendo dal metodo e dall’approccio di Governo Clinico con i quali i PDTA sono sviluppati, ma anche perché si configurano come strumenti per fornire linee di indirizzo sulle buone pratiche in un’organizzazione flessibile che permetta l’integrazione tra setting e professionisti. Inoltre, i PDTA possono rappresentare un’area di sperimentazione di strumenti di Telemedicina e rilanciare lo sviluppo e la declinazione delle attività di prevenzione e promozione della salute. |
Key Words: Clinical Pathways, chronic diseases, Clinical Governance; DM77, Primary Health Care |
SUMMARY
Clinical pathways (CP) are defined as structured and multidisciplinary care plans that outline the essential steps for the treatment of patients with specific health problems, fostering the local application of the results of scientific literature, Guidelines and evidence-based practices. Since 2009 the Local Health Authority (LHA) of Bologna has begun to develop CPs as tools of clinical governance to improve the quality of care. The experience gained over the years has helped consolidate practices and tools to design, implement and monitor pathways. The LHA’s experience has highlighted the strengths of CPs as well as their potential limitations. It has also shown how their design and management can often meet several barriers that affect both existing organizational models and professional behaviors.
The new Italian Primary Health Care Models and Standards, defined in the Ministerial Decree 77/2022, represents a new challenge to enhance patient-centered health care. In this context the CP model could add value in the implementation of the changes in the territorial Primary Health Care thanks to the CG method and approach. Moreover, CPs could introduce best practices, e-health tools and improve disease prevention and health promotion in a flexible organization system where the integration between professionals and setting is essential.
Autore per corrispondenza: elisa.gabrielli4@studio.unibo.it
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What developments for Primary Care Training?
Mara Morini, Fulvio Lonati
DOI: 10.48291/SISA.66.4.12
OPEN ACCESS
DOI: 10.48291/SISA.66.4.12 Sistema Salute, 66, 4 2022: pp. 547-549
Quali sviluppi per la Formazione in Assistenza Primaria?
What developments for Primary Care Training?
Mara Morini, Fulvio Lonati
Questa riflessione conclusiva, ma assolutamente di rilancio, al termine della realizzazione di una monografia in due volumi su Primary Health Care (PHC) che ha visto impegnati moltissimi autori nel corso del 2022, vede la sua pubblicazione ultima ad inizio 2023. Un periodo particolare che nonostante l’entusiasmo per l’inizio di un nuovo anno non può prescindere dai tanti elementi critici che lo caratterizzano: una fase pandemica che ancora non è risolta, una crisi economica che ci affligge da anni ed ora accentuata dall’inflazione, l’aumento di povertà e disuguaglianze fra territori e cittadini. A questo si aggiungono le crisi climatiche, che determinano disastri nei ter- ritori, e una nuova guerra inaspettata, proprio in Europa. Tanti elementi che erodono risorse e determinano una sorta di diminuita speranza nel futuro e possono alimentare quel senso di “malinconia” che il Censis rileva nel 56° rapporto sulla situazione sociale del Paese da parte di una popolazione che vede proprio fra i principali rischi globali percepiti per il 46,2% la guerra, per il 45,0% la crisi economica, per il 37,7% virus letali e nuove minacce. E in questo contesto si colloca l’inadeguata programmazione che ha portato al progressivo inasprimento della carenza di tutte le figure professionali necessarie al mantenimento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), sempre più esposto ad una privatizzazione che, favorendo le persone più abbienti, trascura di fatto la salute di chi ha minori possibilità, economiche e culturali.
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